L’agonia era iniziata da tempo.
Erano stati anni difficili. Più volte sembrava arrivato il suo momento, ma alla
fine era riuscita sempre a farcela. Poi, l’era dei tecnici, la spending review.
E quel numero 17 che non prometteva niente di buono. Fino al mercoledì, il giorno
di Halloween. Per cui neanche Santi e morti che dovevano arrivare, potevano
fare nulla. Così si è “spento” e ieri a darne notizia sono stati i “cinquanta comuni
e la popolazione tutta” del Vibonese. Perchè la spina è stata staccata al
“capoluogo Vibo Valentia, città dal passato illustre e glorioso”. Recitavano
così i manifesti che, ieri, sono stati affissi fra le vie della città. Uno
scherzo? Un’amara constatazione? Chissà. Intanto a campeggiare, c’erano loro.
Dal centro alla periferia. Per ricordare e segnare il passo di una storia
amara. Ne davano notizia. In bianco e nero, come una vecchia pellicola in cui
gli anni dell’Amministrazione provinciale sono stati trasmessi. Una storia che
qualcuno ha voluto raccontare, fra le poche righe di un manifesto che da
goliardico sembra diventare una triste realtà. Quindi, dalla data del “decesso”
del 31 ottobre, la notizia, «colpito dagli sconforti politici e circondato
dall’affetto dei suoi cari cittadini si è spento il capoluogo Vibo Valentia,
città del passato illustre e glorioso. Ne danno il triste annuncio, i cinquanta
comuni della Provincia, la popolazione tutta». Una data da “ricordare” che sarà
celebrata nei «funerali – si legge ancora nel manifesto –che avranno luogo a
Roma dopo i sessanta giorni dalla conversione del decreto del Governo Monti. Le
macerie verranno traslate verso il cimitero di Catanzaro. Si dispensa dalle
visite dei “politici”». La provincia della Costa degli dei, la provincia che avrebbe
potuto lasciare il segno. Per essa una fine non proprio gloriosa. Rimasta nel
silenzio che ha avvolto tutto e tutti. E alla politica, il messaggio sembra
rivolto. Una città che, forse, inizia a percepire quanto sta accadendo. E fra
le vie, quel bianco e nero, ieri, ha fatto la differenza. Per ammonire. Quanti
hanno preferito far finta di nulla. Quanti hanno preferito far finta di fare. Mercoledì,
però, la spina è stata staccata. Non resterà che piangere al territorio. Per
quel che fu e che forse da troppo tempo non era più. Non resterà che attendere,
chissà. Forse resusciterà. O chissà, non resterà che l’ultimo saluto. Prima della
partenza... per Catanzaro.
(Stefania Marasco- Gazzetta del Sud 04/11/2012)
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