domenica 25 novembre 2012

SANT’ONOFRIO: INCARICO A DUE TECNICI, L’UDC SI DISSOCIA DAL SINDACO TITO RODÀ

Il segretario cittadino UDC arch. Nino Pezzo
(SANT’ONOFRIO)  La notizia è di quelle col “botto”, e quindi probabilmente destinata a lasciare il segno  nelle vicende politico-amministrative locali e non solo.
D’altronde, non capita davvero tutti  i giorni che una decisione adottata dalla giunta comunale venga poi  sconfessata dallo stesso partito nel quale sindaco e parte dei suoi assessori ufficialmente militano.
Il tutto accade a Sant’Onofrio, con il sindaco Tito Rodà da un lato ed il segretario cittadino dell’Udc Antonino Pezzo dall’altro a rivestire il ruolo di protagonisti principali.
All’origine del contenzioso politico, la recente decisione di procedere, in sostituzione del tecnico comunale attualmente in congedo per motivi di salute ed ormai prossimo alla pensione, alla nomina fino al 31 marzo 2012 e per complessive 18 ore settimanali di due geometri cosiddetti “a scavalco”, in quanto già impiegati  presso i comuni di Filadelfia e Sorianello.
Una decisione travagliata quella assunta dalla giunta Rodà nella quale, nonostante la ritrovata unanimità al momento della ratifica formale dell’atto di nomina, pare sia serpeggiato più di un dubbio.
Perplessità peraltro condivise da diversi consiglieri comunali che in più occasioni evidenziavano la non opportunità, in un momento di grave crisi economica come quello attuale, di procedere all’assunzione di personale già comunque percettore di stipendio e, comunque, sulla base di criteri selettivi che escludevano a priori la possibilità di partecipazione dei numerosi e pur valenti giovani professionisti locali.
A conferma del travaglio che ha accompagnato l’adozione dell’atto amministrativo in questione, giunge ora la netta presa di distanza del segretario dello scudocrociato.
In una nota, dopo aver evidenziato il “forte impegno del partito per dare risposte alle istanze provenienti dai cittadini” con  l’obiettivo di tenere soprattutto “alta la speranza dei giovani inventando e costruendo opportunità”, Pezzo focalizza l’attenzione su quanto deciso nel corso della seduta del direttivo di sezione del 27 ottobre scorso.
In tale occasione, rende noto il segretario, nell’esprimersi sul “metodo per colmare la perdurante mancanza di personale dall’ufficio tecnico comunale”, la direzione del partito si era pronunciata a favore di un "avviso pubblico per la manifestazione di interesse di professionisti" che in modo "democratico e trasparente avrebbe consentito anche la partecipazione dei tecnici santonofresi”.
“Purtroppo - continua Nino Pezzo - la nostra indicazione non è stata presa in considerazione dal sindaco e dalla sua giunta che hanno scelto di utilizzare due tecnici provenienti da altri comuni”.
“Una scelta questa - ecco l’affondo finale del segretario Udc - sulla quale il partito non è d’accordo e quindi prende le distanze” pur ribadendo la volontà per il futuro di continuare a “dare una mano disinteressata all’amministrazione comunale”.
E così, a meno di due anni dal suo insediamento il sindaco Rodà è chiamato ad una prima delicata, quanto inusuale, verifica dell’operato della sua amministrazione di centrodestra.
Uno sbocco che certo non era facile prevedere al momento delle elezioni amministrative, facilitate dalla mancanza di credibili alternative, grazie alla concomitante quanto clamorosa defaillance del Pd locale ed alla contrapposizione di una unica lista civica che già al momento della presentazione non veniva accreditata di alcuna possibilità di successo finale.                                                                                                             

(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 25/11/2012)  

SANT’ONOFRIO: INCARICO A DUE TECNICI, L’UDC SI DISSOCIA DAL SINDACO TITO RODÀ

Il segretario cittadino UDC arch. Nino Pezzo
(SANT’ONOFRIO)  La notizia è di quelle col “botto”, e quindi probabilmente destinata a lasciare il segno  nelle vicende politico-amministrative locali e non solo.
D’altronde, non capita davvero tutti  i giorni che una decisione adottata dalla giunta comunale venga poi  sconfessata dallo stesso partito nel quale sindaco e parte dei suoi assessori ufficialmente militano.
Il tutto accade a Sant’Onofrio, con il sindaco Tito Rodà da un lato ed il segretario cittadino dell’Udc Antonino Pezzo dall’altro a rivestire il ruolo di protagonisti principali.
All’origine del contenzioso politico, la recente decisione di procedere, in sostituzione del tecnico comunale attualmente in congedo per motivi di salute ed ormai prossimo alla pensione, alla nomina fino al 31 marzo 2012 e per complessive 18 ore settimanali di due geometri cosiddetti “a scavalco”, in quanto già impiegati  presso i comuni di Filadelfia e Sorianello.
Una decisione travagliata quella assunta dalla giunta Rodà nella quale, nonostante la ritrovata unanimità al momento della ratifica formale dell’atto di nomina, pare sia serpeggiato più di un dubbio.
Perplessità peraltro condivise da diversi consiglieri comunali che in più occasioni evidenziavano la non opportunità, in un momento di grave crisi economica come quello attuale, di procedere all’assunzione di personale già comunque percettore di stipendio e, comunque, sulla base di criteri selettivi che escludevano a priori la possibilità di partecipazione dei numerosi e pur valenti giovani professionisti locali.
A conferma del travaglio che ha accompagnato l’adozione dell’atto amministrativo in questione, giunge ora la netta presa di distanza del segretario dello scudocrociato.
In una nota, dopo aver evidenziato il “forte impegno del partito per dare risposte alle istanze provenienti dai cittadini” con  l’obiettivo di tenere soprattutto “alta la speranza dei giovani inventando e costruendo opportunità”, Pezzo focalizza l’attenzione su quanto deciso nel corso della seduta del direttivo di sezione del 27 ottobre scorso.
In tale occasione, rende noto il segretario, nell’esprimersi sul “metodo per colmare la perdurante mancanza di personale dall’ufficio tecnico comunale”, la direzione del partito si era pronunciata a favore di un "avviso pubblico per la manifestazione di interesse di professionisti" che in modo "democratico e trasparente avrebbe consentito anche la partecipazione dei tecnici santonofresi”.
“Purtroppo - continua Nino Pezzo - la nostra indicazione non è stata presa in considerazione dal sindaco e dalla sua giunta che hanno scelto di utilizzare due tecnici provenienti da altri comuni”.
“Una scelta questa - ecco l’affondo finale del segretario Udc - sulla quale il partito non è d’accordo e quindi prende le distanze” pur ribadendo la volontà per il futuro di continuare a “dare una mano disinteressata all’amministrazione comunale”.
E così, a meno di due anni dal suo insediamento il sindaco Rodà è chiamato ad una prima delicata, quanto inusuale, verifica dell’operato della sua amministrazione di centrodestra.
Uno sbocco che certo non era facile prevedere al momento delle elezioni amministrative, facilitate dalla mancanza di credibili alternative, grazie alla concomitante quanto clamorosa defaillance del Pd locale ed alla contrapposizione di una unica lista civica che già al momento della presentazione non veniva accreditata di alcuna possibilità di successo finale.                                                                                                             

(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 25/11/2012)  

giovedì 15 novembre 2012

STEFANACONI: «RIAPRIRE SUBITO LA STRADA PER VIBO»


(STEFANACONI) Convocato dal prefetto Michele di Bari a seguito di esplicita richiesta dell’amministrazione comunale di Stefanaconi, si è svolto ieri mattina presso la prefettura di Vibo Valentia un vertice sulla situazione di pericolosità venutasi a creare sulla strada provinciale Vibo- Stefanaconi.
L’importante arteria viaria, utilizzata quotidianamente da centinaia di automobilisti che da e verso il capoluogo si spostano dai centri dell’intero comprensorio e più volta assurta negli ultimi anni alla ribalta della cronaca nazionale per la situazione di crescente pericolosità causata dalla realizzanda “tangenziale Est”, è ormai da più di una settimana chiusa al traffico.
All’origine della decisione, la constata caduta di massi e calcinacci sul manto stradale a causa di un crollo parziale che ha interessato il complesso di S. Chiara ricadente nel comune di Vibo Valentia.
Le operazioni necessarie ala riapertura della provinciale, rivelatesi più complicate del previsto tanto da far paventare ai tecnici incaricati un notevole prolungamento dei tempi, hanno indotto il sindaco Salvatore Di Sì a fare appello al rappresentate territoriale del governo per un suo interessamento diretto alla vicenda.
Alla riunione in prefettura hanno preso parte, oltre al prefetto Di Bari ed al sindaco Di Sì, il comandante provinciale dei vigili del fuoco ed i  responsabili dell’ufficio tecnico del comune capoluogo e della provincia di Vibo Valentia.
Di Sì, nel motivare la sua pressante richiesta al prefetto ha evidenziato la necessità di ripristinare al più presto un tratto viario di fondamentale importanza per i cittadini non solo di Stefanaconi ma anche dell’intero comprensorio, costretti “ancora una volta ad affrontare notevoli difficoltà nel percorrere strade alternative per raggiungere la città di Vibo Valentia”.
Il sindaco di Stefanaconi ha inoltre evidenziato al prefetto il “crescente malcontento della popolazione”, preannunciando la “costituzione di un comitato spontaneo di cittadini e la promozione di forme eclatanti di protesta qualora il problema del ripristino e della messa in sicurezza della strada provinciale non verrà affrontato in modo approfondito e definitivo”.

   (Raffaele Lopreiato Gazzetta del sud 15-11-2012)  

STEFANACONI: «RIAPRIRE SUBITO LA STRADA PER VIBO»


(STEFANACONI) Convocato dal prefetto Michele di Bari a seguito di esplicita richiesta dell’amministrazione comunale di Stefanaconi, si è svolto ieri mattina presso la prefettura di Vibo Valentia un vertice sulla situazione di pericolosità venutasi a creare sulla strada provinciale Vibo- Stefanaconi.
L’importante arteria viaria, utilizzata quotidianamente da centinaia di automobilisti che da e verso il capoluogo si spostano dai centri dell’intero comprensorio e più volta assurta negli ultimi anni alla ribalta della cronaca nazionale per la situazione di crescente pericolosità causata dalla realizzanda “tangenziale Est”, è ormai da più di una settimana chiusa al traffico.
All’origine della decisione, la constata caduta di massi e calcinacci sul manto stradale a causa di un crollo parziale che ha interessato il complesso di S. Chiara ricadente nel comune di Vibo Valentia.
Le operazioni necessarie ala riapertura della provinciale, rivelatesi più complicate del previsto tanto da far paventare ai tecnici incaricati un notevole prolungamento dei tempi, hanno indotto il sindaco Salvatore Di Sì a fare appello al rappresentate territoriale del governo per un suo interessamento diretto alla vicenda.
Alla riunione in prefettura hanno preso parte, oltre al prefetto Di Bari ed al sindaco Di Sì, il comandante provinciale dei vigili del fuoco ed i  responsabili dell’ufficio tecnico del comune capoluogo e della provincia di Vibo Valentia.
Di Sì, nel motivare la sua pressante richiesta al prefetto ha evidenziato la necessità di ripristinare al più presto un tratto viario di fondamentale importanza per i cittadini non solo di Stefanaconi ma anche dell’intero comprensorio, costretti “ancora una volta ad affrontare notevoli difficoltà nel percorrere strade alternative per raggiungere la città di Vibo Valentia”.
Il sindaco di Stefanaconi ha inoltre evidenziato al prefetto il “crescente malcontento della popolazione”, preannunciando la “costituzione di un comitato spontaneo di cittadini e la promozione di forme eclatanti di protesta qualora il problema del ripristino e della messa in sicurezza della strada provinciale non verrà affrontato in modo approfondito e definitivo”.

   (Raffaele Lopreiato Gazzetta del sud 15-11-2012)  

SANT’ONOFRIO:IL PD APRE ALLA CITTÀ E PENSA ALLA PRIMARIE

(SANT’ ONOFRIO) Su impulso del neo segretario Giuseppe Ruffa, il Partito Democratico prova a riannodare il suo rapporto con la comunità. 

E così se molto ancora rimane da fare sul piano squisitamente politico, dove permangono in tutta la loro evidenza le divisioni di un recente passato, basti pensare alla mancata adesione all’ultima campagna di tesseramento ed alle elezioni del nuovo direttivo che ne sono seguite della consistente componente interna che fa riferimento all’ex assessore provinciale Paolo Barbieri, merita comunque di essere segnalato l’impegno del nuovo direttivo di sezione in direzione di una più marcata presenza sul territorio. 
E proprio nell’ottica di una condivisa programmazione in aderenza con le problematiche di più stringente attualità, si è svolta nei giorni scorsi la prima assemblea organizzativa di iscritti e simpatizzanti, che hanno così potuto prendere coscienza del nuovo corso politico che il partito vuole intraprendere a livello locale. 
Nel corso del dibattito, largo spazio è stato dato ad opinioni e proposte sul ruolo che il partito dovrà svolgere nella comunità attraverso la promozione di iniziative capaci di ridare dignità e visibilità al paese. 
La discussione si è quindi spostata sulle ormai imminenti elezioni primarie del centrosinistra per le quali anche il Pd santonofrese vuole farsi trovare preparato. 
A tal fine, il segretario Ruffa ha ufficializzato l’apertura in via Raffaele Teti di un ufficio elettorale permanente presso il quale i cittadini, oltre a ricevere notizie ed assistenza, potranno registrarsi per le primarie. 
Un gazebo informativo sarà inoltre allestito nelle mattinate di domenica 18 e 25 novembre nella centralissima Piazza Umberto I. 
Soddisfazione per l’esito dei lavori assembleari è stata espressa in da Peppe Ruffa che ha ulteriormente rimarcato il “senso di comprensione e condivisione” che vuole imprimere al suo mandato, sempre e comunque “orientato al pieno rispetto delle regole”. 
Tra i primi nodi da sciogliere per il neo segretario, il ruolo del partito nei confronti dell’amministrazione comunale di centrodestra guidata dal sindaco Tito Rodà. 
Pur assente dall’ultima competizione elettorale, il Partito democratico annovera oggi alcuni dei componenti il locale direttivo di sezione in seno al consiglio comunale, anche se allo stato non risulta ancora formalizzata la costituzione di un gruppo comunale consiliare del Pd.


   (Raffaele Lopreiato Gazzetta del sud 15-11-2012)  

SANT’ONOFRIO:IL PD APRE ALLA CITTÀ E PENSA ALLA PRIMARIE

(SANT’ ONOFRIO) Su impulso del neo segretario Giuseppe Ruffa, il Partito Democratico prova a riannodare il suo rapporto con la comunità. 

E così se molto ancora rimane da fare sul piano squisitamente politico, dove permangono in tutta la loro evidenza le divisioni di un recente passato, basti pensare alla mancata adesione all’ultima campagna di tesseramento ed alle elezioni del nuovo direttivo che ne sono seguite della consistente componente interna che fa riferimento all’ex assessore provinciale Paolo Barbieri, merita comunque di essere segnalato l’impegno del nuovo direttivo di sezione in direzione di una più marcata presenza sul territorio. 
E proprio nell’ottica di una condivisa programmazione in aderenza con le problematiche di più stringente attualità, si è svolta nei giorni scorsi la prima assemblea organizzativa di iscritti e simpatizzanti, che hanno così potuto prendere coscienza del nuovo corso politico che il partito vuole intraprendere a livello locale. 
Nel corso del dibattito, largo spazio è stato dato ad opinioni e proposte sul ruolo che il partito dovrà svolgere nella comunità attraverso la promozione di iniziative capaci di ridare dignità e visibilità al paese. 
La discussione si è quindi spostata sulle ormai imminenti elezioni primarie del centrosinistra per le quali anche il Pd santonofrese vuole farsi trovare preparato. 
A tal fine, il segretario Ruffa ha ufficializzato l’apertura in via Raffaele Teti di un ufficio elettorale permanente presso il quale i cittadini, oltre a ricevere notizie ed assistenza, potranno registrarsi per le primarie. 
Un gazebo informativo sarà inoltre allestito nelle mattinate di domenica 18 e 25 novembre nella centralissima Piazza Umberto I. 
Soddisfazione per l’esito dei lavori assembleari è stata espressa in da Peppe Ruffa che ha ulteriormente rimarcato il “senso di comprensione e condivisione” che vuole imprimere al suo mandato, sempre e comunque “orientato al pieno rispetto delle regole”. 
Tra i primi nodi da sciogliere per il neo segretario, il ruolo del partito nei confronti dell’amministrazione comunale di centrodestra guidata dal sindaco Tito Rodà. 
Pur assente dall’ultima competizione elettorale, il Partito democratico annovera oggi alcuni dei componenti il locale direttivo di sezione in seno al consiglio comunale, anche se allo stato non risulta ancora formalizzata la costituzione di un gruppo comunale consiliare del Pd.


   (Raffaele Lopreiato Gazzetta del sud 15-11-2012)  

sabato 10 novembre 2012

S.ONOFRIO:RIGETTATO II RICORSO DELLA “SAN LEONE COSTRUZIONI”

Comune di Sant'Onofrio

Rigettato, in parte perché infondato ed in parte perché inammissibile, il ricorso presentato al Tar da Giuseppe Granato, titolare della ditta individuale “San Leone Costruzioni” che nel 2010 aveva ottenuto, da parte del Comune di Sant’Onofrio, l’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza ed adeguamento della scuola media “S.Aloe” per un importo di  68.689,76 euro.
Il 27 maggio 2011, tuttavia, il Comune di Sant’Onofrio sulla scorta di una nota interdittiva antimafia atipica – vale a dire di un’informativa che lascia poi la discrezionalità della scelta all’ente locale – aveva revocato l’appalto. Da qui il ricorso al Tar da parte di Granato.
Ricorso dichiarato però inammissibile nei confronti della Prefettura poiché la notificazione dell’impugnazione avverso la nota prefettizia non è stata effettuata nel domicilio legale presso l’Avvocatura distrettuale dello Stato, così come prescritto dalla legge. Riguardo, invece, l’impugnazione della revoca comunale dell’appalto, il Tar ha giudicato il ricorso infondato in quanto il provvedimento comunale contestato richiama una nota prefettizia diversa da quella impugnata da Granato, sebbene di identico contenuto.
Poiché tale precedente nota era già stata oggetto di esamina parte del Tar in relazione alla revoca dell’aggiudicazione, sempre alla ditta Granato,  dei lavori di manutenzione straordinaria del Liceo classico di Nicotera, le considerazioni dei giudici sono sul punto identiche.
Dalle note prefettizie emerge infatti che Giuseppe Granato «pur avendo precedenti penali non di grave entità» risulta essere stato controllato a Briatico «per ben 14 volte, dal 2006 al 2009, con soggetti dalla condotta non del tutto cristallina».
Soggetti così descritti dal Tar: «tale Bonavita, deferito per violenza sessuale, lesione e stupefacenti; Cavallaro, deferito per usura ed estorsione; Niglia, sorvegliato di Ps, deferito per usura, gioco d’azzardo, armi e violazione delle misure di prevenzione; Garrì, deferito per stupefacenti ed estorsioni; Accorinti, deferito per armi, stupefacenti, estorsione, lesioni; tale Castagna, deferito per omicidio e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Il Tar ritiene quindi che nel caso di specie l’operato della Prefettura di Vibo è esente da macroscopici vizi di illegittimità denunciati da Granato, giacché pur non risultando necessariamente stabili relazioni economiche con malavitosi, non si possono escludere eventuali forme di contiguità con gli ambienti della criminalità.
(g.b)

S.ONOFRIO:RIGETTATO II RICORSO DELLA “SAN LEONE COSTRUZIONI”

Comune di Sant'Onofrio

Rigettato, in parte perché infondato ed in parte perché inammissibile, il ricorso presentato al Tar da Giuseppe Granato, titolare della ditta individuale “San Leone Costruzioni” che nel 2010 aveva ottenuto, da parte del Comune di Sant’Onofrio, l’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza ed adeguamento della scuola media “S.Aloe” per un importo di  68.689,76 euro.
Il 27 maggio 2011, tuttavia, il Comune di Sant’Onofrio sulla scorta di una nota interdittiva antimafia atipica – vale a dire di un’informativa che lascia poi la discrezionalità della scelta all’ente locale – aveva revocato l’appalto. Da qui il ricorso al Tar da parte di Granato.
Ricorso dichiarato però inammissibile nei confronti della Prefettura poiché la notificazione dell’impugnazione avverso la nota prefettizia non è stata effettuata nel domicilio legale presso l’Avvocatura distrettuale dello Stato, così come prescritto dalla legge. Riguardo, invece, l’impugnazione della revoca comunale dell’appalto, il Tar ha giudicato il ricorso infondato in quanto il provvedimento comunale contestato richiama una nota prefettizia diversa da quella impugnata da Granato, sebbene di identico contenuto.
Poiché tale precedente nota era già stata oggetto di esamina parte del Tar in relazione alla revoca dell’aggiudicazione, sempre alla ditta Granato,  dei lavori di manutenzione straordinaria del Liceo classico di Nicotera, le considerazioni dei giudici sono sul punto identiche.
Dalle note prefettizie emerge infatti che Giuseppe Granato «pur avendo precedenti penali non di grave entità» risulta essere stato controllato a Briatico «per ben 14 volte, dal 2006 al 2009, con soggetti dalla condotta non del tutto cristallina».
Soggetti così descritti dal Tar: «tale Bonavita, deferito per violenza sessuale, lesione e stupefacenti; Cavallaro, deferito per usura ed estorsione; Niglia, sorvegliato di Ps, deferito per usura, gioco d’azzardo, armi e violazione delle misure di prevenzione; Garrì, deferito per stupefacenti ed estorsioni; Accorinti, deferito per armi, stupefacenti, estorsione, lesioni; tale Castagna, deferito per omicidio e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Il Tar ritiene quindi che nel caso di specie l’operato della Prefettura di Vibo è esente da macroscopici vizi di illegittimità denunciati da Granato, giacché pur non risultando necessariamente stabili relazioni economiche con malavitosi, non si possono escludere eventuali forme di contiguità con gli ambienti della criminalità.
(g.b)

mercoledì 7 novembre 2012

PROVINCIA: DE NISI CONFERMA LE DIMISSIONI

Il Presidente De Nisi

(ASCA) - Vibo Valentia, 7 nov - ''Una cosa è assolutamente certa: il 18 novembre il Consiglio provinciale verrà sciolto e alla guida dell'Ente si insedierà un commissario''. Il presidente della Provincia, Francesco De Nisi, ribadisce l'intenzione di non revocare le proprie dimissioni, rassegnate il 29 ottobre scorso e ritirabili, a norma di legge, entro i 20 giorni successivi. Un'ipotesi che De Nisi esclude categoricamente, come ha avuto modo di confermare personalmente al prefetto Michele Di Bari.
''Lunedi' scorso ho incontrato il prefetto al quale ho ribadito la mia ferma intenzione di non ritirare le dimissioni entro il termine previsto - continua De Nisi -. Le motivazioni di ciò le ho già illustrate nel corso dell'ultimo Consiglio provinciale e da allora, per quanto mi riguarda, nulla e' cambiato. Resta in piedi, pero', la possibilita' di varare il bilancio di previsione e consentire cosi' all'Ente di evitare il dissesto, con tutte le conseguenze negative che ciò determinerebbe nei confronti delle imprese creditrici e dei dipendenti. Grazie all'encomiabile iniziativa del prefetto Di Bari, che ha voluto offrire un'altra chance all'Assemblea provinciale, affinchè approvi la manovra finanziaria, c'e' ancora l'opportunità di rimediare a un danno che sarebbe distruttivo per l'intero territorio, soprattutto in questo frangente legislativo che prevede l'imminente soppressione dei confini provinciali vibonesi.
Mi auguro dunque che la minoranza consiliare abbandoni le posizioni intransigenti che ha assunto sinora - afferma De Nisi -, ascoltando le istanze pressochè univoche che provengono dalla società civile, dal mondo imprenditoriale e dalle rappresentanze sindacali. Sarebbe quanto meno singolare constatare che gli unici con cui il centrodestra condivide questa scelta politica sono i rappresentanti dell'estrema sinistra, i comunisti italiani. Se la prima condizione per consentire al bilancio di passare resta la fine anticipata della consiliatura, questa sara' realtà il 18 novembre, senza squallide pantomime dinanzi a un notaio, al quale i consiglieri, secondo una scellerata proposta, dovrebbero affidare preventivamente le proprie dimissioni prima di andare in aula per il bilancio. Non c'è motivo, quindi, nel perseverare in un atteggiamento che compromette il futuro di centinaia di famiglie e mette a rischio la tenuta di tante di imprese locali''.

PROVINCIA: DE NISI CONFERMA LE DIMISSIONI

Il Presidente De Nisi

(ASCA) - Vibo Valentia, 7 nov - ''Una cosa è assolutamente certa: il 18 novembre il Consiglio provinciale verrà sciolto e alla guida dell'Ente si insedierà un commissario''. Il presidente della Provincia, Francesco De Nisi, ribadisce l'intenzione di non revocare le proprie dimissioni, rassegnate il 29 ottobre scorso e ritirabili, a norma di legge, entro i 20 giorni successivi. Un'ipotesi che De Nisi esclude categoricamente, come ha avuto modo di confermare personalmente al prefetto Michele Di Bari.
''Lunedi' scorso ho incontrato il prefetto al quale ho ribadito la mia ferma intenzione di non ritirare le dimissioni entro il termine previsto - continua De Nisi -. Le motivazioni di ciò le ho già illustrate nel corso dell'ultimo Consiglio provinciale e da allora, per quanto mi riguarda, nulla e' cambiato. Resta in piedi, pero', la possibilita' di varare il bilancio di previsione e consentire cosi' all'Ente di evitare il dissesto, con tutte le conseguenze negative che ciò determinerebbe nei confronti delle imprese creditrici e dei dipendenti. Grazie all'encomiabile iniziativa del prefetto Di Bari, che ha voluto offrire un'altra chance all'Assemblea provinciale, affinchè approvi la manovra finanziaria, c'e' ancora l'opportunità di rimediare a un danno che sarebbe distruttivo per l'intero territorio, soprattutto in questo frangente legislativo che prevede l'imminente soppressione dei confini provinciali vibonesi.
Mi auguro dunque che la minoranza consiliare abbandoni le posizioni intransigenti che ha assunto sinora - afferma De Nisi -, ascoltando le istanze pressochè univoche che provengono dalla società civile, dal mondo imprenditoriale e dalle rappresentanze sindacali. Sarebbe quanto meno singolare constatare che gli unici con cui il centrodestra condivide questa scelta politica sono i rappresentanti dell'estrema sinistra, i comunisti italiani. Se la prima condizione per consentire al bilancio di passare resta la fine anticipata della consiliatura, questa sara' realtà il 18 novembre, senza squallide pantomime dinanzi a un notaio, al quale i consiglieri, secondo una scellerata proposta, dovrebbero affidare preventivamente le proprie dimissioni prima di andare in aula per il bilancio. Non c'è motivo, quindi, nel perseverare in un atteggiamento che compromette il futuro di centinaia di famiglie e mette a rischio la tenuta di tante di imprese locali''.

martedì 6 novembre 2012

CHIUSA LA SP VIBO VALENTIA - STEFANACONI PER CADUTA MASSI


 Ancora chiusa la Stada Provinciale Vibo Valentia - Stefanaconi, a causa di una frana, secondo i tecnici che tempestivamente sono intervenuti sul luogo, pare che i massi caduti sul manto stradale siano provenienti dal Palazzo S. Chiara palazzo storico della città di Vibo Valentia.


CHIUSA LA SP VIBO VALENTIA - STEFANACONI PER CADUTA MASSI


 Ancora chiusa la Stada Provinciale Vibo Valentia - Stefanaconi, a causa di una frana, secondo i tecnici che tempestivamente sono intervenuti sul luogo, pare che i massi caduti sul manto stradale siano provenienti dal Palazzo S. Chiara palazzo storico della città di Vibo Valentia.


lunedì 5 novembre 2012

CALABRIA:ANCORA UNA SCOSSA DI TERREMOTO SUL POLLINO

Ancora una scossa di terremoto sul Pollino, alle 02:52:37, di magnitudo 2.8.
L’INVG ha registrato questa ennesima scossa a Cosenza, in Calabria ed, esattamente, nel distretto sismico del Pollino.
La profondità a cui si è verificata la scossa è stata a 8.4 km e ha interessato maggiormente i comuni che si trovano a 10Km dall’epicentro e cioè ROTONDA (PZ), LAINO BORGO (CS), LAINO CASTELLO (CS), MORMANNO (CS).Per la frequenza a cui si stanno verificando, è difficile credere che si tratti ancora di scosse di assestamento quanto, piuttosto, di un movimento che non cessa di smettere.
Pollino 
11/10/2012 - 02:28 (locale) Magnitudo:2.1 (Ml) Profondità: 8 Km.

Zone limitrofe:
Castelluccio Inferiore(PZ) ± 12 km.| Castelluccio Superiore(PZ) ± 13 km.| Laino Borgo(CS) ± 7 km.| Laino Castello(CS) ± 6 km.| Mormanno(CS) ± 3 km.| Orsomarso(CS) ± 15 km.| Papasidero(CS) ± 10 km.| Rotonda(PZ) ± 7 km.| Viggianello(PZ) ± 11 km.|

CALABRIA:ANCORA UNA SCOSSA DI TERREMOTO SUL POLLINO

Ancora una scossa di terremoto sul Pollino, alle 02:52:37, di magnitudo 2.8.
L’INVG ha registrato questa ennesima scossa a Cosenza, in Calabria ed, esattamente, nel distretto sismico del Pollino.
La profondità a cui si è verificata la scossa è stata a 8.4 km e ha interessato maggiormente i comuni che si trovano a 10Km dall’epicentro e cioè ROTONDA (PZ), LAINO BORGO (CS), LAINO CASTELLO (CS), MORMANNO (CS).Per la frequenza a cui si stanno verificando, è difficile credere che si tratti ancora di scosse di assestamento quanto, piuttosto, di un movimento che non cessa di smettere.
Pollino 
11/10/2012 - 02:28 (locale) Magnitudo:2.1 (Ml) Profondità: 8 Km.

Zone limitrofe:
Castelluccio Inferiore(PZ) ± 12 km.| Castelluccio Superiore(PZ) ± 13 km.| Laino Borgo(CS) ± 7 km.| Laino Castello(CS) ± 6 km.| Mormanno(CS) ± 3 km.| Orsomarso(CS) ± 15 km.| Papasidero(CS) ± 10 km.| Rotonda(PZ) ± 7 km.| Viggianello(PZ) ± 11 km.|

domenica 4 novembre 2012

L’ANNUNCIO DI “MORTE” DELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA NELL’ULTIMO SALUTO... DELLA POPOLAZIONE


L’agonia era iniziata da tempo. Erano stati anni difficili. Più volte sembrava arrivato il suo momento, ma alla fine era riuscita sempre a farcela. Poi, l’era dei tecnici, la spending review. E quel numero 17 che non prometteva niente di buono. Fino al mercoledì, il giorno di Halloween. Per cui neanche Santi e morti che dovevano arrivare, potevano fare nulla. Così si è “spento” e ieri a darne notizia sono stati i “cinquanta comuni e la popolazione tutta” del Vibonese. Perchè la spina è stata staccata al “capoluogo Vibo Valentia, città dal passato illustre e glorioso”. Recitavano così i manifesti che, ieri, sono stati affissi fra le vie della città. Uno scherzo? Un’amara constatazione? Chissà. Intanto a campeggiare, c’erano loro. Dal centro alla periferia. Per ricordare e segnare il passo di una storia amara. Ne davano notizia. In bianco e nero, come una vecchia pellicola in cui gli anni dell’Amministrazione provinciale sono stati trasmessi. Una storia che qualcuno ha voluto raccontare, fra le poche righe di un manifesto che da goliardico sembra diventare una triste realtà. Quindi, dalla data del “decesso” del 31 ottobre, la notizia, «colpito dagli sconforti politici e circondato dall’affetto dei suoi cari cittadini si è spento il capoluogo Vibo Valentia, città del passato illustre e glorioso. Ne danno il triste annuncio, i cinquanta comuni della Provincia, la popolazione tutta». Una data da “ricordare” che sarà celebrata nei «funerali – si legge ancora nel manifesto –che avranno luogo a Roma dopo i sessanta giorni dalla conversione del decreto del Governo Monti. Le macerie verranno traslate verso il cimitero di Catanzaro. Si dispensa dalle visite dei “politici”». La provincia della Costa degli dei, la provincia che avrebbe potuto lasciare il segno. Per essa una fine non proprio gloriosa. Rimasta nel silenzio che ha avvolto tutto e tutti. E alla politica, il messaggio sembra rivolto. Una città che, forse, inizia a percepire quanto sta accadendo. E fra le vie, quel bianco e nero, ieri, ha fatto la differenza. Per ammonire. Quanti hanno preferito far finta di nulla. Quanti hanno preferito far finta di fare. Mercoledì, però, la spina è stata staccata. Non resterà che piangere al territorio. Per quel che fu e che forse da troppo tempo non era più. Non resterà che attendere, chissà. Forse resusciterà. O chissà, non resterà che l’ultimo saluto. Prima della partenza... per Catanzaro.
(Stefania Marasco- Gazzetta del Sud 04/11/2012)

L’ANNUNCIO DI “MORTE” DELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA NELL’ULTIMO SALUTO... DELLA POPOLAZIONE


L’agonia era iniziata da tempo. Erano stati anni difficili. Più volte sembrava arrivato il suo momento, ma alla fine era riuscita sempre a farcela. Poi, l’era dei tecnici, la spending review. E quel numero 17 che non prometteva niente di buono. Fino al mercoledì, il giorno di Halloween. Per cui neanche Santi e morti che dovevano arrivare, potevano fare nulla. Così si è “spento” e ieri a darne notizia sono stati i “cinquanta comuni e la popolazione tutta” del Vibonese. Perchè la spina è stata staccata al “capoluogo Vibo Valentia, città dal passato illustre e glorioso”. Recitavano così i manifesti che, ieri, sono stati affissi fra le vie della città. Uno scherzo? Un’amara constatazione? Chissà. Intanto a campeggiare, c’erano loro. Dal centro alla periferia. Per ricordare e segnare il passo di una storia amara. Ne davano notizia. In bianco e nero, come una vecchia pellicola in cui gli anni dell’Amministrazione provinciale sono stati trasmessi. Una storia che qualcuno ha voluto raccontare, fra le poche righe di un manifesto che da goliardico sembra diventare una triste realtà. Quindi, dalla data del “decesso” del 31 ottobre, la notizia, «colpito dagli sconforti politici e circondato dall’affetto dei suoi cari cittadini si è spento il capoluogo Vibo Valentia, città del passato illustre e glorioso. Ne danno il triste annuncio, i cinquanta comuni della Provincia, la popolazione tutta». Una data da “ricordare” che sarà celebrata nei «funerali – si legge ancora nel manifesto –che avranno luogo a Roma dopo i sessanta giorni dalla conversione del decreto del Governo Monti. Le macerie verranno traslate verso il cimitero di Catanzaro. Si dispensa dalle visite dei “politici”». La provincia della Costa degli dei, la provincia che avrebbe potuto lasciare il segno. Per essa una fine non proprio gloriosa. Rimasta nel silenzio che ha avvolto tutto e tutti. E alla politica, il messaggio sembra rivolto. Una città che, forse, inizia a percepire quanto sta accadendo. E fra le vie, quel bianco e nero, ieri, ha fatto la differenza. Per ammonire. Quanti hanno preferito far finta di nulla. Quanti hanno preferito far finta di fare. Mercoledì, però, la spina è stata staccata. Non resterà che piangere al territorio. Per quel che fu e che forse da troppo tempo non era più. Non resterà che attendere, chissà. Forse resusciterà. O chissà, non resterà che l’ultimo saluto. Prima della partenza... per Catanzaro.
(Stefania Marasco- Gazzetta del Sud 04/11/2012)

sabato 3 novembre 2012

venerdì 2 novembre 2012

STEFANACONI: A “FRANZA” LA GESTIONE DELLA BIBLIOTECA?

Il Sindaco Salvatore Di Sì

(STEFANACONI)  Schiarita in vista nei rapporti tra l'associazione culturale "Franza" e l'amministrazione comunale.
Il recente incontro in municipio sembra infatti aver sortito l'effetto sperato.
Scongiurando l'ipotesi più pessimistica che aveva portato a pensare che dopo cinque anni di costante impegno al servizio della crescita sociale e culturale della comunità, come pure testimoniano le innumerevoli iniziative promosse ed il traguardo dei 100mila contatti registrati sul sito web, il sodalizio culturale guidato da Battista Bartalotta avrebbe cessato le proprie attività.
All'origine della querelle, l'impossibilità manifestata dal direttivo di Franza di poter continuare a svolgere la propria attività nei locali dell'ex municipio non essendo l'associazione in grado di provvedere in forma autonoma, per come peraltro chiesto dall'amministrazione comunale, al pagamento delle utenze elettriche e telefoniche.
Da qui la conseguente decisione di riconsegnare al comune i locali detenuti in comodato gratuito.
Il problema diventava così di pubblico dominio, creando comprensibile preoccupazione nella comunità.
A farsene portatore, anche il segretario della locale sezione di Rifondazione comunista, Nicola Arcella, che invitava l'amministrazione Di Sì a voler riconsiderare la propria posizione.
A riportare il sereno l'incontro dei giorni scorsi, nel corso del quale sarebbe stata presa in considerazione la possibilità di conferire a Franza la gestione della biblioteca comunale.
Una proposta questa che, come afferma sul social network dell'associazione il presidente Bartalotta, "ci inorgoglisce perchè così facendo l'amministrazione Di Sì riconosce l'impegno da noi profuso in questi anni a favore degli stefanaconesi residenti ed emigrati".
"Sulla proposta - continua Bartalotta - stiamo ora serenamente riflettendo, consapevoli della gravosità dell'impegno che una volta assunto andrebbe ad aggiungersi a tutti gli altri progetti culturali già in cantiere".
Naturalmente a tutti dovrà essere chiaro - conclude il presidente - che in caso di risposta positiva Franz non pretenderà alcun compenso in denaro per questa attività, dettata esclusivamente dall'amore profondo verso la nostra Stefanaconi".

           (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 02/11/2012)  

STEFANACONI: A “FRANZA” LA GESTIONE DELLA BIBLIOTECA?

Il Sindaco Salvatore Di Sì

(STEFANACONI)  Schiarita in vista nei rapporti tra l'associazione culturale "Franza" e l'amministrazione comunale.
Il recente incontro in municipio sembra infatti aver sortito l'effetto sperato.
Scongiurando l'ipotesi più pessimistica che aveva portato a pensare che dopo cinque anni di costante impegno al servizio della crescita sociale e culturale della comunità, come pure testimoniano le innumerevoli iniziative promosse ed il traguardo dei 100mila contatti registrati sul sito web, il sodalizio culturale guidato da Battista Bartalotta avrebbe cessato le proprie attività.
All'origine della querelle, l'impossibilità manifestata dal direttivo di Franza di poter continuare a svolgere la propria attività nei locali dell'ex municipio non essendo l'associazione in grado di provvedere in forma autonoma, per come peraltro chiesto dall'amministrazione comunale, al pagamento delle utenze elettriche e telefoniche.
Da qui la conseguente decisione di riconsegnare al comune i locali detenuti in comodato gratuito.
Il problema diventava così di pubblico dominio, creando comprensibile preoccupazione nella comunità.
A farsene portatore, anche il segretario della locale sezione di Rifondazione comunista, Nicola Arcella, che invitava l'amministrazione Di Sì a voler riconsiderare la propria posizione.
A riportare il sereno l'incontro dei giorni scorsi, nel corso del quale sarebbe stata presa in considerazione la possibilità di conferire a Franza la gestione della biblioteca comunale.
Una proposta questa che, come afferma sul social network dell'associazione il presidente Bartalotta, "ci inorgoglisce perchè così facendo l'amministrazione Di Sì riconosce l'impegno da noi profuso in questi anni a favore degli stefanaconesi residenti ed emigrati".
"Sulla proposta - continua Bartalotta - stiamo ora serenamente riflettendo, consapevoli della gravosità dell'impegno che una volta assunto andrebbe ad aggiungersi a tutti gli altri progetti culturali già in cantiere".
Naturalmente a tutti dovrà essere chiaro - conclude il presidente - che in caso di risposta positiva Franz non pretenderà alcun compenso in denaro per questa attività, dettata esclusivamente dall'amore profondo verso la nostra Stefanaconi".

           (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 02/11/2012)  

PROVINCE, 56.000 POSTI A RISCHIO


Province, 56.000 posti a rischio 
Gli accorpamenti non garantiscono il mantenimento del lavoro 
 
A rischio 56.000 dipendenti provinciali. Contrariamente a quanto ha sempre asserito il governo, il «riordino» delle province non garantisce affatto il mantenimento delle posizioni lavorative dei lavoratori impiegati nelle province, per i quali, al contrario, si avvia un percorso...
 Luigi Oliveri Italia Oggi del 02/11/2012

PROVINCE, 56.000 POSTI A RISCHIO


Province, 56.000 posti a rischio 
Gli accorpamenti non garantiscono il mantenimento del lavoro 
 
A rischio 56.000 dipendenti provinciali. Contrariamente a quanto ha sempre asserito il governo, il «riordino» delle province non garantisce affatto il mantenimento delle posizioni lavorative dei lavoratori impiegati nelle province, per i quali, al contrario, si avvia un percorso...
 Luigi Oliveri Italia Oggi del 02/11/2012

MILETO: IL SUO POPOLO ACCLAMA NATUZZA COME SANTA

La mistica Natuzza Evolo

Nel terzo anniversario della sua scomparsa migliaia di fedeli si sono ritrovati a Paravati per pregare sulla tomba della mamma spirituale

La gente in preghiera, il cielo luminoso di Paravati con qualche spruzzata di grigio, la sera con le luci fioche del paese immerso interamente per tutta la giornata nel ricordo di Natuzza Evolo nel terzo anniversario della sua morte.
Infine, la santa messa, che è stata celebrata nel pomeriggio sul sagrato della costruendo santuario mariano “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, con la testimonianza offerta ai presenti dal vescovo della diocesi di Rossano Cariati monsignor  Santo Marcianò: «Ho incontrato Natuzza più volte – ha detto il presule nel corso della sua omelia – e attraverso di lei il Signore ha parlato alla mia vita».
E poi le parole del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo che sono risuonate con la consueta forza di sempre nella spianata popolata di pellegrini. «Oggi è una giornata speciale – ha detto il pastore della Chiesa miletese, rivolto ai fedeli – perché si festeggiano tutti i santi del paradiso e tra questi vediamo e gioiamo per mamma Natuzza».
Fortunata Evolo, scomparsa, all’età di 85 anni, alle prime luci dell’alba del primo novembre 2009, a tre anni dalla morte, è stata ricordata così. Un ricordo accompagnato anche da tante piccole e grandi storie personali, fatte di umane debolezze, di inquietudini dell’anima, di dolori impossibili da sopportare e che solo la sua presenza e le sue parole sono riusciti a lenire.
Ieri per tutta la giornata in migliaia hanno raggiunto Paravati,sin dalle prime ore del mattino, per pregare davanti alla tomba della mistica con le stimmate: giovani, anziani e intere comitive di pellegrini provenienti da ogni angolo d’Italia. Federica di Cosenza è stata tra le prime a entrare ieri mattina nella piccola cappella che custodisce le spoglie della Messaggera della Madonna. «Mamma Natuzza – ci ha detto – non l’ho mai conosciuta, l’ho vista una sola volta da lontano circa quindici anni fa durante la festa che si svolge durante il mese di maggio. Ma la sua presenza l’ho sempre avvertita, specie dopo che ho dovuto subire un delicato intervento chirurgico, al quale io all’inizio non ne volevo di che sapere di sottopormi.
Una volta mi è venuta anche in sogno e mi ha chiesto di  avere pazienza e fede perché tutto prima o poi si sarebbe risolto in modo positivo. E oggi io sono qui – ha concluso Federica – per qualche minuto di raccoglimento sulla sua tomba ma soprattutto per dire grazie a mamma Natuzza per tutto quello che ha fatto con le sue preghiere per l’umanità intera e soprattutto per noi calabresi che tra tante cose negative almeno abbiamo avuto mamma Natuzza la fortuna di avere in mezzo a noi una figura come lei». L’accesso alla tomba di mamma Natuzza è stato poi interrotto durante i momenti di preghiera e nel corso della santa messa concelebrata da monsignor Renzo e monsignor Marciano, insieme a numerosi sacerdoti. Il pellegrinaggio alla piccola cappella che custodisce le spoglie della mistica è poi ripreso fino a tarda sera in un clima di compostezza e di grande partecipazione.
Intanto, sono terminate da qualche giorno le operazioni di rivestimento finale, con pannelli di rame, della cupola centrale del santuario mariano in fase di realizzazione: il grande sogno di mamma Natuzza.
Vincenzo Varone - Gazzetta del Sud 2-11-2012

MILETO: IL SUO POPOLO ACCLAMA NATUZZA COME SANTA

La mistica Natuzza Evolo

Nel terzo anniversario della sua scomparsa migliaia di fedeli si sono ritrovati a Paravati per pregare sulla tomba della mamma spirituale

La gente in preghiera, il cielo luminoso di Paravati con qualche spruzzata di grigio, la sera con le luci fioche del paese immerso interamente per tutta la giornata nel ricordo di Natuzza Evolo nel terzo anniversario della sua morte.
Infine, la santa messa, che è stata celebrata nel pomeriggio sul sagrato della costruendo santuario mariano “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, con la testimonianza offerta ai presenti dal vescovo della diocesi di Rossano Cariati monsignor  Santo Marcianò: «Ho incontrato Natuzza più volte – ha detto il presule nel corso della sua omelia – e attraverso di lei il Signore ha parlato alla mia vita».
E poi le parole del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo che sono risuonate con la consueta forza di sempre nella spianata popolata di pellegrini. «Oggi è una giornata speciale – ha detto il pastore della Chiesa miletese, rivolto ai fedeli – perché si festeggiano tutti i santi del paradiso e tra questi vediamo e gioiamo per mamma Natuzza».
Fortunata Evolo, scomparsa, all’età di 85 anni, alle prime luci dell’alba del primo novembre 2009, a tre anni dalla morte, è stata ricordata così. Un ricordo accompagnato anche da tante piccole e grandi storie personali, fatte di umane debolezze, di inquietudini dell’anima, di dolori impossibili da sopportare e che solo la sua presenza e le sue parole sono riusciti a lenire.
Ieri per tutta la giornata in migliaia hanno raggiunto Paravati,sin dalle prime ore del mattino, per pregare davanti alla tomba della mistica con le stimmate: giovani, anziani e intere comitive di pellegrini provenienti da ogni angolo d’Italia. Federica di Cosenza è stata tra le prime a entrare ieri mattina nella piccola cappella che custodisce le spoglie della Messaggera della Madonna. «Mamma Natuzza – ci ha detto – non l’ho mai conosciuta, l’ho vista una sola volta da lontano circa quindici anni fa durante la festa che si svolge durante il mese di maggio. Ma la sua presenza l’ho sempre avvertita, specie dopo che ho dovuto subire un delicato intervento chirurgico, al quale io all’inizio non ne volevo di che sapere di sottopormi.
Una volta mi è venuta anche in sogno e mi ha chiesto di  avere pazienza e fede perché tutto prima o poi si sarebbe risolto in modo positivo. E oggi io sono qui – ha concluso Federica – per qualche minuto di raccoglimento sulla sua tomba ma soprattutto per dire grazie a mamma Natuzza per tutto quello che ha fatto con le sue preghiere per l’umanità intera e soprattutto per noi calabresi che tra tante cose negative almeno abbiamo avuto mamma Natuzza la fortuna di avere in mezzo a noi una figura come lei». L’accesso alla tomba di mamma Natuzza è stato poi interrotto durante i momenti di preghiera e nel corso della santa messa concelebrata da monsignor Renzo e monsignor Marciano, insieme a numerosi sacerdoti. Il pellegrinaggio alla piccola cappella che custodisce le spoglie della mistica è poi ripreso fino a tarda sera in un clima di compostezza e di grande partecipazione.
Intanto, sono terminate da qualche giorno le operazioni di rivestimento finale, con pannelli di rame, della cupola centrale del santuario mariano in fase di realizzazione: il grande sogno di mamma Natuzza.
Vincenzo Varone - Gazzetta del Sud 2-11-2012