(SANT‘ONOFRIO)Prende il via oggi, su iniziativa della comunità parrocchiale, una tre giorni ricca di appuntamenti di grande spessore spirituale e culturale.
D’altronde, non capita davvero tutti i giorni di festeggiare una ricorrenza così’ “speciale”: il quarto centenario della erizione a parrocchia della chiesa matrice con il titolo di Santa Maria delle Grazie.
Originariamente intitolata a Santa Maria della Scala al Paradiso, la chiesa da ben quattrocento anni “vigila benevola” sui santonofresi con la sua posizione su un “poggio, ad un centinaio di metri a sudest dei resti di quello che fu considerato uno dei più importanti monasteri Basiliani del meridione e con la facciata volta verso di esso e verso i campi”.
“Una posizione dominante” - come mirabilmente la definì il prof. Mario Teti, santonofrese illustre e medico di fama mondiale, nell’opera “Gente di Sant’Onofrio” che costituì il suo testamento spirituale - quasi una “sentinella avanzata del paese retrostante”.
Ed in questi quattro secoli di vita la chiesa matrice è sempre stata il “rifugio sicuro” della comunità.
Qui infatti generazione dopo generazione i santonofresi hanno saputo ritrovarsi “nella fede e per la fede”, sempre uniti a rinsaldare il patto di una appartenenza condivisa sulla base di una comune identità spirituale e valoriale.
E sempre recuperando le “ragioni necessarie per superare nella preghiera e nella religiosità popolare tragedie e momentanee difficoltà causate di volta in volta dall’impeto della natura o dalla malvagità dell’uomo”.
In particolare furono i terremoti, nel corso dei secoli, a scandire l’evoluzione della chiesa.
Che originariamente prese la forma di una chiesetta, all’indomani del sisma del 1559 grazie alla generosa opera dei primi costruttori “primitivi ed avventizi, provenienti dal vicino convento”.
Si trattava degli “abitanti del nucleo originario del casale di Sant’Onofrio sorto intorno al convento basiliano e composto da circa 150 uomini, dediti perlopiù all’agricoltura ed alla pastorizia”.
Nel tempo la “popolazione aumentò e parimenti crebbe nei popolani il desiderio di erigere una vera e propria Cappella intitolata alla Madonna, alla quale chiedere grazie”.
Non passò nemmeno un secolo e già i fedeli erano diventati oltre duemila e le case, costruite intorno alla cappella, centinaia”.
Era giunto il momento di elevare la cappella, nel frattempo divenuta il vero cuore del nuovo casale, a Parrocchia: il che avvenne il 27 novembre 1615”.
Da quel momento la chiesa venne ripetutamente ampliata e modificata, quando non addirittura interamente ricostruita.
Avvenne ad esempio dopo il sisma del 1783, definito per la sua deflagrante violenza “u flagellu”, e in rapida successione con i terremoti del 1905 e del 1908.
Ma ogni volta, grazie alla lungimiranza dei parroci del tempo ed alla profonda devozione dei santonofresi, il luogo di culto venne ricostruito. E sempre più bello di prima.
Proprio sulla rievocazione di questa mirabile storia che coniuga alla perfezione storia e religiosità popolare, si sviluppa il percorso della memoria che verrà proposto in questi tre giorni dal parroco don Franco Fragalà e dal comitato organizzatore che lo affianca.
Si partirà da oggi con le relazioni di Ester Maragò e Franco Caincio che nel corso del convegno previsto per le ore 18 presso ripercorreranno questi quattro secoli di storia.
A completare il tutto, il concerto della corale polifonica femminile “In-Canto” e l’inaugurazione di una originale mostra su “Paramenti, vasi sacri e registri” della parrocchia.
Previsto anche il coinvolgimento attivo delle scuole con gli alunni del locale istituto comprensivo che domani mattina a partire dalle ore 9,00 visiteranno le mostre.
Sempre nella giornata di sabato, a partire dalle ore 17.30, la comunità si ritroverà presso il Largo dei Basiliani e da li in corteo giungerà presso la chiesa matrice dove alle ore 18,00 si svolgerà la solenne celebrazione eucaristica.
Nella giornata conclusiva di domenica prevista infine una fiaccolata per le ore 19,00.
A corollario dell’iniziativa, la presentazione dell’annullo postale speciale ed a numero limitato di una cartolina celebrativa dell’evento ed il taglio di una grande “torta giubilare” nel corso del momento aggregativo previsto presso l’oratorio di via San Gerardo.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 27/11/2015)
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