(STEFANACONI) Chiusura col “botto” per il sindaco Saverio Franzè e la sua amministrazione giunti al termine dell’esperienza alla guida del comune.
L’inaugurazione di Palazzo Carullo, avvenuta lo scorso venerdì pomeriggio alla presenza di autorità civili e religiosi tra cui il consigliere regionale Ottavio Bruni, il vicepresidente del consiglio provinciale Francesco Miceli, il consigliere provinciale Salvatore Di Sì, il parroco don Salvatore Santaguida ed il sindaco dei ragazzi Elvira Raniti, costituisce infatti, per ciò che questo edificio e la famiglia proprietaria hanno significato per la storia dell’intera comunità, il “coronamento di un sogno cullato da generazioni di stefanaconesi”.
Collocato nella centralissima Piazza della Vittoria, luogo di ritrovo per eccellenza e vero cuore pulsante del paese, l’immobile riemerge oggi in tutto il suo splendore dopo decenni di completo abbandono.
Costruito nei primi anni del secolo scorso, all’indomani del terribile terremoto che nel 1905 devastò Stefanaconi e l’intera provincia vibonese causando lutti e rovine, Palazzo Carullo stava a testimoniare il desiderio di riscatto di un popolo fiero ed orgoglioso che nonostante tutto non si piegava ma guardare avanti con rinnovata fiducia.
A realizzarlo, il cav. Pasquale Carullo, discendente di una tra le più illustri famiglie del luogo, che qui esercitò per un cinquantennio la professione di farmacista rivelando, come ricorda la targa apposta sulla facciata dell’edificio, le sue doti di “uomo sapiente e benefico” capace di “prodigare ai sofferenti le più perfezionate risorse della scienza medica donando a tutti il conforto e la luce della sua anima eletta”.
L’impulso decisivo per il restauro del palazzo signorile, che già un ventennio fa era stato ceduto dagli eredi ad un prezzo di favore al sindaco del tempo Elisabetta Carullo con l’intento di realizzare la “Casa delle Culture”, è venuto dal contributo di 750mila euro concesso dalla Regione nell’ambito della programmazione dei fondi Por per il rilancio dei centri storici calabresi che ha ritenuto meritorio di finanziamento il circostanziato progetto di recupero architettonico presentato dall’esecutivo Franzè.
Allo stato sono da ritenersi conclusi i lavori al piano terra caratterizzato da un ampio auditorium e da una suggestiva balconata che funge da platea, mentre rimangono da completare i locali al primo piano.
Numerosi i cittadini intervenuti alla “prima” del palazzo che si riapriva alla vita ed alla città, con i più anziani a raccontare con velata nostalgia i tanti aneddoti e ricordi della loro infanzia vissuta in questa piazza ed all’ombra dell’edificio.
Emozionato appariva anche il sindaco Saverio Franzè che dopo il rituale taglio del nastro ha inteso porgere un saluto a tutti gli intervenuti.
Franzè, che ha pure letto una commossa lettera di Luigi Carullo, ottuagenario nipote diretto del cav. Pasquale, non ha nascosto “l’orgoglio e la soddisfazione per la rinascita di un luogo simbolo di Stefanaconi che sin da subito deve diventare laboratorio di idee e palestra di democrazia” per stimolare quel “rilancio sociale e culturale capace di contribuire a superare il pur difficile momento che come comunità stiamo vivendo”.
A rendere ulteriormente interessante la manifestazione, impeccabilmente presentata da Angela Crudo e conclusa con il taglio di una grande torta, il concerto del duo Greta Medini (violino) e Sergio Coniglio (pianoforte) che con la delicatezza delle loro esecuzioni hanno contribuito a ricreare suggestioni dalla grande intensità emotiva.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 29/04/2012)