(STEFANACONI)La comunità di Stefanaconi si
è ritrovata nella serata di ieri presso la sala riunioni di palazzo Carullo per
partecipare ai lavori di un consiglio comunale “straordinario e aperto”.
La seduta, voluta dal sindaco Salvatore Di
Sì, è servita per fare il punto su alcune problematiche che ormai da tempo
preoccupano e non poco i cittadini.
Due i punti all’ordine del giorno: la
paventata apertura di una discarica di rifiuti speciali ed il persistente
ritardo nella messa in sicurezza della Tangenziale est che, realizzata sul
costone sovrastante il centro abitato, è tuttora sottoposta al sequestro
predisposto dall’autorità penale.
All’incontro erano presenti le massime
autorità istituzionali nella persona del prefetto Giovanni Bruno e del
presidente della Provincia Andrea Niglia.
Insieme a loro, il parroco padre Carmelo
Andreacchio ed i rappresentanti delle forze politiche e sindacali e di numerose
associazioni ambientaliste che, ognuno per il profilo di specifica competenza,
hanno arricchito il dibattito relazionando sulla evidente nocività di un
impianto di tal genere sia per l’ecosistema che per il tessuto socioeconomico
del territorio.
In apertura dei lavori la presidente del
consiglio comunale Daniela Maluccio ed il sindaco Di Sì hanno ripercorso i
passaggi relativi alla discarica.
Una vicenda per molti versi paradossale,
in quanto nessun atto amministrativo propedeutico alla sua attivazione risulta
depositato al comune, alla Provincia o alla Regione.
Eppure, nonostante ciò, con il passare del
tempo sono cresciute in modo esponenziale le indiscrezioni, riprese anche dalla
stampa, circa l’attivismo di ben individuati soggetti incaricati di acquistare
i terreni necessari ed effettuare le conseguenti verifiche di compatibilità
geologica.
D’altronde, conferma ulteriore della
fondatezza delle preoccupazioni si è avuta anche nel corso del dibattito.
Grazie infatti alle coraggiose testimonianze di cittadini intervenuti, sono
venute fuori una serie di tessere che hanno contribuito, di fronte ad un
attentissimo prefetto, a ricomporre il mosaico dei movimenti “sospetti”.
Orchestrati da chi “per
conto della società Formiche srl si era
già mosso in località Peducchiella a reperire le disponibilità alla vendita, da
parte dei diretti proprietari, di appezzamenti di terreno per complessivi sette
ettari. Un tentativo sventato, almeno per il momento, grazie alla sdegnata
reazione di alcuni di questi proprietari che “una volta venuti a conoscenza
delle reali finalità dell’impresa hanno preteso che i precontratti
precedentemente sottoscritti venissero stracciati”.
Passando poi al punto relativo alla messa
in sicurezza della Tangenziale Est, il sindaco Di Sì ha rappresentato al
presidente della Provincia le “preoccupazioni diffuse nella comunità per le
condizioni di pericolo costante in cui viene a trovarsi il centro abitato e con
esso la strada provinciale per Vibo Valentia, già interessata da cadute di
massi che ne hanno causato la ripetuta chiusura per lunghi periodi”.
Immediata la replica del presidente Niglia
che, dimostrando piena conoscenza della problematica, ha ripercorso le tappe di
questo “progetto disgraziato” che mosse i suoi primi passi nel 1984 con la
Provincia di Catanzaro per essere successivamente ereditato dalla neonata
consorella di Vibo Valentia. Un iter travagliato che ha comportato finora una
“spesa complessiva superiore ai quattro milioni di euro, rivelatesi comunque
assolutamente insufficiente”.
“Ad oggi - ha ribadito Niglia - oltre alla
necessità di ottenere il dissequestro dell’opera, occorre reperire gli altri
sei milioni e mezzo di euro che consentirebbero i lavori di consolidamento e
messa in sicurezza del costone soprastante e di completamento della strada”.
“Di questa somma - ha infine ricordato il
presidente della Provincia - quattro milioni sono già stati reperiti attraverso
i fondi comunitari Pisl, mentre per la restante parte si sta cercando di
attingere ai finanziamenti destinati al tragico alluvione che colpì Vibo e
frazioni nel 2006 ed allo stato non ancora spesi”.
(Raffaele Lopreiato gazzetta del Sud 19/11/2014)
IL PREFETTO INVITA I CITTADINI A REAGIRE
Lontano anni luce dal “burocratese”, come
ormai è nel suo stile riconosciuto ed apprezzato, il prefetto Giovanni Bruno
anche a Stefanaconi è riuscito a conquistare la “gente semplice” con un
linguaggio diretto ed un approccio senza fronzoli ai problemi posti sul
tappeto.
La sua presenza rassicurante è stata
caratterizzata da un interloquire continuo con i cittadini che via via
intervenivano nel dibattito, sempre pronto a chiarire, integrare,
puntualizzare.
E riuscendo, con il suo fare partecipe ed
incoraggiante, nel “miracolo” di abbattere quelle barriere che molto spesso
nelle nostre realtà si frappongono tra le istituzioni che rappresentano lo
stato ed i cittadini.
Ecco perché i cittadini di Stefanaconi,
per nulla intimoriti da questa pur autorevole presenza, quasi facevano a gara
per partecipare al dibattito e dire la loro,
regalandosi un autentico momento di
democrazia partecipativa.
A percepire per primo questa atmosfera,
proprio il prefetto Giovanni Bruno che non ha lesinato elogi alla comunità
esortandola a “reagire ed a guardare avanti con rinnovato slancio, rendendosi
protagonista attiva della propria rinascita sociale e culturale”.
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