domenica 30 giugno 2013

SANT’ONOFRIO: VERDE PUBBLICO, MOLTE LE AREE LASCIATE NEL DEGRADO

(SANT‘ONOFRIO) Il Partito Democratico apre un nuovo fronte d’attacco nei confronti dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Tito Rodà.
Stavolta ad attirare l’attenzione è la vicenda relativa alla gestione del verde pubblico.
In una nota, infatti, il segretario cittadino Giuseppe Ruffa dopo aver ancora una volta rimarcato la “mancata adesione del comune di Sant’Onofrio alla prevista procedura per il pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione, così generando scalpore fra i cittadini e gli imprenditori che operano nel territorio”, punta il dito contro il “sindaco Rodà e la sua giunta che ormai da mesi si sono chiusi nel più assoluto silenzio evitando di dare risposte ai cittadini che a buon diritto le chiedono”.
Ad ulteriore dimostrazione del deplorevole operato dell’amministrazione di centrodestra, Ruffa punta l’indice contro la mancata applicazione del Regolamento comunale per l’adozione di spazi verdi” con il conseguente bando pubblico di adesione che era stato divulgato.
In pratica, l’esponente politico rinfaccia al sindaco Rodà di non aver dato seguito alle richieste pervenute nei termini previsti da parte delle associazioni e dello stesso circolo Pd per ottenere l’assegnazione di “piccole porzioni di verde pubblico da curare”. 
E così, con il trascorrere dei mesi dal momento in cui le richieste di assegnazione sono state protocollate, tra cui “quella del Pd ad aprile”, Ruffa non può fare a meno di segnalare come “alcune aree da sempre punto di ritrovo di giovani e meno giovani risultano ad oggi abbandonate, sporche e a rischio sicurezza per i bambini che continuano a frequentarle”.
Per il segretario “democrat” si tratta di un “altro segnale lampante del disinteresse e dell’incuria degli attuali amministratori nei confronti del paese e dei suoi cittadini”.
Da qui l’iniziativa del circolo politico di “denunciare l’ennesimo silenzio del sindaco” a testimonianza di un “comportamento maldestro che genera totale delusione” e nella fattispecie viola palesemente “l’articolo 9 della nostra Costituzione a tutela del decoro e del valore paesaggistico”.


(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 30/06/2013)  

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