(SANT’ONOFRIO) Una serata da incorniciare, in cui
mirabilmente si sono coniugati musica e recupero della tradizione.
Tutto merito del gruppo folklorico “Città di
Sant’Onofrio” che, proseguendo con ostinata determinazione nel suo cammino di
rilancio culturale del paese pur se non sempre adeguatamente sostenuto ed
incoraggiato dalle istituzioni locali, ha organizzato la presentazione
dell’opera “Un popolo canta la sua fede”.
Una pregevole raccolta di canti e preghiere
popolari calabresi che, come ha detto il suo curatore, il sacerdote Vincenzo
Barbieri, “non va letta come un romanzo ma assaporata lentamente, pezzo dopo
pezzo, per meglio apprezzare la profonda spiritualità e saggezza di cui tutta
l’opera è intrisa”.
A fare da corollario alla presentazione del libro, i cinquanta
componenti, per lo più giovanissimi, del gruppo folk ed il coro parrocchiale
della città di Vallelonga accompagnato dal M° Salvatore Pronestì che,
alternandosi agli oratori, hanno dato “voce e sonorità” ai preziosi quanto
suggestivi testi recuperati da don Barbieri, molti dei quali risalenti al
Settecento e tramandati dalla tradizione orale.
Dopo i saluti di apertura della presidente prof.
Giovanna Lopreiato, che ha illustrato le “finalità di iniziative come questa
capaci di contribuire in modo determinante all’obiettivo di fornire una solida
formazione artistica e spirituale ai tanti giovani che con entusiasmo si
avvicinano alla musica”, è toccato all’avv. Domenico Sorace, a sua volta
apprezzato autore di saggi e romanzi, ripercorrere i tratti salienti dell’opera
di don Barbieri.
In particolare Sorace ha posto l’accento sul
ruolo salvifico che la religiosità popolare affida alla Madonna, da lui
definita una sorta di “Avvocato ante litteram” ed alla quale la “povera gente
intercedeva con devozione e preghiere per perorare grazie volte a riaffermare la
giustizia sociale e le dignità calpestate”.
“Senza particolari pretese estetiche e
letterarie ma frutto dei ricordi delle vecchiarelle di paese” ha definito la
sua opera don Vincenzo Barbieri, realizzata con l’esclusivo scopo di “tramandare
alle nuove generazioni il rilevante patrimonio religioso e musicale del nostro
territorio che di sicuro non meritava di andare perduto”.
(Raffaele
Lopreiato Gazzetta del Sud 01/10/2012)
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