(SANT’ONOFRIO) Oggi come ieri
nel solco di una tradizione che si rinnova e capace di coinvolgere l’intera
comunità, si è svolta nella giornata del 3 maggio scorso la tradizionale festa
della Santa Croce.
Ad accentuare il carattere
popolare dell’avvenimento, la contestuale chiusura delle scuole che ha
consentito a torme di ragazzini di imperversare chiassosi per le vie del paese.
Capace di esaltare la profonda
religiosità in cui da sempre si identificano tutti i santonofresi e definita
anche la “festa di maggio”, per distinguerla dalla omologa ricorrenza
settembrina in cui l’esaltazione della Santa Croce si celebra una seconda
volta, anche l’edizione di quest’anno è stata caratterizzata sotto l’aspetto
religioso dalla solenne processione mattutina.
Con i numerosi fedeli che come
sempre si sono avvicendati per portare a spalla fino al monumento di località
“Pettiforgiari” l’artistico reliquiario donato negli anni Settanta dalla
Comunità Santonofrese d’Argentina e contenente una scaglia che la tradizione
vuole prelevata dalla Croce del Cristo.
Al termine della partecipata
celebrazione eucaristica, il parroco don Franco Fragalà ha impartito la
benedizione a tutti presenti.
A contraddistinguere
l’avvenimento anche i festeggiamenti civili che si sono susseguiti per l’intera
giornata ed hanno registrato l’esibizione della banda musicale, lo spettacolo
itinerante dei Giganti e gli immancabili fuochi d’artificio.
La particolare devozione dei
santonofresi alla Santa Croce ha origine nella metà del 1700, allorché in paese
soggiornò, ospite del principe Ruffo Scilla, il frate siciliano Gerolomo Lo
Terzo.
Fu lui, subito identificato
nell’immaginario popolare come il “beato Gerolamo”, a piantare in quattro punti
diversi del paese le croci che, per come tramandato dalla tradizione orale, nel
tempo manifestarono le loro capacità miracolose.
Da qui la profonda devozione
popolare verso questa ricorrenza durante la quale, la notte che precede la
festa, gli anziani fanno penitenza con una veglia presso il monumento di
località “Pettiforgiari”, mentre chi ritiene di aver ricevuto grazie
particolari adempie al proprio “voto” offrendo le cosiddette “verginelle”.
Si tratta di gruppi di bambine
vestite di bianco la cui giornata di festa è scandita dal continuo andirivieni
dall’abitazione del beneficiario dell’intercessione al monumento della Santa
Croce, mentre intonano antiche canzoni in vernacolo.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta
del Sud 04/05/2014)
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