martedì 31 gennaio 2012

Oscar Luigi Scalfaro, la memoria e la Calabria di Franco Vallone

Oscar Luigi Scalfaro con Marianna Inzitari ad Arena (VV).
Era il 1996, il 18 giugno del 1996 a Vibo Valentia, durante la visita del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, l’allora sindaco di Stefanaconi, Elisabetta Carullo, nel corso dell’incontro riservato ai cinquanta sindaci della provincia di Vibo Valentia all’interno del salone del complesso del Valentianum, aveva presentato al Capo dello Stato alcune copie di documenti originali ed inediti scovati tra le carte dell’archivio dell’anagrafe comunale di Stefanaconi.
Si trattava di documenti apparentemente comuni che però, allo stesso momento, erano preziose tracce per il recupero della memoria del Presidente. In particolare i documenti cartacei comunali attestavano la presenza di un antico zio di Mariannuzza Inzitari, compianta moglie di Oscar Luigi Scalfaro, a Stefanaconi, a due passi da Vibo Valentia.
La moglie del Presidente Scalfaro, Marianna, era nata ad Arena, piccolo paese, sempre in provincia di Vibo Valentia. Lo zio di Marianna Inzitari, Domenico Michele, abitava a Stefanaconi dove espletava il lavoro di applicato di segreteria. Alcune anziane del luogo ci confermano ancora oggi: “…la signorina Marianna era una bella e giovane ragazza, veniva spesso a Stefanaconi da Arena, il suo paese, con i suoi genitori ed alcuni parenti. Marianna veniva a trovare lo zio e qui trascorreva, ogni tanto, anche alcuni giorni…”.
Negli uffici dell’archivio dell’anagrafe del comune di Stefanaconi sono ancora oggi conservati alcuni documenti riferibili allo zio di Marianna Inzitari, uno di questi testimonia: “Domenico Michele Inzitari, nato ad Arena il 3 agosto del 1894. Dal 1939 al 1952 residente a Stefanaconi in via Ferdinando Santa Caterina, coniugato con Cesarelli Maria. I quattro figli di Inzitari, Domenico, Michele, Mario e Pasquale sono nati ad Arena e residenti a Stefanaconi fino al 1952. Michele nel 1950 lascia Stefanaconi ed emigra a Novara”.
Il 26 dicembre del 1943, proprio a Novara, Oscar Luigi Scalfaro aveva sposato Mariannuzza Inzitari (1924-1944), la quale morì appena ventenne nel dare alla luce la sua unica figlia, Marianna Scalfaro (nata a Novara il 27 novembre del 1944). Lo stesso Oscar Luigi Scalfaro aveva lontane origini calabresi.
Gli Scalfaro, famiglia originaria della Calabria, acquisirono il titolo baronale sul cognome. Esso fu concesso da Gioacchino Murat con patente del 7 settembre 1814 all’antenato catanzarese Raffaele Aloisio Scalfaro, comandante la Legione Provinciale di Calabria Ultra. Documenti recuperati, parole, scritti con inchiostri sbiaditi, antiche testimonianze per recuperare memoria dal tempo che passa.

Franco Vallone - http://www.ntacalabria.it


All’età di 93 anni è’ morto in seguito ad un arresto cardiaco l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, politico ed ex magistrato italiano, politico di sponda cattolica e nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999. Dopo l’incarico al Colle fu nominato senatore a vita nel gruppo misto, battendosi per le libertà costituzionali, motivo per cui nel 2006 ha fondato l’associazione ”Salviamo la Costituzione”.

Oscar Luigi Scalfaro, la memoria e la Calabria di Franco Vallone

Oscar Luigi Scalfaro con Marianna Inzitari ad Arena (VV).
Era il 1996, il 18 giugno del 1996 a Vibo Valentia, durante la visita del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, l’allora sindaco di Stefanaconi, Elisabetta Carullo, nel corso dell’incontro riservato ai cinquanta sindaci della provincia di Vibo Valentia all’interno del salone del complesso del Valentianum, aveva presentato al Capo dello Stato alcune copie di documenti originali ed inediti scovati tra le carte dell’archivio dell’anagrafe comunale di Stefanaconi.
Si trattava di documenti apparentemente comuni che però, allo stesso momento, erano preziose tracce per il recupero della memoria del Presidente. In particolare i documenti cartacei comunali attestavano la presenza di un antico zio di Mariannuzza Inzitari, compianta moglie di Oscar Luigi Scalfaro, a Stefanaconi, a due passi da Vibo Valentia.
La moglie del Presidente Scalfaro, Marianna, era nata ad Arena, piccolo paese, sempre in provincia di Vibo Valentia. Lo zio di Marianna Inzitari, Domenico Michele, abitava a Stefanaconi dove espletava il lavoro di applicato di segreteria. Alcune anziane del luogo ci confermano ancora oggi: “…la signorina Marianna era una bella e giovane ragazza, veniva spesso a Stefanaconi da Arena, il suo paese, con i suoi genitori ed alcuni parenti. Marianna veniva a trovare lo zio e qui trascorreva, ogni tanto, anche alcuni giorni…”.
Negli uffici dell’archivio dell’anagrafe del comune di Stefanaconi sono ancora oggi conservati alcuni documenti riferibili allo zio di Marianna Inzitari, uno di questi testimonia: “Domenico Michele Inzitari, nato ad Arena il 3 agosto del 1894. Dal 1939 al 1952 residente a Stefanaconi in via Ferdinando Santa Caterina, coniugato con Cesarelli Maria. I quattro figli di Inzitari, Domenico, Michele, Mario e Pasquale sono nati ad Arena e residenti a Stefanaconi fino al 1952. Michele nel 1950 lascia Stefanaconi ed emigra a Novara”.
Il 26 dicembre del 1943, proprio a Novara, Oscar Luigi Scalfaro aveva sposato Mariannuzza Inzitari (1924-1944), la quale morì appena ventenne nel dare alla luce la sua unica figlia, Marianna Scalfaro (nata a Novara il 27 novembre del 1944). Lo stesso Oscar Luigi Scalfaro aveva lontane origini calabresi.
Gli Scalfaro, famiglia originaria della Calabria, acquisirono il titolo baronale sul cognome. Esso fu concesso da Gioacchino Murat con patente del 7 settembre 1814 all’antenato catanzarese Raffaele Aloisio Scalfaro, comandante la Legione Provinciale di Calabria Ultra. Documenti recuperati, parole, scritti con inchiostri sbiaditi, antiche testimonianze per recuperare memoria dal tempo che passa.

Franco Vallone - http://www.ntacalabria.it


All’età di 93 anni è’ morto in seguito ad un arresto cardiaco l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, politico ed ex magistrato italiano, politico di sponda cattolica e nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999. Dopo l’incarico al Colle fu nominato senatore a vita nel gruppo misto, battendosi per le libertà costituzionali, motivo per cui nel 2006 ha fondato l’associazione ”Salviamo la Costituzione”.

mercoledì 25 gennaio 2012

CONTINUA IL BLOCCO DEI TIR ALLO SVINCOLO DI SANT’ONOFRIO

Continua ad oltranza il fermo dei tir che sta causando in tutta Italia veri e propri disagi. Presi d'assalto a Sant’Onofrio e nel Vibonese  i distributori di carburante con lunghe file non solo nei pressi delle stazioni di servizio. Il blocco dei tir, nel territorio vibonese, ha interessato quattro svincoli autostradali: Mileto, Serre, Sant’Onofrio e Pizzo-Angitola.
Non è solo la corsa per la benzina a preoccupare ma anche, così come in altre province, la possibile paralisi del servizio di raccolta dei rifiuti.
La situazione a Vibo Valentia peggiora di ora in ora, dopo il carburante a breve inizieranno a mancare anche i beni di prima necessità. I camionisti che hanno intenzione di continuare ad incrociare le braccia ad oltranza, fino a quando il Governo Monti prenda decisioni che non vadano a gravare sulla situazione già allarmante.

CONTINUA IL BLOCCO DEI TIR ALLO SVINCOLO DI SANT’ONOFRIO

Continua ad oltranza il fermo dei tir che sta causando in tutta Italia veri e propri disagi. Presi d'assalto a Sant’Onofrio e nel Vibonese  i distributori di carburante con lunghe file non solo nei pressi delle stazioni di servizio. Il blocco dei tir, nel territorio vibonese, ha interessato quattro svincoli autostradali: Mileto, Serre, Sant’Onofrio e Pizzo-Angitola.
Non è solo la corsa per la benzina a preoccupare ma anche, così come in altre province, la possibile paralisi del servizio di raccolta dei rifiuti.
La situazione a Vibo Valentia peggiora di ora in ora, dopo il carburante a breve inizieranno a mancare anche i beni di prima necessità. I camionisti che hanno intenzione di continuare ad incrociare le braccia ad oltranza, fino a quando il Governo Monti prenda decisioni che non vadano a gravare sulla situazione già allarmante.

TORINOTODAY: QUARANTAMILA REPERTI NEL SALONE DI ADRIANO BARBIERI, IL COIFFEUR PIÙ FAMOSO DI BARRIERA

Adriano Barbieri
In tredici lunghi anni, tra Sant'Onofrio e Lione, Adriano Barbieri ha raccolto gli oggetti che raccontano la storia di un mestiere. Oggi a 59 anni sogna che qualcuno si faccia avanti per aprire un vero museo.
Il barbiere di corso Giulio Cesare ha un museo nel suo negozio. Un negozio trasformato in una sorta di museo. In corso Giulio Cesare c'è un coiffeur dove non ci si reca soltanto per tagliarsi i capelli. Il titolare, Adriano Onofrio Barbieri, è un noto parrucchiere di Barriera di Milano la cui passione per il collezionismo lo ha portato nel corso degli anni a raccogliere attrezzature e oggetti che raccontano la storia di una professione, per l'appunto quella del barbiere.
Ma i reperti in questione non sono una decina o un centinaio bensì 40mila. Una miriade di pezzi, rari e non, che Adriano ha appeso sui muri o collocato dentro le incalcolabili bacheche. Lungo, anzi lunghissimo è l'elenco. Si va dalle insegne agli specchi passando per le forbici. Poi ci sono soprattutto i rasoi, ben duemila. Tra questi ne esiste uno che risale ai primi del Novecento, si chiama la "croce di Malta" ed è un pezzo appartenuto all'epoca a Gabriele D'Annunzio. Valore all'epoca 120 lire. Poi ci sono gli arricciacapelli, dotati di scaldini a gas o ad alcool che servivano per tenere i capelli in piega. Rovistando nel negozio si può anche trovare una macchina per la permanente a caldo e addirittura un lavabo portatile in ottone cromato, utilizzato quando non esisteva l'acqua corrente.
Non mancano le barberine, le vaschette sagomate del Settecento e Ottocento che una volta si appoggiavano al collo dei clienti per evitare di sporcarli. Così come i phon. Uno in particolare risale agli anni 30' e pesa la bellezza di cinque chili. Al giorno d'oggi non proprio un esempio di comodità. "Ho raccolto tutti questi oggetti per tredici lunghi anni - racconta Adriano -. E ancora oggi mi alzo la domenica per cercare qualcosa di nuovo, di affascinante. Qualcosa con cui arricchire la mia collezione".
 A 59 anni suonati Adriano continua la sua caccia con quella stessa passione che lo ha portato da Sant'Onofrio a Torino, passando per Lione, la città metà della sua illuminazione. "E' stato merito di un dipinto, l'immagine del barbiere di Siviglia - continua Barbieri -. Ma quello è il passato. Io invece guardo al futuro e spero che un giorno qualcuno si faccia avanti per aprire un vero museo con i miei storici strumenti".
(di Philippe Versienti 23/01/2012 - www.torinotoday.it)

TORINOTODAY: QUARANTAMILA REPERTI NEL SALONE DI ADRIANO BARBIERI, IL COIFFEUR PIÙ FAMOSO DI BARRIERA

Adriano Barbieri
In tredici lunghi anni, tra Sant'Onofrio e Lione, Adriano Barbieri ha raccolto gli oggetti che raccontano la storia di un mestiere. Oggi a 59 anni sogna che qualcuno si faccia avanti per aprire un vero museo.
Il barbiere di corso Giulio Cesare ha un museo nel suo negozio. Un negozio trasformato in una sorta di museo. In corso Giulio Cesare c'è un coiffeur dove non ci si reca soltanto per tagliarsi i capelli. Il titolare, Adriano Onofrio Barbieri, è un noto parrucchiere di Barriera di Milano la cui passione per il collezionismo lo ha portato nel corso degli anni a raccogliere attrezzature e oggetti che raccontano la storia di una professione, per l'appunto quella del barbiere.
Ma i reperti in questione non sono una decina o un centinaio bensì 40mila. Una miriade di pezzi, rari e non, che Adriano ha appeso sui muri o collocato dentro le incalcolabili bacheche. Lungo, anzi lunghissimo è l'elenco. Si va dalle insegne agli specchi passando per le forbici. Poi ci sono soprattutto i rasoi, ben duemila. Tra questi ne esiste uno che risale ai primi del Novecento, si chiama la "croce di Malta" ed è un pezzo appartenuto all'epoca a Gabriele D'Annunzio. Valore all'epoca 120 lire. Poi ci sono gli arricciacapelli, dotati di scaldini a gas o ad alcool che servivano per tenere i capelli in piega. Rovistando nel negozio si può anche trovare una macchina per la permanente a caldo e addirittura un lavabo portatile in ottone cromato, utilizzato quando non esisteva l'acqua corrente.
Non mancano le barberine, le vaschette sagomate del Settecento e Ottocento che una volta si appoggiavano al collo dei clienti per evitare di sporcarli. Così come i phon. Uno in particolare risale agli anni 30' e pesa la bellezza di cinque chili. Al giorno d'oggi non proprio un esempio di comodità. "Ho raccolto tutti questi oggetti per tredici lunghi anni - racconta Adriano -. E ancora oggi mi alzo la domenica per cercare qualcosa di nuovo, di affascinante. Qualcosa con cui arricchire la mia collezione".
 A 59 anni suonati Adriano continua la sua caccia con quella stessa passione che lo ha portato da Sant'Onofrio a Torino, passando per Lione, la città metà della sua illuminazione. "E' stato merito di un dipinto, l'immagine del barbiere di Siviglia - continua Barbieri -. Ma quello è il passato. Io invece guardo al futuro e spero che un giorno qualcuno si faccia avanti per aprire un vero museo con i miei storici strumenti".
(di Philippe Versienti 23/01/2012 - www.torinotoday.it)

martedì 24 gennaio 2012

Così si stabilizzano 55 mila prof. A ogni scuola contingente triennale anche per fare le supplenze.

ITALIA OGGI - AZIENDA SCUOLA DEL 24/01/2012
Le ultime verifiche sono previste per oggi, quando si riunirà il preconsiglio dei ministri. E il fronte più critico è quello del Tesoro, da cui si attende il via libera sull'invarianza di spesa delle norme. Se ci sarà l'ok della Ragioneria generale, per la scuola è fatta: il ministro della funzione pubblica e della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ha accolto in pieno le richieste su scuola, università, edilizia e convitti, avanzate dal collega Francesco Profumo, in merito al decreto legge sulla semplificazione e lo sviluppo che è atteso a Palazzo Chigi per venerdì prossimo.
Alla scuola è dedicata una sezione ad hoc, che inizia con le disposizioni sull'«autonomia responsabile». Il primo capitolo è quello dell'organico funzionale, che consente in prospettiva di stabilizzare circa 55 mila unità. Il decreto soppianta le tradizionali categorie dell'organico di diritto e di fatto, per lasciare il posto a un contingente di personale assegnato alla scuola per una durata di tre anni, determinato in base alle ultime serie storiche dei fabbisogni di personale; un contingente che dovrà far fronte anche alle supplenze e che avrà il vincolo della permanenza nella scuola appunto per tre anni. In prima applicazione è definito nella misura
del contingente in servizio al 2011/2012, pari a 724 mila docenti e 233 mila ausiliari, tecnici e amministrativi. L'organico comprenderà ulteriori 10 mila posti, che saranno attivati a seguito di sequenza contrattuale per supportare la flessibilità, potenziare la didattica, fare i corsi di recupero. Si tratta di riutilizzare a questo scopo anche gli spezzoni orari. Complessivamente, si stima di recuperare circa 55 mila posti stabili di organico funzionale per i soli docenti, di cui 30 mila sul sostegno. Sulle nuove cattedre dell'organico funzionale sarà possibile assumere a tempo indeterminato e comunque nell'immediato dovranno essere coperte con contratti di durata triennale. Obiettivo: dare stabilità al personale e continuità all'azione didattica.
Il dl potenzia l'Invalsi, a cui assegna il compito di coordinare tutto il sistema di valutazione nazionale, con il supporto dell'agenzia per l'innovazione; assegna al ministero dell'istruzione il coordinamento dei percorsi degli istituti tecnici, professionali e di quelli regionali; sempre il dicastero potrà con decreto ridefinire gli organi di indirizzo e gestione degli Istituti tecnici superiore e prevedere un diverso peso del voto espresso dalle componenti delle fondazioni.
C'è poi la riforma del finanziamento delle scuole: nasce un fondo unico, quello per il funzionamento dell'istruzione scolastica statale, su cui saranno dirottate tutte le voci di bilancio delle scuole, anche quelle oggi gestite dal ministero o dalle direzioni regionali. Ogni istituto, a inizio anno, conoscerà la propria disponibilità e potrà programmare attività didattiche e contratti. Unificando tutti i rivoli in un solo canale che porta direttamente ai singoli istituti, il ministero conta di recuperare circa 250 milioni di euro, che porterebbero il fondo a superare i 900 milioni annui. Ogni istituto potrà spendere la propria quota senza vincoli di destinazione. Non è casuale dunque che il dl parli di «autonomia responsabile». Confermata infine anche l'indiscrezione di un piano nazionale per l'ediliza scolastica, approvato dal Cipe, con l'ingresso del project financing e il riutilizzo di beni del demanio, come le carceri (si veda ItaliaOggi di martedì scorso).
(Alessandra Ricciardi Italia Oggi del 24/01/2012)

Così si stabilizzano 55 mila prof. A ogni scuola contingente triennale anche per fare le supplenze.

ITALIA OGGI - AZIENDA SCUOLA DEL 24/01/2012
Le ultime verifiche sono previste per oggi, quando si riunirà il preconsiglio dei ministri. E il fronte più critico è quello del Tesoro, da cui si attende il via libera sull'invarianza di spesa delle norme. Se ci sarà l'ok della Ragioneria generale, per la scuola è fatta: il ministro della funzione pubblica e della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ha accolto in pieno le richieste su scuola, università, edilizia e convitti, avanzate dal collega Francesco Profumo, in merito al decreto legge sulla semplificazione e lo sviluppo che è atteso a Palazzo Chigi per venerdì prossimo.
Alla scuola è dedicata una sezione ad hoc, che inizia con le disposizioni sull'«autonomia responsabile». Il primo capitolo è quello dell'organico funzionale, che consente in prospettiva di stabilizzare circa 55 mila unità. Il decreto soppianta le tradizionali categorie dell'organico di diritto e di fatto, per lasciare il posto a un contingente di personale assegnato alla scuola per una durata di tre anni, determinato in base alle ultime serie storiche dei fabbisogni di personale; un contingente che dovrà far fronte anche alle supplenze e che avrà il vincolo della permanenza nella scuola appunto per tre anni. In prima applicazione è definito nella misura

Luisa Latella lascia la Prefettura dopo 2 anni. Ha lavorato al fianco degli amministratori a sostegno della legalità e ha combattuto le infiltrazioni mafiose


Il Prefetto Luisa Latella

Le voci sulla nomina a commissario straordinario del Comune di Palermo circolavano ormai da tempo ma solo ieri pomeriggio il presidente della Regione Raffaele Lombardo, su proposta dell'assessore per le Autonomie locali e la funzione pubblica, Caterina Chinnici, ha firmato il decreto che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio dei ministri. Il prefetto Luisa Latella, pertanto, a giorni lascerà la guida del Palazzo di Governo per andare ad assumere l'incarico di commissario straordinario. Un compito difficile quanto prestigioso che riconosce al prefetto Latella un ruolo di grande spessore in grado di poter reggere le sorti del capoluogo siciliano fino alle prossime elezioni.
Luisa Latella, originaria di Reggio Calabria, coniugata, con tre figli ha iniziato la sua attività al ministero dell'Interno nel 1982 prestando servizio alla direzione generale della Protezione civile e servizi antincendi per poi essere destinata alla Prefettura di Reggio Calabria dove ha svolto quasi tutta la sua carriera, ricoprendo da giugno 2000 a gennaio 2004, l'incarico di capo di gabinetto. Successivamente è stata chiamata alla presidenza del Consiglio dei ministri per occuparsi della gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, con funzioni di vicario del commissario. Il primo settembre del 2009 è stata nominata prefetto di Vibo Valentia. Un territorio difficile dove le sue relazioni hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose diversi Comuni del Vibonese, ultimo in ordine di tempo quello di Briatico, e l'Azienda sanitaria provinciale. Informative che hanno evidenziato come le cosche erano arrivate a mettere le mani sugli appalti e nell'ospedale Jazzolino e nello stesso e sulla costruzione del nuovo nosocomio, peraltro mai avvenuta.
Al nome di Luisa Latella sono legati anche progetti finalizzati all'utilizzo dei beni confiscati ai clan e in particolare al patrimonio immobiliare dei Mancuso di Limbadi, una delle cosche più


pericolose della 'ndrangheta. Particolarmente apprezzato in tal senso il progetto dell'Università dell'antimafia che dovrà sorgere nelle ville sottratte ai boss di Limbadi. Sempre in prima linea anche per la gestione delle emergenze, a cominciare della grande frana di Maierato, con un paese che rischiava di essere inghiottito nelle visceri della terra, e un'evacuazione di tutto l'abitato da coordinare e portare a termine in poche ore.
Luisa Latella è stata il prefetto che ha dato coraggio alla comunità di Sant'Onofrio, ed è scesa in piazza per consentire lo svolgimento dell'Affruntata, la rappresentazione pasquale che ricorda l'incontro tra l'Addolorata e il Cristo risroto. Ma il Prefetto che sta per lasciare non si è occupata solo di vicende legate alle ingerenze della criminalità mafiose, al suo tavolo si sono risolte non poche vertenze sindacali e spigolose controversie che hanno portato a salvare posti di lavoro.
Nel corso della sua carriera la Latella ha, inoltre, ricoperto l'incarico di componente della sezione del comitato regionale di controllo sugli atti degli enti locali, nonché il ruolo di commissario straordinario in vari Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Ha guidato inoltre, la Commissione per l'aggiudicazione di gare d'appalto bandite dal Commissario per l'emergenza ambientale della Regione Calabria, ininterrottamente dal 1998 al 2003. Il prefetto Latella lascia un vuoto che non sarà certo facile colmare. Personalità forte, per certi aspetti spigolosa, ma fortemente legata al senso del dovere. I suoi richiami a sindaci ed amministratori a salvaguardia della legalità e della trasparenza degli atti hanno fatto del prefetto Latella il punto di riferimento di molti primi cittadini, in molte occasioni incapaci di assumere decisioni ferme e in linea con quanto sancito dalle leggi in vigore.
Si apre ora una nuova fase nella speranza che quanto di buono seminato fino ad oggi possa dare i frutti sperati.
In sintesi
Il prefetto Luisa Latella a giorni lascerà la Prefettura di Vibo Valentia per andare ad assumere l'incarico di commissario straordinario del Comune di Palermo, dove da qualche giorno il sindaco del capoluogo siciliano ha rassegnato le dimissioni.
Per il prefetto Latella si tratta di un incarico prestigioso ma piuttosto difficile per le dinamiche politiche-amministrative oltre che sociali che avvolgono il capoluogo siciliano.
Luisa Latella era arrivata a Vibo il primo settembre del 2009. In questi anni si è particolarmente distinta per i suoi richiami, piuttosto forti, a salvaguardia della legalità.
(Nicola Lopreiato Gazzetta del Sud 24/01/2012)

Luisa Latella lascia la Prefettura dopo 2 anni. Ha lavorato al fianco degli amministratori a sostegno della legalità e ha combattuto le infiltrazioni mafiose


Il Prefetto Luisa Latella

Le voci sulla nomina a commissario straordinario del Comune di Palermo circolavano ormai da tempo ma solo ieri pomeriggio il presidente della Regione Raffaele Lombardo, su proposta dell'assessore per le Autonomie locali e la funzione pubblica, Caterina Chinnici, ha firmato il decreto che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio dei ministri. Il prefetto Luisa Latella, pertanto, a giorni lascerà la guida del Palazzo di Governo per andare ad assumere l'incarico di commissario straordinario. Un compito difficile quanto prestigioso che riconosce al prefetto Latella un ruolo di grande spessore in grado di poter reggere le sorti del capoluogo siciliano fino alle prossime elezioni.
Luisa Latella, originaria di Reggio Calabria, coniugata, con tre figli ha iniziato la sua attività al ministero dell'Interno nel 1982 prestando servizio alla direzione generale della Protezione civile e servizi antincendi per poi essere destinata alla Prefettura di Reggio Calabria dove ha svolto quasi tutta la sua carriera, ricoprendo da giugno 2000 a gennaio 2004, l'incarico di capo di gabinetto. Successivamente è stata chiamata alla presidenza del Consiglio dei ministri per occuparsi della gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, con funzioni di vicario del commissario. Il primo settembre del 2009 è stata nominata prefetto di Vibo Valentia. Un territorio difficile dove le sue relazioni hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose diversi Comuni del Vibonese, ultimo in ordine di tempo quello di Briatico, e l'Azienda sanitaria provinciale. Informative che hanno evidenziato come le cosche erano arrivate a mettere le mani sugli appalti e nell'ospedale Jazzolino e nello stesso e sulla costruzione del nuovo nosocomio, peraltro mai avvenuta.
Al nome di Luisa Latella sono legati anche progetti finalizzati all'utilizzo dei beni confiscati ai clan e in particolare al patrimonio immobiliare dei Mancuso di Limbadi, una delle cosche più

giovedì 19 gennaio 2012

COMUNE SANT'ONOFRIO: AIUTI A PERSONE IN DIFFICOLTÀ, ECCO I REQUISITI


(SANT’ONOFRIO) L’ufficio comunale per le politiche sociali rende nota la pubblicazione di due importanti bandi della Regione Calabria finanziati con fondi europei e destinati alle cosiddette “categorie deboli”.
La concessione di “contributi a persone e famiglie in situazione di povertà estrema nel cui ambito vivono persone non autosufficienti” è prevista dal primo avviso pubblico le cui risorse finanziarie complessive ammontano ad 1,5 milioni di euro.
Tra i requisiti essenziali per la partecipazione, la presenza nel nucleo familiare di minori con disabilità gravi o adulti e anziani non autosufficienti e bisognosi di assistenza continua, in comprovato stato di indigenza con un reddito Isee non superiore ai 7500 euro.
Per i beneficiari del provvedimento è prevista l’erogazione “una tantum” di un aiuto economico pari a 3000 euro.
Rientra invece nel “Piano emergenza famiglia” l’altro avviso pubblico con cui si prevede l’erogazione di “ticket per l’acquisto di beni primari per l’infanzia” per un budget finanziario complessivo di 740mila euro.
Destinatarie, le famiglie in stato di bisogno il cui reddito Isee non superi i seimila euro e con almeno due minori a carico.
I beneficiari potranno utilizzare il ticket di 500 euro (assegnato singolarmente per ognuno dei minori che non abbia ancora compiuto il diciottesimo mese di vita) per l’acquisto di beni primari per l’infanzia (pannolini, latte, omogeneizzati) da effettuarsi presso farmacie e negozi accreditati.
I relativi bandi e moduli di partecipazione possono essere scaricati dal sito istituzionale www.comune.santonofrio.vv.it o richiesti in municipio presso i competenti uffici, che sono altresì a disposizione degli utenti interessati  per ogni informazione o eventuale chiarimento.
                           (Raffaele Lopreiato)  

COMUNE SANT'ONOFRIO: AIUTI A PERSONE IN DIFFICOLTÀ, ECCO I REQUISITI


(SANT’ONOFRIO) L’ufficio comunale per le politiche sociali rende nota la pubblicazione di due importanti bandi della Regione Calabria finanziati con fondi europei e destinati alle cosiddette “categorie deboli”.
La concessione di “contributi a persone e famiglie in situazione di povertà estrema nel cui ambito vivono persone non autosufficienti” è prevista dal primo avviso pubblico le cui risorse finanziarie complessive ammontano ad 1,5 milioni di euro.
Tra i requisiti essenziali per la partecipazione, la presenza nel nucleo familiare di minori con disabilità gravi o adulti e anziani non autosufficienti e bisognosi di assistenza continua, in comprovato stato di indigenza con un reddito Isee non superiore ai 7500 euro.
Per i beneficiari del provvedimento è prevista l’erogazione “una tantum” di un aiuto economico pari a 3000 euro.
Rientra invece nel “Piano emergenza famiglia” l’altro avviso pubblico con cui si prevede l’erogazione di “ticket per l’acquisto di beni primari per l’infanzia” per un budget finanziario complessivo di 740mila euro.
Destinatarie, le famiglie in stato di bisogno il cui reddito Isee non superi i seimila euro e con almeno due minori a carico.
I beneficiari potranno utilizzare il ticket di 500 euro (assegnato singolarmente per ognuno dei minori che non abbia ancora compiuto il diciottesimo mese di vita) per l’acquisto di beni primari per l’infanzia (pannolini, latte, omogeneizzati) da effettuarsi presso farmacie e negozi accreditati.
I relativi bandi e moduli di partecipazione possono essere scaricati dal sito istituzionale www.comune.santonofrio.vv.it o richiesti in municipio presso i competenti uffici, che sono altresì a disposizione degli utenti interessati  per ogni informazione o eventuale chiarimento.
                           (Raffaele Lopreiato)  

sabato 14 gennaio 2012

IL GRUPPO “CITTÀ DI SANT’ONOFRIO” SI ESIBISCE ALL’INTERNO DEL CARCERE

Gruppo folklorico “Città di Sant’Onofrio”
(SANT’ONOFRIO) Nuova iniziativa a sfondo sociale del gruppo folklorico “Città di Sant’Onofrio”.
E’ prevista infatti per oggi pomeriggio, a partire dalle ore 16, l’esibizione presso il complesso penitenziario di località “Castellucci”.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con la Caritas e la direzione del complesso penitenziario, vuole costituire, per i responsabili, un’ulteriore tappa lungo il percorso intrapreso dai trenta giovani artisti coinvolti di “formazione musicale e nel contempo sensibilizzazione alle istanze sociali a favore dei più deboli e degli emarginati che provengono dal territorio di riferimento”.
L’appuntamento odierno cade in concomitanza con la conclusione del secondo anno sociale e costituisce anche un’occasione per tracciare un bilancio sulle attività svolte.
Guidato con passione e competenza dalla presidente Giovanna Lopreiato ed animato dagli artisti Pino Figliano ed Annarita Diano, il gruppo “Città di Sant’Onofrio” sin dalla sua costituzione si è posto l’ambizioso obiettivo di “rinvigorire la tradizione folklorica e popolare calabrese, attraverso un certosino lavoro di recupero del ricco patrimonio musicale che affonda le sue radici nella sempre più rimpianta civiltà contadina, portatrice di autentici e genuini valori identitari ormai irrimediabilmente andati persi”.
Molto apprezzate si sono rivelate nelle diverse piazze calabresi e fuori regione le esibizioni degli artisti santonofresi, rese ancora più accattivanti dagli originali costumi indossati che, realizzati a mano,  sono ispirati alla tradizione sartoriale locale.
Pieni consensi di critica e di pubblico il gruppo ha registrato anche in occasione della partecipazione, quale membro della Fitp (Federazione italiana tradizioni popolari) alla manifestazione nazionale “Il fanciullo e il folklore” svoltasi a Cava dei Tirreni.
Il tutto nel solco tracciato nell’atto costitutivo della realtà associativa e ben sintetizzato dalle parole della presidente Lopreiato per la quale scopo dichiarato del “Città di Sant’Onofrio” è di “incidere nella realtà locale attraverso la creazione di sempre nuove e significative opportunità formative in alternativa ad uno status quo di fatto stagnante e penalizzante”.
                               (Raffaele Lopreiato) 

IL GRUPPO “CITTÀ DI SANT’ONOFRIO” SI ESIBISCE ALL’INTERNO DEL CARCERE

Gruppo folklorico “Città di Sant’Onofrio”
(SANT’ONOFRIO) Nuova iniziativa a sfondo sociale del gruppo folklorico “Città di Sant’Onofrio”.
E’ prevista infatti per oggi pomeriggio, a partire dalle ore 16, l’esibizione presso il complesso penitenziario di località “Castellucci”.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con la Caritas e la direzione del complesso penitenziario, vuole costituire, per i responsabili, un’ulteriore tappa lungo il percorso intrapreso dai trenta giovani artisti coinvolti di “formazione musicale e nel contempo sensibilizzazione alle istanze sociali a favore dei più deboli e degli emarginati che provengono dal territorio di riferimento”.
L’appuntamento odierno cade in concomitanza con la conclusione del secondo anno sociale e costituisce anche un’occasione per tracciare un bilancio sulle attività svolte.
Guidato con passione e competenza dalla presidente Giovanna Lopreiato ed animato dagli artisti Pino Figliano ed Annarita Diano, il gruppo “Città di Sant’Onofrio” sin dalla sua costituzione si è posto l’ambizioso obiettivo di “rinvigorire la tradizione folklorica e popolare calabrese, attraverso un certosino lavoro di recupero del ricco patrimonio musicale che affonda le sue radici nella sempre più rimpianta civiltà contadina, portatrice di autentici e genuini valori identitari ormai irrimediabilmente andati persi”.
Molto apprezzate si sono rivelate nelle diverse piazze calabresi e fuori regione le esibizioni degli artisti santonofresi, rese ancora più accattivanti dagli originali costumi indossati che, realizzati a mano,  sono ispirati alla tradizione sartoriale locale.
Pieni consensi di critica e di pubblico il gruppo ha registrato anche in occasione della partecipazione, quale membro della Fitp (Federazione italiana tradizioni popolari) alla manifestazione nazionale “Il fanciullo e il folklore” svoltasi a Cava dei Tirreni.
Il tutto nel solco tracciato nell’atto costitutivo della realtà associativa e ben sintetizzato dalle parole della presidente Lopreiato per la quale scopo dichiarato del “Città di Sant’Onofrio” è di “incidere nella realtà locale attraverso la creazione di sempre nuove e significative opportunità formative in alternativa ad uno status quo di fatto stagnante e penalizzante”.
                               (Raffaele Lopreiato) 

mercoledì 11 gennaio 2012

ARRESTATO PER RAPINA CALCIATORE VIBONESE CALCIO

Maicon Alfredo Oliva
VIBO VALENTIA - Un calciatore della Vibonese, Maicon Alfredo Oliva, di 20 anni, è stato arrestato con l'accusa di avere rapinato tre distributori di carburante a Scalea. Il giovane, di origini brasiliane, ha ammesso le proprie responsabilità ai carabinieri della Compagnia di Scalea. La Vibonese milita nel campionato di Seconda Divisione, Lega Pro.«In merito alla vicenda giudiziaria che riguarda il calciatore Maicon Alfredo Oliva, la U.S. Vibonese esprime il proprio stupore, la propria incredulità ed il proprio rammarico per un fatto che ha turbato tutto l'ambiente». È quanto dice invece il comunicato stampa del club in merito alla notizia dell'arresto del giocatore, accusato di aver compiuto tre rapine ai danni di distributori di carburante: «La società rossoblù resta in attesa di sviluppi in relazione a quanto accaduto e nutre piena fiducia nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura. La notizia ha decisamente spiazzato la società, che in Oliva ha sempre visto un calciatore esemplare e corretto dal punto di vista professionale». Il giovane calciatore, classe '91, si era ben distinto la passata stagione nel campionato di Eccellenza con lo Scalea, società dalla quale era stato prelevato dalla Vibonese la scorsa estate. Nell'attuale campionato di Seconda Divisione di Lega Pro, Maicon Oliva ha collezionato 4 presenze per un totale di 252 minuti.

ARRESTATO PER RAPINA CALCIATORE VIBONESE CALCIO

Maicon Alfredo Oliva
VIBO VALENTIA - Un calciatore della Vibonese, Maicon Alfredo Oliva, di 20 anni, è stato arrestato con l'accusa di avere rapinato tre distributori di carburante a Scalea. Il giovane, di origini brasiliane, ha ammesso le proprie responsabilità ai carabinieri della Compagnia di Scalea. La Vibonese milita nel campionato di Seconda Divisione, Lega Pro.«In merito alla vicenda giudiziaria che riguarda il calciatore Maicon Alfredo Oliva, la U.S. Vibonese esprime il proprio stupore, la propria incredulità ed il proprio rammarico per un fatto che ha turbato tutto l'ambiente». È quanto dice invece il comunicato stampa del club in merito alla notizia dell'arresto del giocatore, accusato di aver compiuto tre rapine ai danni di distributori di carburante: «La società rossoblù resta in attesa di sviluppi in relazione a quanto accaduto e nutre piena fiducia nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura. La notizia ha decisamente spiazzato la società, che in Oliva ha sempre visto un calciatore esemplare e corretto dal punto di vista professionale». Il giovane calciatore, classe '91, si era ben distinto la passata stagione nel campionato di Eccellenza con lo Scalea, società dalla quale era stato prelevato dalla Vibonese la scorsa estate. Nell'attuale campionato di Seconda Divisione di Lega Pro, Maicon Oliva ha collezionato 4 presenze per un totale di 252 minuti.

sabato 7 gennaio 2012

LETTERA DI MINACCE AL GIORNALISTA NICOLA LOPREIATO

Nicola Lopreiato, capo servizio redazione vibonese Gazzetta del Sud
VIBO VALENTIA Una lettera di minacce è stata indirizzata al giornalista Nicola Lopreiato, capo servizio della Gazzetta del Sud a Vibo Valentia, da Leone Soriano, attualmente detenuto e ritenuto dagli investigatori il capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta di Filandari. «Invece di rompere ogni giorno con la cosca Soriano, che non esiste e non è mai esistita – è scritto nella lettera spedita dal carcere di Cosenza – pensa di più alla tua famiglia che è meglio per tutti. So che finirò in tribunale anche per questa lettera – ha scritto ancora Soriano – ma devi finirla di rompermi i .... Mi hai fatto passare per un morto di fame ma non lo sono. Ho vinto due milioni di euro al gratta e vinci ma non ti dico in che banca sono». Nella lettera, Soriano se la prende anche con esponenti delle forze dell'ordine ed ex amministratori comunali di Filandari. Nel novembre scorso Soriano era stato arrestato, insieme con altre 9 persone, nell'ambito dell'operazione "Ragno". Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio, detenzione e porto abusivo di armi e di esplosivi, aggravati dalle modalità mafiose. Nel provvedimento si contesta anche il reato di minacce contro alcuni carabinieri e giornalisti, tra cui lo stesso Lopreiato. Nelle carte dell'inchiesta, gli inquirenti hanno evidenziato come la cosca Soriano avesse assoggettato non solo Filandari, ma anche alcuni centri vicini. Lopreiato ha denunciato il fatto ai carabinieri. Della vicenda è stato informato anche il prefetto di Vibo, Luisa Latella. «Mi sento profondamente vicino al giornalista Lopreiato e alla sua famiglia – ha affermato il governatore Giuseppe Scopelliti – ed esprimo loro la mia più sincera solidarietà». Intanto, il Comitato di redazione della Gazzetta del Sud esprime «la più totale vicinanza al collega Nicola Lopreiato, responsabile della redazione di Vibo Valentia, per le minacce delle quali è stato fatto oggetto in una lettera. I toni della lettera e l'inquietante riferimento alla famiglia, tratti distintivi del linguaggio della 'ndrangheta, non spaventano un collega come Nicola che dell'onestà intellettuale ha fatto una bandiera della propria professione in un contesto difficile come quello calabrese, ma devono mettere in guardia sui rischi che a certe latitudini comporta fare il proprio mestiere di cronista senza omissioni o fiancheggiamenti. Siamo certi – conclude la nota – che le forze dell'ordine sapranno garantire la serenità del collega, al quale va la solidarietà incondizionata di tutti i giornalisti della "Gazzetta", e della sua famiglia».  Gazzetta del Sud 07/01/2012
Al nostro compaesano Nicola Lopreiato, capo servizio della redazione vibonese della Gazzetta del Sud, la nostra solidarietà e vicinanza.

LETTERA DI MINACCE AL GIORNALISTA NICOLA LOPREIATO

Nicola Lopreiato, capo servizio redazione vibonese Gazzetta del Sud
VIBO VALENTIA Una lettera di minacce è stata indirizzata al giornalista Nicola Lopreiato, capo servizio della Gazzetta del Sud a Vibo Valentia, da Leone Soriano, attualmente detenuto e ritenuto dagli investigatori il capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta di Filandari. «Invece di rompere ogni giorno con la cosca Soriano, che non esiste e non è mai esistita – è scritto nella lettera spedita dal carcere di Cosenza – pensa di più alla tua famiglia che è meglio per tutti. So che finirò in tribunale anche per questa lettera – ha scritto ancora Soriano – ma devi finirla di rompermi i .... Mi hai fatto passare per un morto di fame ma non lo sono. Ho vinto due milioni di euro al gratta e vinci ma non ti dico in che banca sono». Nella lettera, Soriano se la prende anche con esponenti delle forze dell'ordine ed ex amministratori comunali di Filandari. Nel novembre scorso Soriano era stato arrestato, insieme con altre 9 persone, nell'ambito dell'operazione "Ragno". Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio, detenzione e porto abusivo di armi e di esplosivi, aggravati dalle modalità mafiose. Nel provvedimento si contesta anche il reato di minacce contro alcuni carabinieri e giornalisti, tra cui lo stesso Lopreiato. Nelle carte dell'inchiesta, gli inquirenti hanno evidenziato come la cosca Soriano avesse assoggettato non solo Filandari, ma anche alcuni centri vicini. Lopreiato ha denunciato il fatto ai carabinieri. Della vicenda è stato informato anche il prefetto di Vibo, Luisa Latella. «Mi sento profondamente vicino al giornalista Lopreiato e alla sua famiglia – ha affermato il governatore Giuseppe Scopelliti – ed esprimo loro la mia più sincera solidarietà». Intanto, il Comitato di redazione della Gazzetta del Sud esprime «la più totale vicinanza al collega Nicola Lopreiato, responsabile della redazione di Vibo Valentia, per le minacce delle quali è stato fatto oggetto in una lettera. I toni della lettera e l'inquietante riferimento alla famiglia, tratti distintivi del linguaggio della 'ndrangheta, non spaventano un collega come Nicola che dell'onestà intellettuale ha fatto una bandiera della propria professione in un contesto difficile come quello calabrese, ma devono mettere in guardia sui rischi che a certe latitudini comporta fare il proprio mestiere di cronista senza omissioni o fiancheggiamenti. Siamo certi – conclude la nota – che le forze dell'ordine sapranno garantire la serenità del collega, al quale va la solidarietà incondizionata di tutti i giornalisti della "Gazzetta", e della sua famiglia».  Gazzetta del Sud 07/01/2012
Al nostro compaesano Nicola Lopreiato, capo servizio della redazione vibonese della Gazzetta del Sud, la nostra solidarietà e vicinanza.

martedì 3 gennaio 2012

LE OLIVE DEL PARCO URBANO ALLA TALITÀ KUM

Nell'attesa che in località Vajoti di Sant'Onofrio arrivi il tempo giusto per ripiantare gli ulivi tagliati, nel parco urbano cittadino di Moderata Durant è iniziata la raccolta di olive. Nell'uno e nell'altro caso protagonista è la cooperativa sociale Talità Kum, costituita nell'ambito del programma Policoro che lo scorso novembre ha subito il taglio di ben mille piante di ulivo, coltivate nel terreno dell'imprenditore agricolo Pietro Lopreiato, socio della cooperativa.
E proprio a seguito di quell'attentato il sindaco della città capoluogo Nicola D'Agostino e l'assessore all'Ambiente Pietro Comito come segno tangibile di solidarietà alla cooperativa, presieduta da Giovanni Pileggi – che vede tra i promotori due giovani sacerdoti: don Salvatore Santaguida e don Domenico Muscari, rispettivamente parroci di Stefanaconi e di San Nicola da Crissa – decisero di consegnare alla Talità Kum i frutti dei circa cento ulivi secolari del parco urbano. Raccolta che i soci della cooperativa sociale hanno effettuato nella
giornata di ieri arrivando al completo nel parco di Moderata Durant con l'apposito mezzo agricolo utilizzato per scuotere le piante senza danneggiarle e far cadere i frutti. Prima di procedere a scuotere gli ulivi i soci della Talità Kum hanno provveduto a stendere le reti.
Il raccolto, sebbene non di proporzioni stupefacenti visto il numero di ulivi disponibili, consentirà comunque alla cooperativa sociale – che ha realizzato l'attività con i contributi della Diocesi – di incrementare la produzione di olio extravergine d'oliva di alta qualità che viene commercializzato. Il taglio delle mille piante in località Vajoti, infatti, rischiava di mettere in ginocchio le speranze e il duro lavoro fatto negli anni.
Ringraziamenti al sindaco D'Agostino e all'assessore Comito sono stati espressi dai soci della Talità Kum i quali hanno apprezzato questo gesto di solidarietà «sana» che rappresenta, inoltre, il segno della vicinanza delle istituzioni alla cooperativa finita nel mirino della criminalità che in quella zona esercita una pressione non indifferente.
Ma se in una notte in località Vajoti è stato fatto scempio dell'intera piantagione, il gesto anziché far arretrare i soci della Talità Kum ha aumentato in loro la determinazione ad andare comunque e sempre avanti. Nei giorni successivi all'attentato – che potrebbe avere una matrice estorsiva – era stata ribadita con fermezza l'intenzione di ripiantare tutti gli alberelli: «Mille ulivi recisi, altrettanti rifioriranno». Un obiettivo che la cooperativa sociale si prefigge di raggiungere grazie alla solidarietà di scout, Movimento dei focolatini e privati i quali hanno già donato nuove piante d'ulivo alla Talità Kum che ritiene di "pareggiare" il numero di alberi nuovi con quelli tagliati in questi mesi d'attesa del periodo giusto per piantare.
In particolare il tipo di ulivo su cui lavora la cooperativa è denominato "tondo di Filogaso", si tratta di una specie arborea autoctona che cresce proprio in quelle zone dove l'uliveto sorge.
(Marialucia Conistabile - Gazzetta del Sud 03/01/2012)

LE OLIVE DEL PARCO URBANO ALLA TALITÀ KUM

Nell'attesa che in località Vajoti di Sant'Onofrio arrivi il tempo giusto per ripiantare gli ulivi tagliati, nel parco urbano cittadino di Moderata Durant è iniziata la raccolta di olive. Nell'uno e nell'altro caso protagonista è la cooperativa sociale Talità Kum, costituita nell'ambito del programma Policoro che lo scorso novembre ha subito il taglio di ben mille piante di ulivo, coltivate nel terreno dell'imprenditore agricolo Pietro Lopreiato, socio della cooperativa.
E proprio a seguito di quell'attentato il sindaco della città capoluogo Nicola D'Agostino e l'assessore all'Ambiente Pietro Comito come segno tangibile di solidarietà alla cooperativa, presieduta da Giovanni Pileggi – che vede tra i promotori due giovani sacerdoti: don Salvatore Santaguida e don Domenico Muscari, rispettivamente parroci di Stefanaconi e di San Nicola da Crissa – decisero di consegnare alla Talità Kum i frutti dei circa cento ulivi secolari del parco urbano. Raccolta che i soci della cooperativa sociale hanno effettuato nella

lunedì 2 gennaio 2012

SCIAME SISMICO SUL POLLINO, NUOVA SCOSSA TRA LE PROVINCE DI POTENZA E COSENZA

CATANZARO, 2 GEN - Una scossa di magnitudo 2.7 è stata registrata alle 5.26 di oggi tra le province di Potenza e Cosenza. Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 253 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni di Maratea, in provincia di Potenza, e Aieta, Praia a Mare, San Nicola Arcella e Tortora, in provincia di Cosenza. Non risultano, in base alle verifiche effettuate, al momento danni a persone o cose. Quindici mesi segnati da 517 scosse sismiche, di varia intensità, nell'area del Pollino, un territorio montuoso al confine tra Calabria e Basilicata, secondo quanto ha rilevato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fin da settembre 2010. Uno sciame sismico che ha messo in ansia gli amministratori e abitanti dell'area. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli su Famiglia Cristiana dichiara: "Vesuvio e Calabria, per esempio, tolgono il sonno".

SCIAME SISMICO SUL POLLINO, NUOVA SCOSSA TRA LE PROVINCE DI POTENZA E COSENZA

CATANZARO, 2 GEN - Una scossa di magnitudo 2.7 è stata registrata alle 5.26 di oggi tra le province di Potenza e Cosenza. Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 253 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni di Maratea, in provincia di Potenza, e Aieta, Praia a Mare, San Nicola Arcella e Tortora, in provincia di Cosenza. Non risultano, in base alle verifiche effettuate, al momento danni a persone o cose. Quindici mesi segnati da 517 scosse sismiche, di varia intensità, nell'area del Pollino, un territorio montuoso al confine tra Calabria e Basilicata, secondo quanto ha rilevato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fin da settembre 2010. Uno sciame sismico che ha messo in ansia gli amministratori e abitanti dell'area. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli su Famiglia Cristiana dichiara: "Vesuvio e Calabria, per esempio, tolgono il sonno".