Da domani e fino a domenica prossima,
infatti, in una tre giorni che come sempre si preannuncia ricca di eventi
religiosi e civili, la comunità santonofrese si renderà partecipe di quello
che, come da tradizione secolare, è considerato il momento spirituale ed
aggregativo più importante dell’anno.
La devozione dei santonofresi verso la
Santa Croce viene da lontano, da quando il religioso carmelitano Gerolamo
Loterzo da Noto, dal popolo subito ribattezzato “u beautu” perché in odore di
santità, nel 1750 piantò, nei diversi punti del paese, alcune croci.
Tra queste, anche la croce di località
Pettiforgiari, vicino al cimitero comunale, che secondo la tradizione orale
operò un miracolo allorquando l’intera comunità , giunta in processione, la
vide roteare più volte.
E fu sempre per intercessione del beato
Gerolamo che nel 1761 il Vaticano fece pervenire alla chiesa parrocchiale di
Sant’Onofrio una preziosa reliquia: una scheggia di quella che si vuole fu la
Croce del Cristo e che ogni anno viene portata in processione nelle ricorrenze
festive del tre maggio e, appunto, dell’ultima domenica di settembre.
Nel tempo la festa della Santa Croce si è
andata via via trasformando.
Perdendo i suoi caratteri prettamente
rurali, come testimoniava ad esempio l’imponente fiera del bestiame che
annualmente richiamava centinaia di allevatori provenienti da ogni parte della
regione, sicuri che comunque avrebbero concluso dei buoni affari.
E che nell’occasione approfittavano per
gustare, in svariate e fantasiose ricette, le rinomate salsicce di maiale di
produzione locale.
Un appuntamento solenne, quindi, che
nonostante i grandi mutamenti culturali e sociali che hanno attraversato la
comunità, ha avuto la capacità di rinnovarsi, adeguandosi ai tempi e mantenendo
intatto tutto il suo fascino aggregativo.
Ed ancora oggi capace di richiamare
tantissimi emigrati, che colgono questa occasione per un breve ma intenso
ritorno nel loro paese d’origine.
Entrando nel dettaglio dei festeggiamenti
di quest’anno, da segnalare dal punto di vista religioso la processione
solenne, seguita dal bacio della reliquia, prevista nella mattinata di
domenica.
Per ciò che riguarda invece il programma
civile, oltre all’atteso concerto di chiusura di Michele Zarrillo, da segnale
l’esibizione della cover le “Orme dei Pooh” per domani sera e la
rappresentazione a cura della Compagnia teatrale pizzitana per la serata di
sabato.
Naturalmente non mancheranno, per l’intera
durata dei festeggiamenti, tutti gli ingredienti “tipici” della festa paesana:
zampogne, giganti e tamburi, banda musicale “Città di Monterosso Calabro”.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud
25/09/2014)
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