

E ieri a Stefanaconi il Prefetto ha voluto guardare in faccia tutti, non solo i vertici delle forze dell'ordine, ma anche i rappresentanti della comunità del piccolo centro del Vibonese: il sindaco Saverio Franzè, il parroco don Salvatore Santaguida e la dirigente dell'istituto comprensivo Maria Eugenia Basile. Un incontro per ribadire che lo Stato «si presenta compatto». Al termine della riunione tecnica del Comitato, il Prefetto ha annunciato che sul territorio sono stati potenziati i controlli allo scopo di fronteggiare l'emergenza criminale. Appelli in tal senso erano stati lanciati dopo i recenti fatti di sangue sia dal sindaco che dal parroco.

alle bande criminali. A rivolgersi ai ragazzi anche il procuratore Mario Spagnuolo il quale ha voluto richiamare la loro attenzione sui punti di forza della criminalità: «Non è certo la forza militare, ma sono l'ignoranza, il sottosviluppo e la paura della gente. Come uscire da questa situazione? Toglietevi subito dalla testa che possano essere solo le forze di polizia a restituire e difendere la legalità. Il problema si potrà risolvere in maniera definitiva solo attraverso la crescita culturale del territorio. E in questo contesto – ha sottolineato – la scuola è vettore fondamentale». Il procuratore Spagnuolo ha, quindi, esortato i ragazzi a vivere il loro paese nella normalità «anche se dalle istituzioni dovete pretendere i vostri sacrosanti diritti».
Messaggi importanti sono stati lanciati anche dal questore Giuseppe Cucchiara, dal ten. col. Daniele Scardecchia, dal col. Paolo Valle della GdF e dal comandante del Corpo forestale Gaetano Lorenzo Lopez. Da parte di tutti l'invito ai ragazzi a seguire la via della legalità, del rispetto delle regole. Mentre il sindaco Saverio Franzè nell'incontro con i componenti del Comitato ha esternato le sue preoccupazioni per la recrudescenza della violenza criminale sul territorio chiedendo la massima attenzione dello Stato e delle forze dell'ordine. «La nostra comunità – ha detto il sindaco – ha radici che affondano nella solidarietà e nella civiltà contadina e vuole tramandare questi valori alle future generazioni non la violenza».
(Nicola Lopreiato - Gazzetta del Sud 09/03/2012)
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