domenica 13 novembre 2011

MILLE ULIVI RECISI, ALTRETTANTI RIFIORIRANNO.

Don Salvatore Santaguida: qui senza armi e motoseghe per ripiantare gli alberi anche altre cento volte
(Sant'Onofrio) Talità kum: la cooperativa sociale alza la testa e proprio dall'uliveto raso al suolo a colpi di motoseghe, lancia il suo messaggio. In quella stessa terra ogni singola pianta di ulivo sarà ripiantata; mille ne sono state tagliate e altrettante o forse più rifioriranno. Non una sfida nei confronti di quanti hanno agito vigliaccamente e di notte, ma un chiaro messaggio per fare loro capire che i soci della cooperativa – nata nell'ambito del più ampio progetto Policoro della diocesi – sono pronti a difendere «ciò che Dio ha creato» e «che ora è stato offeso». Parole che, ieri mattina, sono riecheggiate in località Vajoti di Sant'Onofrio dove, nell'uliveto distrutto, si è svolta una preghiera di ringraziamento nella giornata dedicata dai vescovi ai frutti della terra. Iniziativa voluta dall'Ufficio diocesano in collaborazione con le parrocchie di Sant'Onofrio, Stefanaconi e San Nicola da Crissa. E mentre il vento intrecciava preghiere e parole, un bimbo di pochi anni si è avvicinato a uno degli ulivi recisi e ha iniziato delicatamente a raccogliere le olive, stando bene attento a non farne cadere nessuna. Un gesto spontaneo che più di ogni altro ha testimoniato il rispetto verso una forma di vita. Una lezione resa ancora più grande dal fatto che a compierla è stato un bambino di pochi anni.
Ieri in località Vajoti non solo il bimbo ma tutti i presenti tra gli alberelli irrimedibilmente recisi, sebbene carichi di frutti, hanno "cantato" un sorta di inno alla vita. Nel lembo di terra coltivato dal socio della "Talità kum" Pietro Lopreiato è stato, di fatto, celebrato l'inno alla creazione, nella sua generalità. Vite da rispettare, qualunque sia la loro origine, da amare e preservare. «Dobbiamo vincere la cultura del disprezzo della vita e della creazione – ha detto don Piero Furci – è difficile ma noi siamo qui, dove altri hanno creduto di distruggere, per dire no. Ma per riuscire as far rinascere questa terra e la nostra regione dobbiamo essere uniti e compatti, stare al fianco di chi, come questi ragazzi, resistono, perché altrimenti, nonostante
la vicinanza e la presenza delle forze dell'ordine che ringraziamo, finiranno per rischiare. Purtroppo senza "martiri" questa nostra terra non si risolleva».
Più volte don Piero Furci ha trovato il modo per esaltare il valore della vita, dell'ambiente e per portare in luce le violenze e soprusi dell'uomo. «Poi abbiamo paura quando arriva l'acqua, che questa volta ci ha risparmiati – ha commentato – ma prima dobbiamo chiederci cosa abbiamo fatto per conservare integro quanto Dio ci ha donato. Invece spesso si preferisce non vedere, si preferisce assistere in silenzio alle gravi bestemmie che vengono formulate nei confronti di Dio creatore ogni qual volta si consuma un crimine, anche ambientale come accaduto qui. E davanti a tutto questo non c'è altra strada da percorrere se non quella di reagire». In mezzo agli ulivi «che sembrano morti ma non lo sono finché noi non lo saremo», accanto ai soci della cooperativa "Talità kum" molti agricoltori dai volti segnati dalla fatica e i genitori di Michele Penna, il cui corpo a lungo è stato cercato nella stessa località. «Gente senza armi e senza motoseghe», ha sottolineato don Salvatore Santaguida, parroco di Stefanaconi e tra i fondatori della cooperativa «ma che con dignità e fermezza è qui per promettere che questo uliveto rifiorirà. Quando sarà tempo gli ulivi verranno ripiantati. Inizieremo con quelli che ci hanno offerto gli scout e i Focolarini e poi con tutte le piante che chi vorrà ci offrirà». Insomma l'albero della vita e della speranza è pronto a dare ancora una volta i suoi frutti. Il lembo di terra di località Vajoti è pronto ad accoglierli e tale rimarrà, qualunque cosa possa ancora accadere.
 A dare voce alla determinazione delle persone che ieri hanno partecipato alla preghiera ancora una volta è stato don Salvatore. Si è rivolto con le mani tese verso quanti, muniti di motoseghe, hanno creduto di uccidere la fede e la speranza: «Cari fratelli mafiosi che avete fatto questo, che avete agito nella notte con vigliaccheria e con stupidità, voi non avete ucciso la libertà e la speranza perché noi non siamo soli e siamo pronti a ripiantare gli ulivi anche altre cento volte. Quanti hanno comandato questo crimine – ha proseguito il sacerdote – non amano Dio, sono accecati dall'odio e dal vile guadagno, quello senza sudore fatto sulle spalle e sul lavoro degli altri. Ma il coraggio altro non è che la paura vinta e noi, insieme a tutti voi, coraggio ne abbiamo. Noi con voi e mai soli, perché da soli si muore nello spirito e nel corpo». Presenti, tra gli altri, anche l'imprenditore Pietro Lopreiato e don Domenico Muscari, parroco di San Nicola da Crissa, anche il presidente della Talità kum Giovanni Pileggi ha espresso solidarietà e vicinanza «all'amico e socio Lopreiato» e ribadito la volontà di andare avanti a testa alta.
Marialucia Conistabile – Gazzetta del Sud 13/11/2011

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