SANT’ONOFRIO. Il litigio avrebbe potuto
avere un epilogo ben più grave e diverso, ma alla fine il tutto si è risolto
con il fermo di ben sei persone di Sant’Onofrio: due di un nucleo familiare
(marito e moglie), quattro di un altro (marito, moglie e due figli).
Un fermo, comunque, durato soltanto
poche ore in quanto il sostituto procuratore di Vibo Valentia Santi Cutroneo ha
disposto la scarcerazione di tutte le persone coinvolte non ritenendo ci fossero
i presupposti della flagranza. Si è concluso così, quasi senza colpo ferire, l’ennesimo
contrasto che da qualche tempo rende fibrillanti i rapporti tra il nuclo
familiare composto da quattro persone (tutti difesi dall’avv. Francesco Rombolà)
e l’altra famiglia (a rappresentare i coniugi l’avv. Rosaria Barbuto). Vicende
e dissapori vecchi – che sarebbero legati a un lavaggio – che, in più di un’occasione,
hanno creato scintille tra le due famiglie o fra elementi dell’una e dell’altra.
Una escalation di incomprensioni, di offese e ingiurie telefoniche, di
aggressioni verbali e di muro-contro-muro che, sabato sera, ha rischiato, per l’ennesima,
volta di sfuggire di mano. Le tensioni fra i due nuclei familiari si sono,
infatti, improvvisamente riacutizzate tanto da richiedere sul posto l’intervento
di carabinieri e polizia.
Insomma una serata infuocata quella
di sabato a Sant’Onofrio e non solo per le alte temperature, tanto da fare scattare
il fermo di tutte le persone che, in un modo o in un altro, prima o dopo, sono
state trovate dalle forze dell’ordine sul luogo di quella che avrebbe potuto
degenerare in violenta rissa anche a causa della presenza di bastoni e qualche
coltello.
Ma per le sei persone coinvolte il
tutto si è poi risolto nel migliore dei modi, sempre che fra le due famiglie
non si riaccenda qualche nuova scintilla.
Marialucia Conistabile, Gazzetta del
Sud 06/08/2012
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