(NICOTERA) Fra i
nicoteresi che si sono distinti portando oltre i confini della Calabria il nome
del proprio paese natio, è doveroso menzionare, nel giorno del ventennale della
morte del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di
scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, l'architetto Matteo
Proto. Dirigente all'ufficio tecnico della Direzione generale delle risorse
materiali, dei beni e dei servizi del Ministero della Giustizia, Proto ha avuto
tra il 2000 e il 2001 l 'idea
della costruzione di un'enorme teca di vetro da realizzare
per conservare la Fiat Croma bianca, auto sulla quale viaggiava Falcone il 23 maggio 1992 durante il tristemente noto attentato di Capaci.
per conservare la Fiat Croma bianca, auto sulla quale viaggiava Falcone il 23 maggio 1992 durante il tristemente noto attentato di Capaci.
La struttura è stata
inaugurata dal capo dello Stato Giorgio Napolitano accompagnato dal ministro
della Giustizia Paola Severino nel corso della cerimonia per il 195.
anniversario del Corpo di polizia penitenziaria.
Il progetto, redatto
proprio da Matteo Proto, risale all'ottobre del 2002. La teca è un
manufatto-memoria di proprietà del Ministero della Giustizia, acquistato dal
dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria che ha provveduto
all'effettuazione del suo restauro conservativo. La struttura in cui il
manufatto è stato realizzato – la Scuola di formazione e aggiornamento del
personale intitolata, appunto, a Giovanni Falcone – è stata scelta tenendo
conto delle attività formative e di aggiornamento del personale che vi si
svolgono, in relazione all'impegno e all'abnegazione del magistrato scomparso
nel servire il Paese e la Giustizia. L'opera è stata dislocata su uno dei lati
luoghi della piazza d'armi della Scuola al fine di poter essere sempre visibile
e presente durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano alza-ammaina
bandiera, al giuramento del personale di Polizia penitenziaria, alla Festa del
Corpo.
È stato sistemata
adiacente a un grande pino che richiamerà, naturalmente, alla memoria dei
visitatori, l'albero palermitano ribattezzato "l'albero di Falcone"
posto proprio di fronte al palazzo dove abitava il giudice.
A favore della assoluta
visibilità del suo interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate
modulari di cristallo. Infatti già dall'esterno è visibile l'auto con le
lamiere squarciate dal tritolo, segni visibili dell'attentato. Per la struttura
è stata scelta la figura geometrica del triangolo equilatero per la base tesa a
simboleggiare per l'equità e l'imparzialità della giustizia di cui il giudice
Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti rappresentanti
e per richiamare la terra di Sicilia.
L'autovettura è poggiata
su di un letto di ciottoli colorati che ricordano il terriccio del luogo della
strage. Il percorso di accesso alla teca è stato pensato come un tratto
autostradale, delimitato da guard-rail volutamente ammaccati. Sul retro della
teca, un grande incavo, a terra, simboleggia il vuoto lasciato dall'esplosione.
L'auto, particolarmente
per tutti i giovani che ancora non erano nati, avrà, così, la possibilità di
diventare un simbolo. All'esterno della teca, su un'insegna è stata riportata
anche una frase dello stesso Falcone: «La mafia non è affatto invincibile, è un
fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine».
Orsolina Campisi Gazzetta
del Sud 23/05/2012
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