(SANT’ONOFRIO) “Una giornata da ricordare perché ancora
una volta esalta la generosità dei santonofresi che seppur costretti dalle
vicende della vita a lasciare la loro terra d’origine mantengono intatto il
senso di profonda appartenenza che li lega alla comunità”.
Così il sindaco Tito Rodà commenta, all’atto della
formalizzazione ufficiale avvenuta nella sala consiliare gremita di cittadini e
rappresentanti istituzionali, la donazione da parte dell’artista Onofrio
Adriano Barbieri della preziosa raccolta di quadri, da lui realizzati nel tempo,
che ripropongono le fasi salienti della storia passata e recente di
Sant’Onofrio e che ormai entrano a pieno diritto nel patrimonio della
collettività che potrà apprezzarli nelle diverse sale del palazzo municipale dove
verranno permanentemente esposti.
Una “carrellata di volti e luoghi della memoria”,
quelli realizzati e donati da Barbieri che, come ha ribadito il sindaco Rodà,
costituiscono il “patrimonio fondativo ed affettivo di Sant’Onofrio e
testimoniano ancora oggi l’attualità dell’impegno di questi grandi protagonisti
del passato mai fine a se stesso ma sempre proteso al progresso ed alla
crescita di tutta la comunità”.
In tale ottica il lavoro di Adriano Barbieri assume
una valenza non solo artistica ma anche didattica e divulgativa consentendo di
tramandare al meglio alle nuove generazioni il ricordo di uomini di cultura
come Stanislao D’Aloe sovrintendente dei beni culturali durante il regno
borbonico, Vincenzo Lattari indimenticato sindaco della ricostruzione post bellica,
i monaci Basiliani che intorno al loro convento di località “Chao” costituirono
il primo nucleo abitativo della futura Sant’Onofrio.
E l’importanza di tale gesto è stata riconosciuta a Barbieri
anche dalla pregevole targa ricordo donatagli dal primo cittadino e nella quale
vengono messe in risalto le “emozioni che con feconda e tenace volontà l’artista
sa dare alla sua terra”.
Nato a Sant’Onofrio ma residente a Torino ormai da più
di quarant’anni, Adriano Onofrio Barbieri ha mantenuto intatto il senso di
appartenenza alla cultura mediterranea, sempre coniugandolo con l’amore per le
cose belle.
Tra queste anche la passione per i “ferri del
mestiere” della propria professione di barbiere (in nomen omen!) che lo ha
portato, dopo anni di ricerche nei mercatini di antiquariato di mezza Europa, a
costituire il più grande museo di genere con oltre cinquantamila oggetti tra
cui pezzi rarissimi come il rasoio appartenuto al vate Gabriele D’Annunzio.
Barbieri non disdegna infine l’impegno nel campo del
volontariato e della partecipazione civile che oggi svolge ricoprendo la carica
di consigliere di circoscrizione nel capoluogo piemontese.
Raffaele
Lopreiato Gazzetta del Sud 03/09/2012
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