giovedì 31 maggio 2012

EUROPEI DI CALCIO 2012: FORZA AZZURRI...


Si parte dall’alto a sinistra con Leonardo Bonucci (Juventus), Thiago Motta(Paris Saint Germain), Giorgio Chiellini(Juventus), Mario Balotelli(Manchester City), Andrea Barzagli(Juventus), Christian Maggio(Napoli), Angelo Ogbonna(Torino) e Ignazio Abate(Milan);
Nella fila centrale troviamo al centro Giancarlo Abete con Demetrio Albertini alla sua destra e Cesare Prandelli alla sua sinistra, poi gli altri giocatori partendo da sinistra Federico Balzaretti(Palermo), Antonio Nocerino(Milan), Daniele De Rossi(Roma), Riccardo Montolivo(Fiorentina), Claudio Marchisio(Juventus) e Alessandro Diamanti(Bologna).
Infine, seduti, troviamo Fabio Borini(Roma), Antonio Di Natale(Udinese), Antonio Cassano(Milan), Morgan De Sanctis(Napoli), Gianluigi Buffon(Juventus), Salvatore Sirigu(Paris Saint Germain), Andrea Pirlo(Juventus), Sebastian Giovinco(Parma) ed Emanuele Giaccherini(Juventus). 

La Nazionale Italiana farà parte del Gruppo C con Spagna, Irlanda e Croazia.

Ecco il calendario della prima fase:
10 giugno 2012 ore 18
Spagna-Italia
Stadio: Arena Gdansk, Gdansk (POL)

14 giugno 2012 ore 18
Italia-Croazia
Stadio: Municipal Stadium Poznan, Poznan (POL)

18 giugno 2012 ore 20.45
Italia-Irlanda
Stadio: Municipal Stadium Poznan, Poznan (POL)

EUROPEI DI CALCIO 2012: FORZA AZZURRI...


Si parte dall’alto a sinistra con Leonardo Bonucci (Juventus), Thiago Motta(Paris Saint Germain), Giorgio Chiellini(Juventus), Mario Balotelli(Manchester City), Andrea Barzagli(Juventus), Christian Maggio(Napoli), Angelo Ogbonna(Torino) e Ignazio Abate(Milan);
Nella fila centrale troviamo al centro Giancarlo Abete con Demetrio Albertini alla sua destra e Cesare Prandelli alla sua sinistra, poi gli altri giocatori partendo da sinistra Federico Balzaretti(Palermo), Antonio Nocerino(Milan), Daniele De Rossi(Roma), Riccardo Montolivo(Fiorentina), Claudio Marchisio(Juventus) e Alessandro Diamanti(Bologna).
Infine, seduti, troviamo Fabio Borini(Roma), Antonio Di Natale(Udinese), Antonio Cassano(Milan), Morgan De Sanctis(Napoli), Gianluigi Buffon(Juventus), Salvatore Sirigu(Paris Saint Germain), Andrea Pirlo(Juventus), Sebastian Giovinco(Parma) ed Emanuele Giaccherini(Juventus). 

La Nazionale Italiana farà parte del Gruppo C con Spagna, Irlanda e Croazia.

Ecco il calendario della prima fase:

DAL 15 GIUGNO L’AREA DELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA PASSERA’ DALL’ANALOGICO AL DIGITALE TERRESTRE.

La Calabria è pronta per il passaggio dall'analogico al digitale delle trasmissioni televisive. Il passaggio coinvolgerà la Calabria dal 4 al 15 giugno con le seguenti tappe: Cosenza e Crotone dal 4 al 6; Catanzaro dall'11; dal 12 la parte ionica della provincia di Reggio; dal 15 giugno Vibo Valentia e l'altra parte della provincia di Reggio.
La stagione del digitale terrestre significa cambiamento e nuove tecnologie, quali i canali in HD, le guide dei programmi EPG, o le novità interattive come Premium Play a portata di telecomando, e il quasi addio a tante tv locali, perchè entrando nella Bat per poter ricevere e vedere la tv il digitale terrestre serve l'installazione di un decoder (su ogni apparecchio tv analogico) oppure l'adozione di un nuovo tv con sintonizzatore per il dtt incorporato.
A tal proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato un fondo per aiutare le famiglie più disagiate e socialmente più deboli, e rendere loro più agevole il passaggio.
Il contributo è riservato soltanto a coloro che vivono nelle regioni interessate al digitale
terrestre, che abbiano pagato il canone Rai e che non abbiano già usufruito del contributo per l’acquisto di un altro decoder digitale.

I requisiti
I requisiti per poter accedere al contributo di 50 euro sull’acquisto di un decoder digitale sono:
- età 65 anni o superiore
- reddito inferiore a 10 mila euro annui per il nucleo familiare.
- aver pagato il canone Rai
- risiedere in una regione dove il digitale terrestre sia già attivo.

Come funziona il contributo
Il contributo statale, come già detto, è di 50 euro, che verranno scontati direttamente al momento di pagare il decoder dal suo prezzo complessivo nel punto vendita dove lo si acquista.
Nei punti vendita, segnalati dal Ministero dello Sviluppo Economico, dove è possibile usufruire del contributo, è necessario soltanto presentare un documento di identità, il proprio codice fiscale e la ricevuta di pagamento del bollettino del canone Rai; per i requisiti economici invece basta una autocertificazione da eseguirsi direttamente nel punto vendita di cui il cliente si prende la piena responsabilità.
Se ad acquistare il decoder non è l’intestatario dell’abbonamento Tv sarà necessario esibire il codice fiscale della persona a cui è intestato l’abbonamento, che diventa in questo caso delegante.

DAL 15 GIUGNO L’AREA DELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA PASSERA’ DALL’ANALOGICO AL DIGITALE TERRESTRE.

La Calabria è pronta per il passaggio dall'analogico al digitale delle trasmissioni televisive. Il passaggio coinvolgerà la Calabria dal 4 al 15 giugno con le seguenti tappe: Cosenza e Crotone dal 4 al 6; Catanzaro dall'11; dal 12 la parte ionica della provincia di Reggio; dal 15 giugno Vibo Valentia e l'altra parte della provincia di Reggio.
La stagione del digitale terrestre significa cambiamento e nuove tecnologie, quali i canali in HD, le guide dei programmi EPG, o le novità interattive come Premium Play a portata di telecomando, e il quasi addio a tante tv locali, perchè entrando nella Bat per poter ricevere e vedere la tv il digitale terrestre serve l'installazione di un decoder (su ogni apparecchio tv analogico) oppure l'adozione di un nuovo tv con sintonizzatore per il dtt incorporato.
A tal proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato un fondo per aiutare le famiglie più disagiate e socialmente più deboli, e rendere loro più agevole il passaggio.
Il contributo è riservato soltanto a coloro che vivono nelle regioni interessate al digitale

VIBO VALENTIA: MINI OLIMPIADI PER ESALTARE I VALORI DELLO SPORT


(VIBO VALENTIA) A poco meno di un mese dall’apertura ufficiale delle Olimpiadi di Londra, il plesso “Trentacapilli” del secondo circolo didattico guidato dalla dirigente Silvia Costa ha dato un primo “assaggio” dello spirito di partecipazione e di coinvolgimento emotivo che da sempre caratterizza la manifestazione che più di ogni altra testimonia sotto la bandiera universale dello sport i valori di solidarietà, amicizia e cooperazione tra i popoli del mondo.
L’occasione è stata fornita dallo svolgimento dell’annuale edizione delle “Mini Olimpiadi” studentesche organizzate a conclusione del progetto “Un’integrazionepossibile attraverso lo sport” proposto dal corpo docente con il coordinamento dell’esperta in attività motorie Enrica Barbieri.
E così per due giorni il palazzetto dello sport è stato invaso dall’allegria contagiosa di centinaia di bambini della scuola primaria che, suddivisi in squadre contraddistinte da uno dei colori dell’arcobaleno, si sono sfidati costantemente sostenuti da genitori e familiari che fino all’inverosimile gremivano le tribune del palazzetto di viale della Pace.
Tra le attività sportive proposte gare di atletica leggera, tornei di volley e pallamano.
Particolarmente ricca di suggestioni si è
rivelata la cerimonia di apertura dei giochi, con la fiaccola olimpica portata dagli alunni più piccoli per il rituale giro di pista mentre l’inno di Mameli veniva intonato ad una sola voce da tutti i presenti.
A solennizzare ulteriormente l’avvenimento, la presenza del sindaco Nicola D’agostino accompagnato dall’assessore Pasquale La Gamba.
Nel suo intervento di saluto il primo cittadino ha espresso anche a nome dell’intera città l’apprezzamento per l’iniziativa che “oltre a contribuire significativamente alla formazione dei cittadini di domani rappresenta al meglio lo spirito di fratellanza e solidarietà alla base della convivenza civile e democratica”.    


 (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 31/05/2012) 

VIBO VALENTIA: MINI OLIMPIADI PER ESALTARE I VALORI DELLO SPORT


(VIBO VALENTIA) A poco meno di un mese dall’apertura ufficiale delle Olimpiadi di Londra, il plesso “Trentacapilli” del secondo circolo didattico guidato dalla dirigente Silvia Costa ha dato un primo “assaggio” dello spirito di partecipazione e di coinvolgimento emotivo che da sempre caratterizza la manifestazione che più di ogni altra testimonia sotto la bandiera universale dello sport i valori di solidarietà, amicizia e cooperazione tra i popoli del mondo.
L’occasione è stata fornita dallo svolgimento dell’annuale edizione delle “Mini Olimpiadi” studentesche organizzate a conclusione del progetto “Un’integrazionepossibile attraverso lo sport” proposto dal corpo docente con il coordinamento dell’esperta in attività motorie Enrica Barbieri.
E così per due giorni il palazzetto dello sport è stato invaso dall’allegria contagiosa di centinaia di bambini della scuola primaria che, suddivisi in squadre contraddistinte da uno dei colori dell’arcobaleno, si sono sfidati costantemente sostenuti da genitori e familiari che fino all’inverosimile gremivano le tribune del palazzetto di viale della Pace.
Tra le attività sportive proposte gare di atletica leggera, tornei di volley e pallamano.
Particolarmente ricca di suggestioni si è

lunedì 28 maggio 2012

S.ONOFRIO: RITMI E BALLI SFRENATI CON LA TARANTA LA MUSICA POPOLARE DIVENTA FESTA

(SANT’ONOFRIO) L’onda lunga della taranta ha avvolto nella notte tra sabato e domenica scorsa Sant’Onofrio fino a sommergerla con i suoi ritmi, i suoi colori, i suoi balli sfrenati e coinvolgenti in quella che si è rivelata come una autentica, genuina ed intensamente partecipata festa popolare.
Questo, in sintesi, il senso della prima edizione della Festa della Tarantella che, patrocinata dall’associazione culturale “Green 2000” presieduta da Assunta Rosa Columbro, ha riscosso un successo superiore alle più rosee aspettative della vigilia.
Ricco di momenti musicali ed aggregativi il programma predisposto dagli organizzatori che ha registrato la qualificata presenza di gruppi di musica etno-folklorica provenienti da Puglia, Sicilia e da tutte le province calabresi.
Ad aprire le danze, nel senso letterale della parola, la prevista esibizione a base di “tamurriata pugliese” e “tarantella riggitana grecanica” degli artisti giunti in paese che nelle ore pomeridiane hanno sfilato nei diversi rioni con l’intento di coinvolgere la cittadinanza e riscaldare l’ambiente in attesa del maxi concerto di Ciccio Nucera che, accompagnato dai trenta elementi che compongono la band “Kalabria Orkestra” si è esibito nelle ore notturne in piazza Umberto I.
Sempre nella piazza principale del paese sono state realizzate mostre sui tipici strumenti della tradizione musicale calabrese e stage dimostrativi di danza.
Non potevano poi mancare, in questo clima di forte coinvolgimento  popolare, i momenti di degustazione ispirati alla tradizione enogastronomica locale.
I veri protagonisti sono stati comunque le migliaia di appassionati del genere che, provenienti da tutta la regione ed esaltati dalle coinvolgenti performance degli artisti hanno animato con le loro danze la festa fino alle prime luci dell’alba.
La scelta di Sant’Onofrio quale sede di questa prima edizione della kermesse non è stata comunque casuale.
Il paese, infatti, da più di un anno ospita una scuola di formazione sulla musica e tradizioni popolari che, guidata dal maestro Nucera, conta numerosi iscritti che oltre a collaborare attivamente nell’organizzazione dell’evento non si sono fatti sfuggire l’occasione per mettere a frutto quanto appreso.
                           (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 28/05/2012) 

S.ONOFRIO: RITMI E BALLI SFRENATI CON LA TARANTA LA MUSICA POPOLARE DIVENTA FESTA

(SANT’ONOFRIO) L’onda lunga della taranta ha avvolto nella notte tra sabato e domenica scorsa Sant’Onofrio fino a sommergerla con i suoi ritmi, i suoi colori, i suoi balli sfrenati e coinvolgenti in quella che si è rivelata come una autentica, genuina ed intensamente partecipata festa popolare.
Questo, in sintesi, il senso della prima edizione della Festa della Tarantella che, patrocinata dall’associazione culturale “Green 2000” presieduta da Assunta Rosa Columbro, ha riscosso un successo superiore alle più rosee aspettative della vigilia.
Ricco di momenti musicali ed aggregativi il programma predisposto dagli organizzatori che ha registrato la qualificata presenza di gruppi di musica etno-folklorica provenienti da Puglia, Sicilia e da tutte le province calabresi.
Ad aprire le danze, nel senso letterale della parola, la prevista esibizione a base di “tamurriata pugliese” e “tarantella riggitana grecanica” degli artisti giunti in paese che nelle ore pomeridiane hanno sfilato nei diversi rioni con l’intento di coinvolgere la cittadinanza e riscaldare l’ambiente in attesa del maxi concerto di Ciccio Nucera che, accompagnato dai trenta elementi che compongono la band “Kalabria Orkestra” si è esibito nelle ore notturne in piazza Umberto I.
Sempre nella piazza principale del paese sono state realizzate mostre sui tipici strumenti della tradizione musicale calabrese e stage dimostrativi di danza.
Non potevano poi mancare, in questo clima di forte coinvolgimento  popolare, i momenti di degustazione ispirati alla tradizione enogastronomica locale.
I veri protagonisti sono stati comunque le migliaia di appassionati del genere che, provenienti da tutta la regione ed esaltati dalle coinvolgenti performance degli artisti hanno animato con le loro danze la festa fino alle prime luci dell’alba.
La scelta di Sant’Onofrio quale sede di questa prima edizione della kermesse non è stata comunque casuale.
Il paese, infatti, da più di un anno ospita una scuola di formazione sulla musica e tradizioni popolari che, guidata dal maestro Nucera, conta numerosi iscritti che oltre a collaborare attivamente nell’organizzazione dell’evento non si sono fatti sfuggire l’occasione per mettere a frutto quanto appreso.
                           (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 28/05/2012) 

domenica 27 maggio 2012

ORCHESTRA DI FIATI DI DELIANUOVA A STEFANACONI VV


Stefanaconi, chiesa di Santa Maria 25 maggio 2012
- Orchestra di fiati di Delianuova -
Istituto comprensivo di Sant'Onofrio-Stefanaconi.
Pubblicato in data 26/mag/2012 da

ORCHESTRA DI FIATI DI DELIANUOVA A STEFANACONI VV


Stefanaconi, chiesa di Santa Maria 25 maggio 2012
- Orchestra di fiati di Delianuova -
Istituto comprensivo di Sant'Onofrio-Stefanaconi.
Pubblicato in data 26/mag/2012 da

sabato 26 maggio 2012

STEFANACONI: LA GIUNTA DI SÌ AFFOSSA IL CONCORSO DI ISTRUTTORE

(STEFANACONI) Il concorso della discordia è stato sospeso e di fatto definitivamente affossato.
Una decisione che, considerate le prese di posizione politiche registrate nelle scorse settimane era nell’aria e che non a caso l’esecutivo Di Sì ha simbolicamente formalizzato con la prima deliberazione di giunta del nuovo corso amministrativo.
Viene così probabilmente scritta la parola fine alla querelle che aveva infiammato la campagna elettorale e che 8aveva preso le mosse dalla decisione adottata dall’amministrazione guidata dal sindaco Saverio Franzè, che peraltro non si era ricandidato, di far svolgere proprio nel periodo coincidente con lo svolgimento della campagna elettorale le prove di selezione dei candidati per il concorso finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato ed in regime di part-time di un istruttore direttivo da affiancare alla struttura burocratica dell’ente.
Una decisione, questa, che non era andata giù al gruppo consiliare di minoranza “Progetto Stefanaconi”, tra i cui componenti figurava anche Salvatore Di Sì, che con una dura nota inviata per conoscenza anche al prefetto di Vibo Valentia invitava il sindaco Franzè a non turbare la competizione elettorale con lo svolgimento del concorso in questione per il quale tra l’altro si
manifestavano “forti perplessità sulla regolarità delle procedure adottate”.
L’appello sortiva l’effetto sperato, poiché di li a pochi giorni il sindaco Franzè, dopo aver ribadito il “pieno rispetto della legge nelle procedure seguite” per il concorso e respinto le illazioni della minoranza definite “false e calunniose”, attraverso gli uffici preposti rendeva noto ai circa 120 aspiranti ammessi il rinvio delle prove a data da destinarsi.
L’epilogo della vicenda porta il n. 31 della deliberazione di giunta pubblicata lo scorso 21 maggio che, stante la necessità della nuova amministrazione comunale di “procedere alla rideterminazione della dotazione organica in ossequio e rispetto del programma elettorale presentato, sancisce testualmente la “sospensione del concorso” subito notificata agli interessati attraverso la pubblicazione del relativo avviso pubblico sull’albo on line del sito istituzionale del comune.
                            (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 26/05/2012) 



STEFANACONI: LA GIUNTA DI SÌ AFFOSSA IL CONCORSO DI ISTRUTTORE

(STEFANACONI) Il concorso della discordia è stato sospeso e di fatto definitivamente affossato.
Una decisione che, considerate le prese di posizione politiche registrate nelle scorse settimane era nell’aria e che non a caso l’esecutivo Di Sì ha simbolicamente formalizzato con la prima deliberazione di giunta del nuovo corso amministrativo.
Viene così probabilmente scritta la parola fine alla querelle che aveva infiammato la campagna elettorale e che 8aveva preso le mosse dalla decisione adottata dall’amministrazione guidata dal sindaco Saverio Franzè, che peraltro non si era ricandidato, di far svolgere proprio nel periodo coincidente con lo svolgimento della campagna elettorale le prove di selezione dei candidati per il concorso finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato ed in regime di part-time di un istruttore direttivo da affiancare alla struttura burocratica dell’ente.
Una decisione, questa, che non era andata giù al gruppo consiliare di minoranza “Progetto Stefanaconi”, tra i cui componenti figurava anche Salvatore Di Sì, che con una dura nota inviata per conoscenza anche al prefetto di Vibo Valentia invitava il sindaco Franzè a non turbare la competizione elettorale con lo svolgimento del concorso in questione per il quale tra l’altro si

venerdì 25 maggio 2012

PROPOSTA DI LEGGE DELL’ON. BRUNI IN FAVORE DI SEPARATI E DIVORZIATI

Il consigliere regionale della Calabria, Ottavio Bruni (Udc), primo firmatario, ha depositato una proposta di legge concernente la possibilita', in caso di separazione e di divorzio, di far valere quale garanzia per l'accesso al credito presso istituti bancari a carattere regionale, l'assegno di mantenimento ricevuto per legge da uno dei due coniugi. Il progetto di legge e' stato sottoscritto anche dal capogruppo dell'Udc in Consiglio regionale, Alfonso Dattolo, e dal vice, Gianluca Gallo.
 ''Nell'ultimo decennio - scrive il consigliere Bruni nella relazione di accompagnamento - l'importo medio del sostentamento economico a beneficio dei figli minori e' stato pari a 460,30 euro nelle separazioni e a 396, 50 euro per i divorzi. Lo scopo della proposta di legge - evidenzia il consigliere dell'Udc - e' quello di rimuovere ogni ostacolo che impedisca la piena parita' degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica, agevolando il coniuge debole nell'accesso al credito. Accade infatti, che il piu' debole non e' solvibile per cui gli istituti di credito sono impossibilitati a concedere i prestiti richiesti. Con questa legge - osserva ancora Bruni - si da' la possibilita' al coniuge debole di ottenere un prestito, sebbene
contenuto entro un certo tetto, per una somma individuata di 25 mila euro. E' un indiscutibile passo in avanti sul fronte della democrazia paritaria tra coniugi - afferma Ottavio Bruni - nonche' tra uomo e donna. Si vuole cosi' dare una opportunita' concreta affinche' in seguito ad una separazione o ad un divorzio non si cada nel baratro totale della disperazione ma si possa intravvedere in quell'assegno di mantenimento anche una piccolissima autonomia decisionale e gestionale''.
 Il progetto di legge, costituito da dieci articoli, prevede, tra l'altro, il diritto per il coniuge debole ''nei confronti del quale e' stato disposto assegno di mantenimento per se o per i propri figli, di estrapolare documentazione relativa alla situazione lavorativa dell'ex coniuge presso gli uffici del lavoro o gli istituti previdenziali, necessaria agli istituti bancari per elargire il prestito.

red (ASCA) - Catanzaro, 25 mag 2012

PROPOSTA DI LEGGE DELL’ON. BRUNI IN FAVORE DI SEPARATI E DIVORZIATI

Il consigliere regionale della Calabria, Ottavio Bruni (Udc), primo firmatario, ha depositato una proposta di legge concernente la possibilita', in caso di separazione e di divorzio, di far valere quale garanzia per l'accesso al credito presso istituti bancari a carattere regionale, l'assegno di mantenimento ricevuto per legge da uno dei due coniugi. Il progetto di legge e' stato sottoscritto anche dal capogruppo dell'Udc in Consiglio regionale, Alfonso Dattolo, e dal vice, Gianluca Gallo.
 ''Nell'ultimo decennio - scrive il consigliere Bruni nella relazione di accompagnamento - l'importo medio del sostentamento economico a beneficio dei figli minori e' stato pari a 460,30 euro nelle separazioni e a 396, 50 euro per i divorzi. Lo scopo della proposta di legge - evidenzia il consigliere dell'Udc - e' quello di rimuovere ogni ostacolo che impedisca la piena parita' degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica, agevolando il coniuge debole nell'accesso al credito. Accade infatti, che il piu' debole non e' solvibile per cui gli istituti di credito sono impossibilitati a concedere i prestiti richiesti. Con questa legge - osserva ancora Bruni - si da' la possibilita' al coniuge debole di ottenere un prestito, sebbene

STEFANACONI:L'ORCHESTRA DI FIATI DI DELIANUOVA ALLE 17 IN PIAZZA SANTA MARIA

(STEFANACONI) La grande musica classica fa tappa a Stefanaconi.
E’ previsto infatti per oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17.00 presso piazza Santa Maria, nello spiazzale antistante la scuola elementare, il concerto dell’Orchestra di fiati di Delianuova (Rc).
L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività conclusive del progetto “La musica entra nella scuola” promosso dall’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri.
Si tratta di un progetto dall’alta valenza culturale e formativa finalizzato all’implementamento dell’offerta musicale in cinque istituti comprensivi, uno per ogni provincia, ricadenti tra le aree maggiormente considerate “a rischio”, con il duplice obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e
migliorare la qualità complessiva dell’offerta formativa.
Per la provincia di Vibo Valentia la scelta è caduta sull’istituto comprensivo di Sant’Onofrio, guidato dalla dirigente scolastica Maria Eugenia Basile.
Durante il percorso formativo gli studenti dei vari istituti coinvolti hanno avuto la possibilità di avvalersi dell’apporto didattico dell’Orchestra di fiati di Delianuova che, lo ricordiamo, balzò agli onori della cronaca nazionale nel 2008  quando, su invito di  Riccardo Muti si esibì, diretta dallo stesso maestro, sul prestigioso palco del  “Ravenna Festival”.
E proprio da Riccardo Muti è giunto l’apprezzamento più importante all’iniziativa promossa dalla Regione Calabria.
In un messaggio di saluto rivolto ai partecipanti, infatti, il maestro ha esortato i giovani a “coltivare l’amore verso la musica che vi rende testimoni positivi” perché il “vostro modo di suonare, il vostro modo di essere, non è importante solo per voi, ma influenzerà anche la crescita culturale e sociale della vostra regione”.

                   (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 25/05/2012) 

STEFANACONI:L'ORCHESTRA DI FIATI DI DELIANUOVA ALLE 17 IN PIAZZA SANTA MARIA

(STEFANACONI) La grande musica classica fa tappa a Stefanaconi.
E’ previsto infatti per oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17.00 presso piazza Santa Maria, nello spiazzale antistante la scuola elementare, il concerto dell’Orchestra di fiati di Delianuova (Rc).
L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività conclusive del progetto “La musica entra nella scuola” promosso dall’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri.
Si tratta di un progetto dall’alta valenza culturale e formativa finalizzato all’implementamento dell’offerta musicale in cinque istituti comprensivi, uno per ogni provincia, ricadenti tra le aree maggiormente considerate “a rischio”, con il duplice obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e

giovedì 24 maggio 2012

STEFANACONI: ATTENTATO DANNEGGIA COMPATTATORE DEI RIFIUTI


Il luogotenente Sebastiano Cannizzaro

(STEFANACONI)  Un grave atto intimidatorio è stato perpetrato nelle ore notturne a cavallo tra martedì e mercoledì scorso.
A farne le spese, un autocompattatore di proprietà della ditta Capomolla che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Ad accorgersi del grave gesto, che acuisce la preoccupazione dei cittadini sempre più provati dal continuo stillicidio di episodi criminosi, è stato il dipendente dell’impresa che presso il proprio domicilio aveva in custodia l’automezzo.
Subito allertati, giungevano sul posto  i vigili del fuoco ed i militari della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, guidata dal luogotenente Sebastiano Cannizzaro, che avviavano le prime indagini del caso, anche se non sembrano esserci dubbi sulla natura dolosa dell’incendio.
La notizia dell’atto intimidatorio si è subito diffusa in paese anche perché i cittadini hanno notato che l’abituale servizio
mattutino di raccolta e smaltimento dei rifiuti non era operativo.
Dello sconcerto dell’intera comunità si è fatto interprete il sindaco Salvatore Di Sì che ha espresso la piena solidarietà all’impresa Capomolla ed ha ribadito la piena disponibilità dell’amministrazione comunale a supportare logisticamente l’azienda per consentire comunque l’espletamento del proprio lavoro in questo difficile momento.
     

                           (Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 24/05/2012)  

STEFANACONI: ATTENTATO DANNEGGIA COMPATTATORE DEI RIFIUTI


Il luogotenente Sebastiano Cannizzaro

(STEFANACONI)  Un grave atto intimidatorio è stato perpetrato nelle ore notturne a cavallo tra martedì e mercoledì scorso.
A farne le spese, un autocompattatore di proprietà della ditta Capomolla che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Ad accorgersi del grave gesto, che acuisce la preoccupazione dei cittadini sempre più provati dal continuo stillicidio di episodi criminosi, è stato il dipendente dell’impresa che presso il proprio domicilio aveva in custodia l’automezzo.
Subito allertati, giungevano sul posto  i vigili del fuoco ed i militari della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, guidata dal luogotenente Sebastiano Cannizzaro, che avviavano le prime indagini del caso, anche se non sembrano esserci dubbi sulla natura dolosa dell’incendio.
La notizia dell’atto intimidatorio si è subito diffusa in paese anche perché i cittadini hanno notato che l’abituale servizio

mercoledì 23 maggio 2012

UN ARCHITETTO DI NICOTERA HA REALIZZATO UNA TECA DI VETRO E ORA È UN MONUMENTO AL GIUDICE


(NICOTERA) Fra i nicoteresi che si sono distinti portando oltre i confini della Calabria il nome del proprio paese natio, è doveroso menzionare, nel giorno del ventennale della morte del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, l'architetto Matteo Proto. Dirigente all'ufficio tecnico della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Ministero della Giustizia, Proto ha avuto tra il 2000 e il 2001 l'idea della costruzione di un'enorme teca di vetro da realizzare
per conservare la Fiat Croma bianca, auto sulla quale viaggiava Falcone il 23 maggio 1992 durante il tristemente noto attentato di Capaci.
La struttura è stata inaugurata dal capo dello Stato Giorgio Napolitano accompagnato dal ministro della Giustizia Paola Severino nel corso della cerimonia per il 195. anniversario del Corpo di polizia penitenziaria.
Il progetto, redatto proprio da Matteo Proto, risale all'ottobre del 2002. La teca è un manufatto-memoria di proprietà del Ministero della Giustizia, acquistato dal dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria che ha provveduto all'effettuazione del suo restauro conservativo. La struttura in cui il manufatto è stato realizzato – la Scuola di formazione e aggiornamento del personale intitolata, appunto, a Giovanni Falcone – è stata scelta tenendo conto delle attività formative e di aggiornamento del personale che vi si svolgono, in relazione all'impegno e all'abnegazione del magistrato scomparso nel servire il Paese e la Giustizia. L'opera è stata dislocata su uno dei lati luoghi della piazza d'armi della Scuola al fine di poter essere sempre visibile e presente durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano alza-ammaina bandiera, al giuramento del personale di Polizia penitenziaria, alla Festa del Corpo.
È stato sistemata adiacente a un grande pino che richiamerà, naturalmente, alla memoria dei visitatori, l'albero palermitano ribattezzato "l'albero di Falcone" posto proprio di fronte al palazzo dove abitava il giudice.
A favore della assoluta visibilità del suo interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate modulari di cristallo. Infatti già dall'esterno è visibile l'auto con le lamiere squarciate dal tritolo, segni visibili dell'attentato. Per la struttura è stata scelta la figura geometrica del triangolo equilatero per la base tesa a simboleggiare per l'equità e l'imparzialità della giustizia di cui il giudice Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti rappresentanti e per richiamare la terra di Sicilia.
L'autovettura è poggiata su di un letto di ciottoli colorati che ricordano il terriccio del luogo della strage. Il percorso di accesso alla teca è stato pensato come un tratto autostradale, delimitato da guard-rail volutamente ammaccati. Sul retro della teca, un grande incavo, a terra, simboleggia il vuoto lasciato dall'esplosione.
L'auto, particolarmente per tutti i giovani che ancora non erano nati, avrà, così, la possibilità di diventare un simbolo. All'esterno della teca, su un'insegna è stata riportata anche una frase dello stesso Falcone: «La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine».

Orsolina Campisi Gazzetta del Sud 23/05/2012

UN ARCHITETTO DI NICOTERA HA REALIZZATO UNA TECA DI VETRO E ORA È UN MONUMENTO AL GIUDICE


(NICOTERA) Fra i nicoteresi che si sono distinti portando oltre i confini della Calabria il nome del proprio paese natio, è doveroso menzionare, nel giorno del ventennale della morte del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, l'architetto Matteo Proto. Dirigente all'ufficio tecnico della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Ministero della Giustizia, Proto ha avuto tra il 2000 e il 2001 l'idea della costruzione di un'enorme teca di vetro da realizzare

CORRIERE DELLA SERA: GIOVANNI FALCONE VENT’ANNI DOPO LOTTA ALLA MAFIA E TRANELLI DELLO STATO

Caro direttore, le ombre cupe che in vita si addensarono sulla testa di Giovanni Falcone, a causa dell’incisività della sua azione antimafia, sono storia. Spesso dimenticata ma storia. Ricordarla significa illuminare di luce vivida la straordinaria figura di un magistrato che per senso del dovere seppe perseverare con tenacia, nonostante fosse consapevole di rischiare la vita.


Ancora a metà degli anni Settanta c’era chi osava scrivere: «La mafia ha sempre rispettato la magistratura, si è inchinata alle sue sentenze e non ha ostacolato l’opera del giudice. Nella persecuzione ai banditi e ai fuorilegge ha affiancato addirittura le forze dell’ordine». E non erano parole di uno sprovveduto qualunque, ma di un alto magistrato della Cassazione, Giuseppe Guido Lo Schiavo. È evidente che «ragionando» così era sempre la mafia a vincere. Falcone la pensava diversamente e con gli altri magistrati del pool dell’Ufficio istruzione di Palermo, diretto da Nino Caponnetto, elaborò un metodo di lavoro imperniato su specializzazione e centralizzazione: il cemento armato di un capolavoro investigativo-giudiziario, il «maxiprocesso» del 1986. Per la prima volta nella storia d’Italia vengono portati alla sbarra - con prove sicure - mafiosi siciliani di primaria grandezza criminale che fino ad allora avevano potuto godere di una sostanziale impunità. La fine del mito
dell’invulnerabilità di Cosa nostra: 475 imputati per associazione mafiosa, 120 omicidi e innumerevoli altri reati; 360 condanne per un totale di 2.665 anni di carcere e diciannove ergastoli comminati ad alcuni tra i boss più influenti di Cosa nostra.
Un’esperienza vincente del genere qualsiasi Paese l’avrebbe difesa con le unghie e con i denti. L’Italia invece no. Vergognoso ma vero, Falcone e il pool furono letteralmente spazzati via, professionalmente parlando, a colpi di calunnie ossessivamente ripetute: professionisti dell’antimafia; impiego spregiudicato dei «pentiti»; uso politico della giustizia. Guarda caso la tempesta si scatenò quando il pool cominciò a occuparsi - oltre che di mafiosi di strada - dell’ex sindaco di Palermo Ciancimino, dei cugini Salvo e dei cosiddetti Cavalieri del lavoro di Catania. Insomma di quella «zona grigia» che è la spina dorsale del potere mafioso, perché assicura coperture e complicità a opera di pezzi della politica, dell’economia e delle istituzioni. Sul banco degli imputati finì Falcone: osannato da morto, umiliato da vivo.
Un ruolo centrale, in questo quadro, ha avuto il Csm (Consiglio superiore della magistratura) quando anch’io ne facevo parte (1986-90). Nel 1987 Caponnetto decise di lasciare l’Ufficio istruzione di Palermo nella certezza che il suo successore naturale sarebbe stato Falcone. Non fu così. Alla candidatura di Falcone si contrappose Antonino Meli, magistrato di ben maggiore anzianità che di mafia però non si era mai occupato. E il Csm (ribaltando l’orientamento adottato qualche mese prima per la nomina di Borsellino a Procuratore di Marsala) scelse non il più bravo nell’antimafia, ma il più anziano, anche se digiuno di processi di mafia. Meli - si badi - aveva presentato anche domanda per la presidenza del Tribunale. Qualcuno però lo convinse a ritirarla per puntare tutto sul posto di capo dell’Ufficio istruzione, una sezione del Tribunale. Ora, il rapporto tra i due ruoli è lo stesso che può esserci tra la direzione di un grande quotidiano e la rubrica della posta del cuore su un foglietto parrocchiale. Non tanto perché l’Ufficio istruzione non fosse un posto importante, semplicemente perché si era alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale (1989) che quell’ufficio avrebbe soppresso. La bagarre, dunque, non era tanto su chi dovesse succedere a Caponnetto. Anche, ma non solo. Un obiettivo di fatto era anche lo smantellamento del metodo di lavoro del pool, che aveva portato alla clamorosa vittoria del maxiprocesso e che difatti Meli (coerente col programma preannunziato allo stesso Csm) smonterà pezzo per pezzo.
Invece di continuare lungo la strada della vittoria, lo Stato si ferma. Circondata la fortezza, si ritira rinunciando a espugnarla. Mentre sul Palazzo di giustizia di Palermo volano corvi che spandono veleni di ogni sorta su Falcone, calunniato per nefandezze varie. Ovviamente inesistenti. E fu allora (parole di Borsellino) che Falcone cominciò a morire.
Nel 1989 Falcone, soppresso l’Ufficio istruzione, concorre al posto di Procuratore aggiunto (una sorta di vicecapo) a Palermo.


Questa volta ce la fa, ma sembra quasi una gentile concessione, mentre qualcuno dei suoi soliti nemici non esita a insinuare la calunnia che il fallito attentato dell’Addaura (una borsa imbottita di 58 candelotti di tritolo ritrovata il 21 giugno 1989 nei pressi della sua abitazione) se lo fosse organizzato da sé... per farsi pubblicità. In Procura Falcone non lo fanno letteralmente lavorare.

Il capo lo ignora, lo umilia con ore e ore di anticamera. Falcone capisce che se vuole continuare a fare antimafia deve «emigrare» dalla Sicilia. Trova una specie di asilo politico-giudiziario a Roma, ministero della Giustizia, dove crea quei caposaldi della lotta alla mafia (in particolare Procura nazionale e Dia) che ancora oggi funzionano molto bene.

Il seguito della «storia» è tragicamente noto: sono le stragi di Capaci e via d’Amelio, le vite di Falcone e Borsellino, insieme a quelle degli uomini e delle donne che erano con loro il 23 maggio e il 19 luglio 1992, spezzate dalla feroce vendetta mafiosa. Comincia a farsi strada in me l’idea di andare a lavorare a Palermo. E quando deciderò di farlo davvero avrà un forte peso (lo dico senza alcuna retorica) il ricordo di quel che i due amici magistrati avevano dovuto patire in vita. Un ricordo intrecciato con il rimpianto di non essere riuscito - pur avendo sempre votato a loro favore - a convincere la maggioranza del Csm delle loro buone ragioni. Che poi erano quelle della lotta alla mafia nell’interesse della democrazia.

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino
Gian Carlo Caselli


rassegna stampa: corriere della sera del 23/05/2012

CORRIERE DELLA SERA: GIOVANNI FALCONE VENT’ANNI DOPO LOTTA ALLA MAFIA E TRANELLI DELLO STATO

Caro direttore, le ombre cupe che in vita si addensarono sulla testa di Giovanni Falcone, a causa dell’incisività della sua azione antimafia, sono storia. Spesso dimenticata ma storia. Ricordarla significa illuminare di luce vivida la straordinaria figura di un magistrato che per senso del dovere seppe perseverare con tenacia, nonostante fosse consapevole di rischiare la vita.


Ancora a metà degli anni Settanta c’era chi osava scrivere: «La mafia ha sempre rispettato la magistratura, si è inchinata alle sue sentenze e non ha ostacolato l’opera del giudice. Nella persecuzione ai banditi e ai fuorilegge ha affiancato addirittura le forze dell’ordine». E non erano parole di uno sprovveduto qualunque, ma di un alto magistrato della Cassazione, Giuseppe Guido Lo Schiavo. È evidente che «ragionando» così era sempre la mafia a vincere. Falcone la pensava diversamente e con gli altri magistrati del pool dell’Ufficio istruzione di Palermo, diretto da Nino Caponnetto, elaborò un metodo di lavoro imperniato su specializzazione e centralizzazione: il cemento armato di un capolavoro investigativo-giudiziario, il «maxiprocesso» del 1986. Per la prima volta nella storia d’Italia vengono portati alla sbarra - con prove sicure - mafiosi siciliani di primaria grandezza criminale che fino ad allora avevano potuto godere di una sostanziale impunità. La fine del mito

STEFANACONI: CONVALIDA DEGLI ELETTI ED ELEZIONE ALL’UNANIMITÀ DI DANIELA MALUCCIO A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


Il Presidente del Consiglio Daniela Maluccio

(STEFANACONI) Una seduta all’insegna della sobrietà quella che ha caratterizzato nel pomeriggio di ieri l’insediamento del consiglio comunale di Stefanaconi, in piena aderenza con lo stile del neo sindaco Salvatore Di Sì, da sempre orientato nella sua azione politica ed istituzionale più al fare che all’apparire, ma anche nella condivisa convinzione della particolare situazione di difficoltà in cui si trova il paese in questa particolare fase storica.
E allora “subito al lavoro, tutti uniti all‘insegna della legalità e della trasparenza”, come esorta Di Sì nel suo saluto di apertura, preceduto da un doveroso momento di raccoglimento per esprimere solidarietà alle vittime dell’attentato alla scuola di Brindisi  e del terremoto nel centro-nord.
Il tutto nella “consapevolezza delle risposte che i cittadini si attendono dall’amministrazione comunale, specie in un momento di recessione economica come quello attuale che crescenti disagi sta creando alle famiglie e del quale non si intravede a breve una possibile via d’uscita”.
Dopo la convalida degli eletti ed il giuramento del sindaco con la lettura della formula di rito di fedeltà alla Costituzione, l’attenzione si sposta sulla formazione dei gruppi consiliari.
E’ questo un primo impegnativo banco di prova per la maggioranza in considerazione della netta presa di posizione, proprio alla vigilia della seduta di insediamento, dei vertici del Pd tra cui il consigliere comunale Nicola Carullo, per reclamare maggiore visibilità all’interno dell’esecutivo.
Il dato che emerge dalla discussione del punto all’ordine del giorno è la formalizzazione di tre gruppi consiliari.
Infatti, oltre alla prevista costituzione dei due gruppi rappresentativi delle liste  “Di Sì per l‘unità” (Stefano Mandarano capogruppo, Annunziata Fiorillo, Daniela Maluccio) e “Insieme con te” (Massimiliano Figliuzzi capogruppo e Luigina Porcelli), il consigliere Carullo annuncia la sua costituzione in gruppo Pd.
E’ questo l’indicatore di un certo malessere che persiste in seno al gruppo dirigente locale dei democratici, dei quali peraltro Di Sì è un autorevole esponente a livello provinciale.
A confermare ulteriormente questa sensazione, il tenore delle dichiarazioni di Carullo che ribadisce la “supremazia della linea di partito sul progetto civico” ed il dato oggettivo che
proprio lo stesso Carullo è l’unico tra i consiglieri di maggioranza a non assurgere a ruoli rappresentativi sia in seno al consiglio comunale, dove Daniela Maluccio è stata eletta all’unanimità presidente, sia nella giunta, della quale Di Sì ha chiamato a farne parte Annunziata Fiorillo in qualità di vicesindaco e Stefano Mandarano assesore.

(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 23/05/2012)

STEFANACONI: CONVALIDA DEGLI ELETTI ED ELEZIONE ALL’UNANIMITÀ DI DANIELA MALUCCIO A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


Il Presidente del Consiglio Daniela Maluccio

(STEFANACONI) Una seduta all’insegna della sobrietà quella che ha caratterizzato nel pomeriggio di ieri l’insediamento del consiglio comunale di Stefanaconi, in piena aderenza con lo stile del neo sindaco Salvatore Di Sì, da sempre orientato nella sua azione politica ed istituzionale più al fare che all’apparire, ma anche nella condivisa convinzione della particolare situazione di difficoltà in cui si trova il paese in questa particolare fase storica.
E allora “subito al lavoro, tutti uniti all‘insegna della legalità e della trasparenza”, come esorta Di Sì nel suo saluto di apertura, preceduto da un doveroso momento di raccoglimento per esprimere solidarietà alle vittime dell’attentato alla scuola di Brindisi  e del terremoto nel centro-nord.
Il tutto nella “consapevolezza delle risposte che i cittadini si attendono dall’amministrazione comunale, specie in un momento di recessione economica come quello attuale che crescenti disagi sta creando alle famiglie e del quale non si intravede a breve una possibile via d’uscita”.
Dopo la convalida degli eletti ed il giuramento del sindaco con la lettura della formula di rito di fedeltà alla Costituzione, l’attenzione si sposta sulla formazione dei gruppi consiliari.
E’ questo un primo impegnativo banco di prova per la maggioranza in considerazione della netta presa di posizione, proprio alla vigilia della seduta di insediamento, dei vertici del Pd tra cui il consigliere comunale Nicola Carullo, per reclamare maggiore visibilità all’interno dell’esecutivo.
Il dato che emerge dalla discussione del punto all’ordine del giorno è la formalizzazione di tre gruppi consiliari.
Infatti, oltre alla prevista costituzione dei due gruppi rappresentativi delle liste  “Di Sì per l‘unità” (Stefano Mandarano capogruppo, Annunziata Fiorillo, Daniela Maluccio) e “Insieme con te” (Massimiliano Figliuzzi capogruppo e Luigina Porcelli), il consigliere Carullo annuncia la sua costituzione in gruppo Pd.
E’ questo l’indicatore di un certo malessere che persiste in seno al gruppo dirigente locale dei democratici, dei quali peraltro Di Sì è un autorevole esponente a livello provinciale.
A confermare ulteriormente questa sensazione, il tenore delle dichiarazioni di Carullo che ribadisce la “supremazia della linea di partito sul progetto civico” ed il dato oggettivo che

POCHE PAROLE MA TANTI SORRISI, SI È INSEDIATA LA CONSIGLIERA COMUNALE PIÙ LONGEVA D’ITALIA

(STEFANACONI) Una presenza d’eccezione caratterizza la seduta di insediamento del consiglio comunale. 

Si tratta della signorina Luigina Porcelli che giunta alla soglia dei novant’anni, un’età che di diritto la colloca nel Guinnes dei primati quale amministratrice locale più longeva d’Italia, non ha esitato a scendere in campo ed affrontare una competizione elettorale pur di “dare una mano” al nipote candidato nella stessa lista. 
Per uno strano scherzo del destino però, a risultare eletta è stata lei ed ora, lasciata la quiete di Soriano dove risiede, si ritrova
catapultata nel consiglio comunale di Stefanaconi a rappresentare insieme al capolista sconfitto Massimiliano Figliuzzi l’opposizione al sindaco Salvatore Di Sì. 
Le luci dei riflettori, inutile dirlo, sono tutte per lei, come confermano le frotte di cameramen e operatori dell’informazione che letteralmente la circondano per carpirle una battuta. 
Lei, la signorina Luigina non si scompone. 
Parla poco, forse perché consapevole della “originalità” di questa sua presenza nelle istituzioni, ma in cambio dispensa sorrisi a tutti, con la consapevole e dolce serenità di chi, in quasi un secolo di vita, sa di aver affrontato ben altre prove e ostacoli. 
Partecipa diligentemente a tutte le operazioni di voto ed agli adempimenti statutariamente previsti in questa prima seduta di consiglio, ma suscita soprattutto emozione vera che sfocia in un caloroso e prolungato applauso quando con un abbraccio materno avvolge il sindaco Di Sì portatosi nel suo scranno per consegnarle un omaggio floreale di “benvenuta” a nome di tutta la comunità. 


(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 23/05/2012)