La mistica Natuzza Evolo |
(PARAVATI DI MILETO) È la terza
Pasqua senza Natuzza Evolo, scomparsa il primo Novembre del 2009, nel giorno di
tutti i santi. Due giorni dopo, i funerali all'aperto sul sagrato del santuario
in fase di realizzazione con circa trentamila persone, incuranti della pioggia
battente, molte delle quali al termine delle esequie hanno gridato: Natuzza,
santa subito!
La festività pasquale ci
riporta con forza alle sofferenze vissute dalla mistica durante la settimana
santa, il periodo in cui ha vissuto per tanti anni sul proprio corpo la
passione del Signore e, quindi, la flagellazione e la salita al calvario. Nei
giorni che precedevano la Pasqua Natuzza Evolo cadeva, a più riprese in uno
stato di estasi e le stimmate si trasformavano a contatto con bende e
fazzoletti in testi di preghiere in lingue diverse, ostie, ostensori, corone di
spine e cuori. Solo nell'ultimo anno di vita sul suo corpo non si sono aperte
le ferite e le sofferenze sono state meno dolorose degli anni precedenti. Molti
hanno interpretato tutto ciò come un segno della sua morte, ormai, imminente.
Per anni medici, scienziati e
uomini di chiesa hanno trascorso il giorno più critico, ovvero il venerdì
santo, accanto alla mistica per tentare di alleviare le sue sofferenze, ma
anche per tentare di comprendere il mistero di una vita straordinaria vissuta
sotto il segno dell'umiltà, della carità e della fede. In diversi occasioni,
dopo questo periodo di sofferenza, Natuzza Evolo ha parlato dei "colloqui"
avuti con Gesù e la Madonna.
In una di queste apparizioni,
il tre marzo del 1996, alle ore 9,30 – così come risulta dai testi pubblicati
dalla rivista "Cuore Immacolato di Maria Rifugio della anime", organo
ufficiale della fondazione – «mi apparve – ha fatto trascrivere Natuzza – Gesù
vestito di bianco e in un grande luce, e mi ha detto: Figlia, è stato un brutto
anno per te, il più brutto di tutta la tua vita, perché ti ho messo nel
frullatore e il tuo corpo è triturato per amore degli altri. Tu lo stai
sopportando per amore mio e per la conversione dei peccatori. Nel mondo non c'è
pace, perché si è scatenato lucifero. Porta veleni e guerre perchè un terzo
della popolazione è con me, gli altri sono preda del demonio e godono del male
degli altri. Non solo fanno ma anche ne godono. Il perdono, loro, non lo
capiscono e non lo vogliono capire e non lo chiedono. Capiscono solo il male.
Se non si pentono, per loro non ci sarà perdono né pietà. Tu sei assetata di
sofferenza per aiutare me a portare la croce e per amore degli altri, ma
quest'anno sei costretta a dire "Signore non ne posso più", perché la
tua vita è legata ad un filo. Chiedi per te un po' di riposo e di pace nel
cuore. Tu ha solo la mia pace e niente più. Tutto ti fa soffrire per
l'ingratitudine dell'uomo. Tu mi ami e io più di te. Ricordati che tutta la tua
vita è stata una sofferenza. Sei salita al calvario, che cosa vuoi di più?».
Negli archivi della fondazione
figurano a tutt'oggi decine di documenti di questo tipo che testimoniano la
straordinarietà di un cammino di fede incominciato nel 1930 quando Fortunata
Evolo era poco più che una bambina. Già dall'età di 5/6 anni iniziarono,
infatti, intorno a lei una serie di visioni e di altri inspiegabili fenomeni
straordinari, come i primi contatti con quella realtà sovrannaturale che ne
avrebbe pervaso l'intera esistenza anche se come diversi anni dopo spiegherà la
stessa mistica ai suoi padri spirituali non aveva capito che quella bella
ragazza che le appariva era la Madonna, mentre aveva sempre sospettato che quel
bambino bellissimo che giocava con lei e con i suoi fratellini fosse Gesù.
Qualche anno più tardi Natuzza capì che la sua missione sarebbe stata quella di
dare conforto alla gente.
Da lei sono così passati
nell'arco di oltre sessant'anni centinaia di migliaia di persone di ogni
categoria sociale: poveri,ricchi, atei, uomini di chiesa. Ad ognuno di loro ha
saputo regalare un sorriso. Nel 1995 in un'intervista ci confidò: «Tutti quelli
che sono venuti a trovarmi sono rimasti nel mio cuore. Persone sole, persone
che avevano gravi problemi di salute, tossicodipendenti, fratelli che avevano
perso la fede. L'altro ieri è venuto a casa mia un giovane affetto dell'Aids.
Mi h abbracciata. Era disperato. Io l'ho confortato dicendogli di avere fede in
Dio e di non abbattersi. Da giorni adesso per lui e per quanti si trovano nella
sue condizioni».
Speciale Tv7
Documenti ineditirecuperati
all'archivio storico dell'Università cattolica di Milano per raccontare il
lungo carteggio epistolare tra il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons.
Paolo Albera e il rettore della Cattolica, padre Agostino Gemelli. Al centro
dello scambio di lettere il "caso Evolo", bollato da padre gemelli
come un caso "di pura isteria".
Ma ancheimmagini, sempre
inedite, sulle stigmate di Natuzza durante la settimana santa e testimonianze
di chi le fu vicino.
Una ricostruzionetrasmessa ieri
sera da Rai1, dopo la Via Crucis del Venerdì Santo del Papa, nel corso dello
speciale Tv7, presentato dal direttore del Tg1 Alberto Naccari e dal direttore
di Rai-Vaticano, Marco Simeon, che porta la firma del giornalista Pino Nano, il
quale Natuzza ha conosciuto seguendone la storia per più di 30 anni.
E il racconto di Pino Nano su
Natuzza, nonostante il passare degli anni, è stato sempre avvincente, anche
grazie alle testimonianze e alla documentazione inedita che hanno arricchito la
ricostruzione del grande mistero della mistica di Paravati.
(Vincenzo Varone Gazzetta del
sud 07-03-2012)
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