venerdì 16 dicembre 2011

CRISI ECONOMICA, CASARTIGIANI LANCIA L'ALLARME

Il Presidente Casartigiani VV, Mario Malfarà Sacchini
La crisi finanziaria e la stretta creditizia che stanno subendo le piccole imprese artigiane rappresentano un vero grido d'allarme per il già fragile tessuto economico vibonese, in cui sempre più aziende sono costrette a licenziare e chiudere.
Un quadro raccapricciante, che per Mario Malfarà Sacchini, presidente provinciale di Casartigiani, dovrebbe far riflettere politica e istituzioni.
E infatti, se l'economia soffre, il lavoro manca, gli enti ritardano i pagamenti, le banche non danno credito, di conseguenza i consumi si bloccano e la disoccupazione aumenta a ritmi esponenziali. Gli effetti che verranno prodotti, per l'esponente di Casartigiani, non potranno che essere disastrosi e inevitabili: «La gente che già non riesce ad arrivare a fine mese avrà grosse difficoltà di sopravvivenza e così le imprese che arrancano, accumuleranno sempre più debiti. Tutto ciò frenerà la produttività e aumentarà la recessione».
Ma se il 2011 sarà ricordato come uno degli anni più neri per l'economia, il nuovo anno, se si va avanti con queste premesse, porterà al vero tracollo del mercato. Un aspetto da non sottovalutare, per il presidente Malfarà, «in un quadro economico che ormai si respira in tutto il territorio italiano, specie nelle aree depresse com'è la provincia di Vibo, dove anche le banche ci hanno messo del loro chiudendo letteralmente i rubinetti del credito».
Ormai è unanime il coro di protesta delle associazioni di categoria che oltre a segnalare la grave situazione di disagio che vivono le attività imprenditoriali del settore artigiano, denunciano il lassismo della politica, i tempi lunghi dei pagamenti per le forniture pubbliche e gli altissimi tassi di interesse per l'accesso al credito (quelle poche volte in cui si può accedere).
«Queste sono le principali cause – ha puntualizzato Malfarà Sacchini – dei debiti sempre più esponenziali che le piccole imprese accumulano giorno dopo giorno verso l'erario e gli istituti previdenziali con inevitabili ripercussioni sul "famigerato" Durc senza il quale un'impresa non può lavorare e l'imprenditore non può far fronte agli impegni verso i lavoratori».
Un circuito a catena, dunque, in un circolo vizioso in cui se un anello è debole le conseguenza a cascata sono per tutti i soggetti del circuito stesso.
È ovvio che se le banche non concedono prestiti e lo Stato non paga le commesse, le aziende a loro volta non riescono a far fronte ai loro debiti e ad assicurare lo stipendio mensile agli operai. «Per non parlare poi delle difficoltà sempre maggiori – ha aggiunto l'esponente di Casartigiani – di accedere a dilazioni del debito o delle subitanee, ed alle volte arbitrarie, azioni esecutive effettuate da Equitalia». Mentre la politica sempre pronta a divulgare a parole il suo aiuto alle imprese nei fatti dimostra totale disinteresse. «Non basta sbandierare la propria vicinanza – ha proseguito Malfarà Sacchini – oggi è necessario che le imprese siano "protette" dalle Istituzioni». Ecco perchè Casartigiani chiede un impegno concreto alla politica che nella situazione in cui attualmente si trovano le aziende locali può manifestarsi solo con l'instaurazione di sistemi di garanzia che consentano alle imprese stesse un maggiore accesso al credito, oppure con il rilascio del Durc per poter incassare i compensi per i lavori già eseguiti e per partecipare agli appalti. «L'importante però – ha sottolineato il presidente di Casartigiani – è che con il nuovo anno alle parole seguano davvero i fatti.
(Vittoria Sicari Gazzetta del Sud 16/12/2011)

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