Comune di Sant'Onofrio |
Rigettato,
in parte perché infondato ed in parte perché inammissibile, il ricorso
presentato al Tar da Giuseppe Granato, titolare della ditta individuale “San
Leone Costruzioni” che nel 2010 aveva ottenuto, da parte del Comune di Sant’Onofrio,
l’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza ed adeguamento della scuola
media “S.Aloe” per un importo di 68.689,76
euro.
Il
27 maggio 2011, tuttavia, il Comune di Sant’Onofrio sulla scorta di una nota
interdittiva antimafia atipica – vale a dire di un’informativa che lascia poi
la discrezionalità della scelta all’ente locale – aveva revocato l’appalto. Da
qui il ricorso al Tar da parte di Granato.
Ricorso
dichiarato però inammissibile nei confronti della Prefettura poiché la
notificazione dell’impugnazione avverso la nota prefettizia non è stata
effettuata nel domicilio legale presso l’Avvocatura distrettuale dello Stato,
così come prescritto dalla legge. Riguardo, invece, l’impugnazione della revoca
comunale dell’appalto, il Tar ha giudicato il ricorso infondato in quanto il
provvedimento comunale contestato richiama una nota prefettizia diversa da
quella impugnata da Granato, sebbene di identico contenuto.
Poiché
tale precedente nota era già stata oggetto di esamina parte del Tar in
relazione alla revoca dell’aggiudicazione, sempre alla ditta Granato, dei lavori di manutenzione straordinaria del
Liceo classico di Nicotera, le considerazioni dei giudici sono sul punto identiche.
Dalle
note prefettizie emerge infatti che Giuseppe Granato «pur avendo precedenti
penali non di grave entità» risulta essere stato controllato a Briatico «per
ben 14 volte, dal 2006 al 2009, con soggetti dalla condotta non del tutto
cristallina».
Soggetti
così descritti dal Tar: «tale Bonavita, deferito per violenza sessuale, lesione
e stupefacenti; Cavallaro, deferito per usura ed estorsione; Niglia,
sorvegliato di Ps, deferito per usura, gioco d’azzardo, armi e violazione delle
misure di prevenzione; Garrì, deferito per stupefacenti ed estorsioni; Accorinti,
deferito per armi, stupefacenti, estorsione, lesioni; tale Castagna, deferito
per omicidio e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Il
Tar ritiene quindi che nel caso di specie l’operato della Prefettura di Vibo è
esente da macroscopici vizi di illegittimità denunciati da Granato, giacché pur
non risultando necessariamente stabili relazioni economiche con malavitosi, non
si possono escludere eventuali forme di contiguità con gli ambienti della
criminalità.
(g.b)
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