martedì 18 ottobre 2011

SUL CAMPANILE, AGGRAPPATI AL LAVORO CHE NON C'È

(SANT’ONOFRIO) Nuova clamorosa iniziativa degli otto operai fino al 2009 utilizzati dalla ditta Eurocoop per il servizio comunale di raccolta dei rifiuti.
Tre di loro, infatti, ieri mattina, sin dalle prim luci dell’alba hanno nuovamente occupato il campanile della chiesa matrice minacciando di compiere realmente gesti inconsulti se in questa occasione non verranno dalle istituzioni preposte atti concreti in direzione della definitiva soluzione della loro vicenda occupazionale.
Al loro fianco, in questa dolorosa via crucis umana oltre che lavorativa, tanti concittadini che nella giornata di ieri hanno ancora una volta voluto esprimere la loro vicinanza e solidarietà ai manifestanti, oltre che ai loro familiari, presenti in piazza Umberto I e visibilmente preoccupati per le sorti dei loro cari, ed all’esponente sindacale Nazzareno Piperno, segretario provinciale dello Slai Cobas, che fin dal primo momento ha sostenuto questa difficile vertenza lavorativa.
L’odissea di questi lavoratori inizia più di due anni fa, quando la commissione straordinaria alla guida del comune decide di internalizzare il servizio di raccolta dei rifiuti.
Da quel momento lo spettro della disoccupazione si materializza per gli otto operai, tutti con mogli e figli a carico ed unica fonte di sostentamento per la famiglia.
In questo lasso di tempo i lavoratori non se ne stanno con le mani in mano e cercano costantemente di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica, arrivando in alcuni casi a compiere gesti eclatanti quali l’occupazione del tetto della sede della Provincia e della sala consiliare comunale.
Risale infine allo scorso 6 ottobre una prima occupazione del campanile della chiesa matrice, dal quale i tre lavoratori occupanti erano ridiscesi solo a tarda sera, grazie all’intervento della prefettura che aveva ancora una volta garantito il proprio diretto interessamento alla vicenda.
Il giorno successivo, in effetti, ad un primo incontro in prefettura ne aveva fatto seguito uno in Provincia tra una delegazione dei lavoratori guidata dal segretario Piperno ed il presidente Francesco De Nisi.
Il presidente dell’Amministrazione provinciale si era prontamente reso disponibile ed aveva individuato un possibile spiraglio occupazionale, che prevedeva l’inserimento di questi lavoratori nell’ambito dei progetti finanziati dai bandi regionali Por.
Una strada dimostratasi alla prova dei fatti comunque impraticabile, perché presupponeva l’adesione ed un coinvolgimento diretto nella fase di predisposizione della progettazione da parte del comune di Sant’Onofrio che però, per i noti problemi di bilancio, si trova nell’impossibilità di assumere qualsivoglia impegno di natura finanziaria.
Di fronte all’ennesima porta che si chiude, la decisione di ieri mattina degli ex operai Eurocoop di rioccupare il campanile.
Un gesto di disperazione, che vuole suonare anche come un “j’accuse” diretto contro l’indifferenza diffusa, come pure è stato efficacemente sintetizzato sul grande lenzuolo srotolato dai dimostranti sulla facciata della chiesa e nel quale affermano che “morire per il lavoro è una vergogna per le istituzioni” per poi amaramente ricordare che “noi il lavoro lo abbiamo perso grazie ai Commissari”.
Vani, comunque, si sono rivelati i tentativi fatti fino alla tarda serata di ieri da parte dei diversi rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine di indurre gli occupanti a recedere dai loro propositi e riavviare un tavolo di confronto.
Stavolta i lavoratori sembrano davvero intenzionati ad andare fino in fondo, proseguendo ad oltranza con la loro clamorosa protesta, per il cui possibile drammatico epilogo esprime ancora una volta la sua preoccupazione il segretario Piperno, in considerazione del “dramma che questi giovani padri di famiglia stanno vivendo ormai da troppo tempo”.

(Raffaele Lopreiato)

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