sabato 19 aprile 2014

‘NDRANGHETA, PROCESSIONI “COMMISSARIATE” IN CALABRIA. LA GENTE SI RIBELLA E IL VESCOVO L’ANNULLA

Vibo Valentia - È stata annullata la processione dell’Affruntata di Sant’Onofrio perché in paese non è stata accettata di buon grado la notizia che le statue dovevano essere portate dai volontari della protezione civile. A darne notizia è il Vescovo di Mileto, monsignor Luigi Renzo, che domani celebrerà messa a Sant’Onofrio.
Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, d’intesa con la diocesi di Mileto, aveva deciso di commissariare le processioni dell’Affruntata di Stefanaconi e Sant’Onofrio, nel vibonese, che si svolgono la mattina della domenica di Pasqua.
La decisione era stata presa per evitare infiltrazioni della ‘ndrangheta nei due eventi religiosi. Già in passato era emerso che gli esponenti delle cosche hanno l’assoluto controllo delle processioni, decidendo chi doveva portare le statue. Quest’anno tra i nomi di coloro che dovevano portare le statue, decisi attraverso un sorteggio, c’era anche una persona ritenuta vicina ad ambienti della criminalità.
Al termine della riunione era stato deciso che le statue sarebbero state portate dai volontari della Protezione civile. L’obiettivo della decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia era «offrire alla comunità una maggiore serenità e purificare certi atteggiamenti per ricondurli ad una religiosità genuina», aveva detto il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, lo stesso che poi ha deciso di annullare la processione dopo i mugugni della gente.
La cosca dei Patania di Stefanaconi (Vibo Valentia) aveva il potere assoluto sulla gestione dell’Affruntata, secondo quanto risulta dall’inchiesta della Dda di Catanzaro chiamata “Romanzo Criminale” contro le cosche della `ndrangheta del vibonese. A Stefanaconi, la mattina del giorno di Pasqua, si svolge la processione de “l’Affruntata”, la sacra rappresentazione della rivelazione del Cristo alla Madonna dopo la Resurrezione.
Nella processione c’è la statua di San Giovanni che, nell’ immaginario collettivo della criminalità organizzata e nella ricostruzione degli inquirenti, simboleggia la «detenzione del potere mafioso». Il boss Fortunato Patania, ritenuto a capo dell’omonima cosca, ucciso nel settembre del 2011 nella faida tra cosche della ‘ndrangheta vibonesi, avrebbe sempre finanziato la processione, decidendo chi erano coloro che dovevano portare a spalle la statua di San Giovanni che appunto rappresentava il potere dell’organizzazione criminale.
La Dda di Catanzaro ha raccolto i filmati delle processioni del 2009 e del 2010 dalle quali si evince che le nuove leve ed i vertici della cosca avevano il «potere assoluto - sostengono i magistrati - sul trasporto della statua di San Giovanni».
«Grazie ai volontari della Protezione civile - aveva spiegato monsignor Renzo - si garantisce il normale svolgimento del rito, che non deve essere un momento di spettacolo fine a se stesso ma un’occasione di riflessione e preghiera».
La decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica «rappresenta un provvedimento preventivo - aveva affermato il vescovo - che è stato eseguito di comune accordo con la Diocesi. D’altronde questa decisione va proprio nella direzione intrapresa dalla nostra Diocesi di evitare la presenza di situazioni che nulla hanno a che fare con la religione e la celebrazione dei suoi riti». Monsignor Renzo aveva riferito che si potrebbe anche pensare ad una «soluzione interna, vale a dire affidare il porto delle statue ai componenti delle parrocchie».

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