(SANT‘ONOFRIO)
Nulla di
ufficiale è stato ancora deciso riguardo le sorti dell'asilo nido comunale, ma
la strada verso la sua ormai imminente privatizzazione è segnata.
E'
quanto si evince dall'incontro tenuto in comune nel pomeriggio di ieri tra
l'amministrazione comunale ed un nutrito gruppo di genitori.
Un
incontro che, tenutosi nell’ufficio del sindaco, è stato anticipato da uno
spiacevole episodio con il primo cittadino che, ritenendoli non invitati a
quella che nelle intenzioni originarie doveva essere una riunione ristretta con
alcuni genitori che l’avevano richiesta, non ha consentito la partecipazione al
confronto di due noti esponenti del Partito Democratico locale.
Entrando
poi nel vivo della discussione e snocciolando in sequenza dati e cifre
incontrovertibili il sindaco Rodà, dopo una appassionata premessa sul “prezioso
ruolo svolto nell'ultimo trentennio dall'asilo nido comunale tanto da farlo
assurgere a struttura modello dell'intero comprensorio e dove io stesso con la
frequenza dei miei figli ho avuto modo di verificare la grande professionalità
delle maestre” ha illustrato le ragioni di una scelta “decisamente sofferta e
non ancora operata ma che qualora verrà adottata si rivelerà sicuramente
impopolare ma compiuta con coscienza e comunque, come sempre, per il bene
supremo della nostra comunità".
A
supporto del suo ragionamento il sindaco ha evidenziato la “poco lusinghiera
eredità ricevuta dalle precedenti amministrazioni comunali di oltre sei milioni
di euro di deficit accertato dell'ente che ha costretto l’attuale
amministrazione già nel suo primo anno di vita ad adottare un piano di rientro
per oltre un milione e duecentomila euro”.
A questo si “aggiunge una pianta organica
ormai letteralmente esangue, dove tra pensionamenti, trasferimenti e impiegati
attualmente assenti per lunghissimi periodi a causa di gravi patologie conta di
fatto non più di sei-sette dipendenti effettivi”.
"Una
situazione questa che - ha continuato il primo cittadino - si riflette in modo
pesante sulla regolarità ed incisività dell'azione amministrativa come
confermano le continue lamentele dei cittadini che
quotidianamente ci segnalano
ritardi e disservizi anche sul semplice rilascio di un certificato".
Sulla
base di queste considerazioni per l’amministrazione comunale di centrodestra si
rende obbligata la via della privatizzazione dell’asilo nido.
Duplice
l’obiettivo che con questa operazione si
intende perseguire: “da un lato garantire alle famiglie, a parità di
livello qualitativo del servizio erogato, il mantenimento delle rette di
iscrizione attuali, dall’altro rimpolpare la dotazione organica con le ormai ex
educatrici d’infanzia che, dopo un idoneo percorso formativo per le nuovi
mansioni, andrebbero a supportare quei pochi dipendenti che già quotidianamente
con grande spirito di sacrificio e abnegazione operano negli uffici in palese
condizione di difficoltà”.
Naturalmente
di diverso tenore le considerazioni dei genitori presenti, che pure hanno
dimostrato grande comprensione per le problematiche esposte dagli
amministratori.
La
consapevolezza della grande professionalità delle educatrici che verrà meno, il
timore per la situazione di incertezza che con la privatizzazione dell’asilo
nido verrebbe a crearsi sul futuro della struttura, la necessità di controlli
stringenti da parte dell’amministrazione comunale sulla qualità delle
prestazioni erogate da parte della cooperativa che si aggiudicherà l’appalto, i
tempi previsti per la riapertura autunnale della struttura.
Queste
le preoccupazioni prevalenti ed espresse a viva voce dai genitori, che comunque
Rodà e gli amministratori presenti hanno cercato di tranquillizzare e
rasserenare in tutti i modi possibili.
Dimostrando
anche apertura per alcune proposte avanzate e che si sono rivelate di
particolare interesse.
Tra
queste, la necessità di una compartecipazione dei genitori con una loro
delegazione alle fasi di stesura ed elaborazione del futuro bando e, ancora,
alla possibilità di prendere in considerazione l’ipotesi che almeno per il
primo anno il passaggio dal pubblico al privato della struttura venga reso meno
traumatico con la presenza nello staff delle educatrici di una quota delle
vecchie maestre.
(Raffaele
Lopreiato Gazzetta del Sud 28/06/2013)
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