(SANT‘ONOFRIO) Fronte
comune delle opposizioni Pd e Udc sulla ventilata ipotesi di privatizzazione
dell’asilo nido comunale.
Le due forze
politiche rigettano in toto le motivazioni del sindaco Tito Rodà circa la
necessità di un “sacrificio impopolare ma comunque reso necessario dalla
difficile situazione finanziaria dell’ente che non permette in alcun modo di
fare fronte alle necessità di rimpinguare una pianta organica ormai ridotta al
lumicino”.
A dare per
primo fuoco alle polveri il segretario dello scudocrociato Antonino Pezzo che
in una nota dopo aver riaffermato il proprio “No alla chiusura dell’asilo nido
ed al rischio licenziamento delle educatrici” esorta ancora una volta gli
attuali amministratori a “fermarsi e lasciare la guida del paese”.
Entrando nel
merito della questione, Pezzo bolla come “grosse sciocchezze” le motivazioni di
carattere finanziario e di carenza della pianta organica che sottendono alla
decisione annunciata dal sindaco Rodà anche in considerazione della specificità
delle educatrici interessate che per “oltre trent’anni hanno svolto con alta
professionalità il loro ruolo”.
D’altro canto,
l’esponente politico non nasconde il timore che questa scelta costituisca l’inizio
di un “periodo triste dove le dipendenti dell’asilo nido vanno a rischiare la
mobilità o, peggio, la cassa integrazione per declinare infine verso il
licenziamento”.
Da qui la
richiesta di convocazione di un consiglio comunale straordinario e aperto.
Un’occasione
che per l’Udc locale si rivelerebbe utile per riaffermare la necessità di
mantenere così com’è una “struttura storica, invidiata da tutti grazie all’operato
delle educatrici che con il loro calore
umano hanno saputo dare una sana accoglienza ai nostri bambini”.
Altrettanto
pungenti le osservazioni che giungono dal Partito Democratico.
Il segretario
Giuseppe Ruffa, dopo aver stigmatizzato l’atteggiamento del sindaco nel corso
del recente incontro in municipio allorchè i “rappresentanti dei partiti
politici sono stati allontanati in malo modo”, evidenzia come questo
atteggiamento sia tipico di chi “incapace di confrontarsi, mira a confondere le
acque, trincerandosi nelle stanze chiuse”.
Una visione
della cosa pubblica che i democratici definiscono con i “paraocchi” quasi come
se “l’asilo nido fosse divenuto proprietà del dott. Rodà”.
Entrando poi
nel vivo della discussione, Ruffa evidenzia come se le notizie trapelate
dovessero rivelarsi vere, si tratterebbe del solito gioco della vecchia
politica che cerca di allargare la pianta organica comunale stravolgendo le
regole della convivenza civile”.
Da qui l’amara
constatazione finale dell’esponente politico che sottolinea “l’incapacità del
sindaco a gestire una semplice riunione conducendo il tutto a mero scontro
personalizzato”.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 30/06/2013)
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