mercoledì 23 maggio 2012

UN ARCHITETTO DI NICOTERA HA REALIZZATO UNA TECA DI VETRO E ORA È UN MONUMENTO AL GIUDICE


(NICOTERA) Fra i nicoteresi che si sono distinti portando oltre i confini della Calabria il nome del proprio paese natio, è doveroso menzionare, nel giorno del ventennale della morte del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, l'architetto Matteo Proto. Dirigente all'ufficio tecnico della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Ministero della Giustizia, Proto ha avuto tra il 2000 e il 2001 l'idea della costruzione di un'enorme teca di vetro da realizzare
per conservare la Fiat Croma bianca, auto sulla quale viaggiava Falcone il 23 maggio 1992 durante il tristemente noto attentato di Capaci.
La struttura è stata inaugurata dal capo dello Stato Giorgio Napolitano accompagnato dal ministro della Giustizia Paola Severino nel corso della cerimonia per il 195. anniversario del Corpo di polizia penitenziaria.
Il progetto, redatto proprio da Matteo Proto, risale all'ottobre del 2002. La teca è un manufatto-memoria di proprietà del Ministero della Giustizia, acquistato dal dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria che ha provveduto all'effettuazione del suo restauro conservativo. La struttura in cui il manufatto è stato realizzato – la Scuola di formazione e aggiornamento del personale intitolata, appunto, a Giovanni Falcone – è stata scelta tenendo conto delle attività formative e di aggiornamento del personale che vi si svolgono, in relazione all'impegno e all'abnegazione del magistrato scomparso nel servire il Paese e la Giustizia. L'opera è stata dislocata su uno dei lati luoghi della piazza d'armi della Scuola al fine di poter essere sempre visibile e presente durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano alza-ammaina bandiera, al giuramento del personale di Polizia penitenziaria, alla Festa del Corpo.
È stato sistemata adiacente a un grande pino che richiamerà, naturalmente, alla memoria dei visitatori, l'albero palermitano ribattezzato "l'albero di Falcone" posto proprio di fronte al palazzo dove abitava il giudice.
A favore della assoluta visibilità del suo interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate modulari di cristallo. Infatti già dall'esterno è visibile l'auto con le lamiere squarciate dal tritolo, segni visibili dell'attentato. Per la struttura è stata scelta la figura geometrica del triangolo equilatero per la base tesa a simboleggiare per l'equità e l'imparzialità della giustizia di cui il giudice Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti rappresentanti e per richiamare la terra di Sicilia.
L'autovettura è poggiata su di un letto di ciottoli colorati che ricordano il terriccio del luogo della strage. Il percorso di accesso alla teca è stato pensato come un tratto autostradale, delimitato da guard-rail volutamente ammaccati. Sul retro della teca, un grande incavo, a terra, simboleggia il vuoto lasciato dall'esplosione.
L'auto, particolarmente per tutti i giovani che ancora non erano nati, avrà, così, la possibilità di diventare un simbolo. All'esterno della teca, su un'insegna è stata riportata anche una frase dello stesso Falcone: «La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine».

Orsolina Campisi Gazzetta del Sud 23/05/2012

Nessun commento:

Posta un commento