(SANT‘ONOFRIO)La comunità santonofrese può
definitivamente tirare un sospiro di sollievo.
L’impianto per lo stoccaggio
fino a mezzo milione di rifiuti classificati dalla legislazione vigente come
“pericolosi e non pericolosi” previsto in località “Vajoti”, a meno di cinque
chilometri dal centro abitato, non si farà più.
A mettere definitivamente la
parola fine alla paventata realizzazione della “discarica dei veleni”, come era
stata subito ribattezzata dalla cittadinanza comprensibilmente allarmata, il
decreto n. 3695 recentemente emanato dal Dipartimento per le politiche
dell’Ambiente della Regione Calabria e trasmesso al comune di Sant’Onofrio in
data 24 aprile 2014.
Di fatto l’atto amministrativo
regionale, in forza del potere di “autotutela” conferito dalla legge, procede
alla revoca del precedente parere favorevole di compatibilità ambientale
formulato in data 12 luglio 2013 relativamente al progetto presentato dalla
ditta Ecolux srl con sede in Filandari (VV).
All’origine della retromarcia
da parte dei competenti uffici regionali, una serie di incongruenze e
difformità dalla norma presenti nel progetto ed evidentemente sottovalutate in
un primo momento.
Almeno fino a quando
l’amministrazione comunale, facendosi interprete delle crescenti preoccupazioni
della cittadinanza nel frattempo costituitasi in un agguerrito comitato “NO
Discarica”, aveva con proprio legale di fiducia presentato ricorso innanzi al
Tar Calabria ravvisando nel procedimento autorizzativo in questione diversi
profili di illegittimità configurabili come “eccesso di potere”.
In particolare, l’attenzione
dell’amministrazione guidata dal sindaco Tito Rodà veniva focalizzata sulla
classificazione geomorfologica del sito individuato per la realizzazione
dell’impianto quale “area a rischio sismico di prima categoria per come sancito
dalla legge n. 64 del 2 febbraio 1974” e pertanto “assolutamente non idonea
alla ubicazione di una discarica adibita alla raccolta di rifiuti pericolosi”
In tale ottica, la regione ha
respinto in toto le controdeduzioni proposte dalla Ecolux che, a
giustificazione della sostenibilità dell’impianto, adduceva come “circa il
sessantacinque per cento dei comuni calabresi viene classificato a rischio
sismico di prima categoria” e che pertanto tale considerazione non può
inficiare la stringente necessità di una tale discarica finalizzata a
fronteggiare la “forte criticità presente nel settore dello smaltimento dei
rifiuti” nella nostra regione.
Anche la richiesta per una
parziale conversione del parere finalizzata quantomeno ad una “valutazione
positiva del progetto limitatamente alla raccolta dei rifiuti non pericolosi” è
stata rigettata dai competenti uffici regionali, fatta salva la possibilità per
la ditta interessata alla realizzazione della discarica di proporre nei tempi
previsti dalla legge ricorso giurisdizionale innanzi al Tar Calabria.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta
del Sud 30/04/2014)
Nessun commento:
Posta un commento